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 Partecipare diretamente al governo della città
Autore: Alfredo Ferappi 
Data:   

Sulla partecipazione al governo della città

Non esiste un tipo di partecipazione univoco ma tante forme di partecipazione e lo stile, le sue forme e le sue modalità sono strettamente legate tanto alle motivazioni quanto al “che cosa” e ai canali attraverso i quali si partecipa. Inoltre è importante considerare il tipo di partecipazione che si vuole attuare in relazione al contesto politico-sociale in ci si trova a dover operare e al tipo di cittadinanza che si intende coinvolgere nel processo partecipativo.

Dati i numerosi fattori che concorrono a definire un determinato tipo di partecipazione, ( si finirebbe per definire un disegno teorico poco calzante con la realtà in cui calarlo) più che ad una sua costruzione a tavolino è opportuno intraprendere un percorso empirico per giungere per successivi aggiustamenti pratici a definirne il tipo più idoneo e più efficace.

A questo scopo un’analisi del termine partecipazione può essere utile ad aiutare per la costruzione del tipo di partecipazione che si vuole mettere in piedi

Significato del termine partecipazione

In genere per partecipazione si fa riferimento rispettivamente ad una notevole quantità di fenomeni politico-sociali:

a) Comportamenti collettivi (cortei, scioperi, comizi, adunate)

b) Pratiche assembleari

c) Istituto del referendum

d) Nuovi modelli di gestione diretta dei servizi pubblici e sociali

La parola partecipazione ha anche assunto un’enorme carica psicologica considerata l’ideale ultimo del pensiero democratico: creare una città dove qualsiasi decisione collettiva sia frutto ottimale delle preferenze dei cittadini.

In altri termini per partecipazione si può intendere il comportamento autonomo di chi essendo o sentendosi parte di una collettività, concorre in vario modo al processo di formazione delle decisioni che vengono prese all’interno della comunità.

Comprendere e circoscrivere le varie espressioni della partecipazione che abbiamo citato vuol dire individuare i costi e i benefici, nonché gli obiettivi che ciascuna di esse consente di raggiungere o allontanare.

Per questo è opportuno analizzare la definizione che abbiamo dato alla parola partecipazione individuandone le parti che la compongono e che sono:

a) Essa denota un comportamento manifesto o un atteggiamento visibile dei singoli componenti della comunità, chi non agisce non può nemmeno prendere parte ( l’inerzia e la passività rendono assenti)

b) Deve trattarsi di un’azione autonoma, senza manifeste costrizioni esterne

c) Chi agisce deve appartenente alla comunità e detenere una quota qualsiasi del potere politico complessivo, sia cioè titolare di diritti esercitabili nei confronti degli stessi organi che rappresentano tale collettività.

d) Partecipare presuppone di sentirsi parte della collettività che si vuol concorrere a governare

e) Occorre che si prenda parte effettivamente, che si concorra cioè in varia misura e con vari comportamenti all’effettiva costituzione delle decisioni collettive.

Dimensione politica della partecipazione

Quest’ultima caratteristica della partecipazione delinea la sua dimensione politica. Prendere parte infatti significa interagire con altri soggetti, e più specificatamente operare con il deliberato obiettivo di convincerli a mutare i propri atteggiamenti nei confronti di determinate decisioni d’ordine collettivo.

La partecipazione come opportunità

La partecipazione considerata come opportunità a disposizione dei cittadini è determinata dalla presenza di precisi incentivi. Allo strumento incentivi fa ricorso un’amministrazione orientata a massimizzare le facoltà espressive dei propri cittadini.

Gli incentivi possono essere raggruppati in tre grandi famiglie:

a) I canali effettivamente accessibili della partecipazione: quanto più alto è il loro numero tanto maggiori sono le possibilità di prendere parte.

Generalmente si ritiene che la partecipazione sia tanto più facile quanto migliori sono le condizioni socioeconomiche dei potenziali partecipanti e la loro possibilità di informarsi sulla natura e la portata degli argomenti in discussione. Ma ciò è condizionato da altri fattori, in particolare dalle istituzioni o regole del gioco che più direttamente possono favorire o scoraggiare determinati atteggiamenti pubblici dei cittadini.

b) Le risorse informative. L’offerta informativa è l’insieme dei mezzi di comunicazione che consentono alla gente di acquisire indispensabili conoscenze per decidere se prendere parte a che cosa, quando e entro quali limiti. Naturalmente quanto più ricco, pluralistico e competitivo è questo insieme di mezzi di comunicazione tanto maggiori finiscono per risultare le opportunità partecipative

c) Le prospettive di un possibile ricavo proveniente dall’azione partecipativa. E’ una motivazione di maggiore importanza nel senso che partecipano soprattutto coloro che ritengono di poter ricavare qualche cosa dal proprio impegno indipendente dal fatto che si tratti di benefici concreti o di ricompense puramente psicologiche.

Motivazioni a partecipare

Il partecipare non appare come un comportamento meramente naturale o istintivo, tutto lascia intendere che si tratti di un comportamento in larghissima parte appreso, discendente cioè da precise modalità di formazione culturale e di ben individuati modelli di percezione e conoscenza dei fenomeni politici. L’azione del partecipare presuppone la decisione di imboccare questa strada per conseguire un determinato obiettivo e sia la conoscenza degli obiettivi e la percezione delle strade effettivamente percorribili devono considerarsi come risultati di un qualche processo di apprendimento.

La convenienza a partecipare

La decisione di prendere parte a qualche processo decisionale è il risultato di un calcolo costi-benefici nel quale vanno contabilizzati almeno tre grandi gruppi di fattori:

a) Fattore istituzionale che consiste nell’insieme di vincoli e opportunità, essenzialmente di natura giuridico-formale di fronte al quale si viene concretamente a trovare ogni soggetto all’interno di un determinato sistema politico. Quanto più istituzionalizzato ( formalizzato ) è un processo partecipativo tanto minore sono i costi a prendervi parte, è anche una strada per incrementare le opportunità partecipative.

b) Fattore tempo. Quale sia il comportamento che ottimizzi la risorsa tempo ( nell’acquisire informazioni, nel discutere con altri, nell’assumere atteggiamenti più o meno meditati) orienta la decisione a partecipare o no.

c) Le possibili ricompense che possono essere:

1) Motivazioni meramente espressive: si partecipa per il gusto di esprimere un’opinione

2) Motivazioni acquisitive: si partecipa per acquisire un bene, un risultato oggettivo.

Le forme di partecipazione e il funzionamento dei sistemi politici

La partecipazione è certamente un requisito essenziale al funzionamento politico di una democrazia moderna. E opportuno però domandarci quali effetti politici discendono dalle varie forme di partecipazione.

L’ideale democratico del diretto coinvolgimento potestativo ( coinvolgimento del cittadino con il potere di tutelare il proprio interesse) potrebbe creare le premesse di un regime non democratico di massa.

La questione è osservabile in piccolo nel rapporto individuo-collettività nella quale non siano sufficientemente chiare le regole di svolgimento , nella quale non siano sufficientemente tutelati i diritti delle minoranze. In questo caso si stabilisce una netta distinzione fra chi partecipa in modo attivo e coloro che lo fanno in modo prevalentemente passivo, dove non tutti riescono a dedicare lo stesso tempo alla partecipazione, dove non tutti possono fare ricorso a equivalenti attitudini tribunizie o analoghe abilità nei contatti di corridoio.

Il risultato è l’inevitabile formarsi di una oligarchia assembleare che conduce ad una forma di gestione burocratica dell’assemblea.

Questo ci suggerisce che occorre limitare i poteri dell’amministrazione pubblica con una rete di poteri intermedi in grado di incrementare le effettive opportunità potestative e auto gestionali di ciascuno (mediante molteplici meccanismi decisionali)

Conclusione

Come si può dedurre dalle considerazioni esposte entrano in gioco diversi fattori che determinano il tipo di partecipazione da definire. Abbiamo a che fare con il contesto istituzionale, con la coltura del ceto politico da coinvolgere, con motivazioni convincenti a partecipare, con i mezzi idonei di informazione da utilizzare, ecc.

C’è poi da considerare che da parte dell’amministrazione pubblica non ci deve essere solo la buona disposizione verso l’idea generica di partecipazione ma la determinazione di mettere in campo provvedimenti concreti per la sua attuazione; non può essere solo un’operazione che parte dal basso.

Ma non si tratta ora di mettere in piedi un progetto ma di mettere in evidenza i vari aspetti del problema di cui tenere conto per costruire il processo partecipativo.

alfredo.ferappi@tiscali.it

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