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 Re: Opinioni a confronto. MILANO PUO' ESSERE “UNA CITTA' PARTECIPATA”?
Autore: Giuseppe Maria Greco 
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E' la prima volta che ne parliamo, dunque occorre partire da lontano. Occorre chiedersi: a chi è indirizzata la proposta di partecipazione? E poi ancora: partecipare a cosa, perché e come? Per capirsi bene, più che scriverne occorrerebbe parlarne insieme. Dalle risposte degli esperti si desume che la proposta è indirizzata soprattutto a gruppi, movimenti e professionisti già disponibili. L'insieme della popolazione appare distante, come fosse un obiettivo da raggiungere in un secondo tempo. Tra i due tempi, quello del rapporto con i gruppi e quello con i cittadini, non appare un'ombra di progetto. Un segnale chiaro di questa assenza è l'osservazione circa la scarsa diffusione alla cittadinanza delle notizie sulle opere in corso da parte del Comune: la diffusione sembra quasi che debba avvenire con degli spot pubblicitari, anziché mediante un progetto sulla e con la città. Non so quindi se questo progetto sia o meno all'ordine del giorno, per cui, per parlarne, aspetto che qualcuno, dalla parte dell'amministrazione, lo ritenga interessante come lo è per me. Un secondo aspetto a mio avviso non trascurabile è rispondere alla domanda: cos'è la partecipazione? Dalle risposte e dal comportamento sinora percepibile del Comune appare che sia da intendersi come una risposta attiva alle offerte dei diversi assessorati. Non so quanto i cittadini, in un'epoca che sperimenta la diffidenza reciproca tra partiti e gente comune, si possa ritenere che una proposta unilaterale delle amministrazioni possa trovare riscontro positivo presso quest'ultima, ordinariamente propensa a ritenere i propri interessi quasi concorrenziali con quelli dell'amministrazione. L'ultimo aspetto che propongo è già noto a tutti. Riguarda gli "strumenti" per l'esercizio della partecipazione a livello anche minimo, quello della risposta ad un bisogno immediato. I Consigli di zona risolvono alcune dimensioni di questo rapporto, ma per loro natura mantengono il formalismo della distanza: tu mi chiedi qualcosa, io mi faccio tramite e ti do la risposta. Non è una modalità sufficiente, se si vuole costruire un rapporto partecipativo bilaterale. Mi fermo qui, per rimanere sulle posizioni generali delle domande e degli esperti intervistati. Sempre disponibile, vi auguro ottima giornata. Giuseppe Maria Greco

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