Come è noto una città è (o dovrebbe essere) una comunità che vive in case e palazzi (o presunti tali) a cui si accede attraverso vie, viali e piazze che spesso portano il nome di persone perfettamente sconosciute ai più. Persone il cui nome è finito inciso sulla lapide “solo” perché, magari a vent’anni, sono cadute in trincea durante la I guerra mondiale o sulle barricate della rivolta milanese delle Cinque Giornate. Per riportare alla memoria nomi e fatti, a volte molto piccoli se non piccolissimi, intraprendiamo questo (piccolo) viaggio nella toponomastica della nostra zona. Diciamo una via (o piazza, o viale, o corso, o vicolo ecc.ecc.) alla settimana, così che la rubrica è garantita per anni. Buon viaggio.

 

N.B. Le notizie di base sono attinte dal bel volume Le vie di Milano di Claudio e Vittore Buzzi (Hoepli) e da Wikipedia. Chi vuole può, naturalmente, approfondire

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Loreto

Il piazzale che segna il confine tra il Municipio 3 e il Municipio 2 deve il suo nome a un santuario dedicato alla Madonna di Loreto, edificato nel 1616 all’altezza dell’attuale piazza Argentina per volere del cardinale Federico Borromeo che ne affidò i lavori all’architetto Francesco Maria Richini. Annessi al santuario, molto famoso nella Milano di allora, vi erano una casa per il clero e un chiostro. Il complesso venne abbattuto definitivamente intorno al 1913 e parzialmente inglobato nella costruzione di un palazzo.
Il piazzale, che si raggiungeva percorrendo lo Stradone di Loreto, oggi corso Buenos Aires, divenne tragicamente conosciuto nell’agosto del 1944 quando i fascisti fucilarono e lì esposero i corpi di quindici partigiani. Nell’aprile del 1945, proprio per ricordare il precedente evento, nel piazzale vennero esposti, appesi alle traversine di una stazione di servizio, i corpi di Benito Mussolini e di altri gerarchi fascisti, giustiziati dai partigiani.
Nei pressi del piazzale, una stele, posta in fondo a viale Andrea Doria, ricorda l’eccidio dei partigiani, uccisi dai fascisti a monito dei cittadini milanesi.


Luigi Mancinelli (Orvieto 1848-Roma 1921)

Direttore d’orchestra, compositore e violoncellista. Compose opere liriche (“Ero e Leandro”), musica sacra (l’oratorio “Isaia”), composizioni sinfoniche e colonne sonore.

Studiò a Firenze e operò come direttore d’orchestra a Bologna, Roma, Madrid, Londra e NewYork.


La via Mancinelli corre da piazza S.Materno a via Leoncavallo.

In via Mancinelli, nella sera del 18 marzo 1978, Fausto Tinelle e Lorenzo Iaio Iannucci, due giovani studenti, militanti del Centro sociale Leoncavallo, furono assassinati a colpi di arma da fuoco da un commando fascista. I colpevoli non vennero mai individuati.


San Gregorio (Roma 540-604)

Papa, santo e dottore della Chiesa cattolica. Nunzio a Costantinopoli, venne eletto Papa nel 590 con il nome
di Gregorio I. Numerose le sue imprese politiche e religiose: strinse un trattato con le regina longobarda
Teodolinda, mandò missionari in Inghilterra, compose lo scisma d’Oriente, ottenne la conversione dei
Visigoti in Spagna e coordinò le cerimonie liturgiche e il canto (detto per l’appunto gregoriano). E’ sepolto
nella Basilica di San Pietro.



La via San Gregorio corre da via Vittor Pisani a corso Buenos Aires, dividendosi tra i municipi 2 e 3.
Prende il nome dalla chiesa intitolata a San Gregorio (edificata tra il 1903 e il 1908) in un luogo in cui nel
1445 era collocato un cimitero, detto Foppone, dove venivano sotterrati i morti di peste nel vicino
Lazzaretto.
In territorio del Municipio 2 esercita un noto ristorante, antesignano del movimento Slow Food a Milano,
mentre al numero civico 40 venne consumato il 30 novembre 1946 da tale Rina Fort uno dei più efferati
omicidi del primo dopoguerra. In territorio del Municipio 3 apre i battenti una nota pasticceria giusto
accanto a uno dei pochi resti ancora esistenti del Lazzaretto, ora Chiesa russo ortodossa dei santi Nicola e
Ambrogio, nonché la già citata chiesa di San Gregorio già cimitero del Foppone.


Giovanni Pierluigi da Palestrina (Palestrina 1525-Roma 1594)

Compositore tra i più importanti del Rinascimento europeo. Attivo a Roma sin dall’infanzia quando già nel 1537 compariva come “putto cantore” della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Oltre alla sua composizione più famosa (“Missa Papae Marcelli”) fu autore, tra l’altro, di 104 messe, 91 madrigali pagani, 72 inni e oltre 300 mottetti. Alla morte venne sepolto nella Basilica di San Pietro.

La via Pierluigi da Palestrina si estende da piazza Argentina a via Aporti. Accanto alla parrocchia del SS. Redentore, costruita in stile lombardo agli inizi del 900 dall’architetto Luigi Macchi, esercita con grande successo il Cinema Palestrina a cui i milanesi sono grati per la rigorosa programmazione di qualità.




Carlo Poerio (Napoli 1803-Firenze 1867)

Patriota e politico di idee liberali, dopo la restaurazione borbonica venne condannato a 24 anni di carcere duro poi tramutato in esilio. Rientrato in Italia, dal 1860 divenne membro della Camera dei deputati del Regno d’Italia. Allontanatosi dalla politica, morì in povertà a Firenze.


La via Poerio corre tra piazza Risorgimento e via Bixio. Al civico 35 si può ammirare una fedele riproduzione della “Casa 770” il cui originale si trova all’Eastern Parkway di Brooklyn. Nel mondo esistono almeno dodici palazzi del tutto simili al prototipo newyorchese, tutti costruiti dal movimento ebraico Chabod-Lubavitch. Case simili, oltre agli USA, esistono in Canada, Brasile, Israele, Argentina, Cile, Ucraina e Australia.

Al numero 37, invece, nell’agosto del 1943 venne fondato in casa Rollier il Movimento Federalista Europeo.


Arcangelo Corelli (Fusignano 1653-Roma 1713)

Compositore e violinista, protagonista del barocco musicale. Studi a Bologna e a Roma, città in cui visse e operò per gran parte della sua vita. Autore non copiosissimo di sonate e concerti, contribuì allo sviluppo della forma musicale del concerto grosso. Noto in Arcadia con il nome di Arcomelo Arimanteo. E’ sepolto al Pantheon accanto a Raffaello Sanzio.


La via Corelli si estende da via Tucidite 56 sino ai confini del comune, in direzione Idroscalo. Nella via è presente da alcuni un Centro di accoglienza che ospita attualmente circa 450 cittadini stranieri che hanno fatto richiesta di asilo politico.


Alvise Cadamosto (Venezia, 1429?-1483)

Esploratore, navigatore e schiavista. Noto anche come Alvise Da Mosto o Ca’ Da Mosto. Di buona famiglia veneziana decaduta, esplorò l’Atlantico e le coste dell’Africa occidentale per conto dei reami del Portogallo. Scoprì una parte delle isole dell’arcipelago di Capo Verde (1456 ca) e giunse sino alle bocche del fiume San Domingo. Si ha notizia che durante le sue imprese, nel 1455, scambiò cavalli con 100 schiavi. Ritornò a Venezia nel 1462 per dedicarsi al commercio e dove ricoprì rilevanti cariche pubbliche. E’ autore di importanti commenti ai suoi viaggi, stampati a Venezia nel 1504.

La via Cadamosto congiunge piazza Francesca Romana a piazzale Lavater. Dove oggi c’è la Stazione di Polizia, al civico numero 4, nel 1935 venne aperto il cinema Littorio nella ex sede del Gruppo Rionale Fascista Oberdan. La sala chiuse nel 1943 per essere riaperta, ristrutturata, nel febbraio 1944 con la denominazione di Alhambra (450 posti) con programmazione di film di seconda visione e di varietà. Chiuse definitivamente nel 1962. Lì accanto, al civico 2, c’è la Sala Venezia, storico locale da ballo e intrattenimento gestito dagli stessi padroni della Balera dell’Ortica. L’accesso alla sala è permesso solo ai soci, si tengono feste private, corsi di ballo (famose le serate dedicate al boogie) e si può persino cenare.

n.b. Per le notizie sui cinema milanesi la preziosissima fonte è il sito www.giusepperausa.it, una miniera di notizie e di curiosità sui cinema di ieri e di oggi della nostra città.



Buccari

In croato, Bakar. Città portuale della Croazia a sud-est di Fiume. Importante base portuale austro-ungarica durante la prima guerra mondiale, fu lo scenario l’11 febbraio del 1918 di una incursione di una trentina di marinai italiani al comando di Costanzo Ciano, padre di Galeazzo, futuro genero di Mussolini.

L’azione compiuta a bordo di tre siluranti Mas permise l’affondamento, di mero valore simbolico, di una nave mercantile. Su uno dei siluranti era imbarcato anche Gabriele D’Annunzio che cantò l’impresa e la definì “la beffa di Buccari”.

Il cavalcavia Buccari parte da piazza San Gerolamo e prosegue, biforcandosi, verso via Amadeo e via Tucidide. E’ il famoso “pont che va giò all’Ortiga” della canzone di Nanni Svampa “La Rita dell’Ortiga”.


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