Come è noto una città è (o dovrebbe essere) una comunità che vive in case e palazzi (o presunti tali) a cui si accede attraverso vie, viali e piazze che spesso portano il nome di persone perfettamente sconosciute ai più. Persone il cui nome è finito inciso sulla lapide “solo” perché, magari a vent’anni, sono cadute in trincea durante la I guerra mondiale o sulle barricate della rivolta milanese delle Cinque Giornate. Per riportare alla memoria nomi e fatti, a volte molto piccoli se non piccolissimi, intraprendiamo questo (piccolo) viaggio nella toponomastica della nostra zona. Diciamo una via (o piazza, o viale, o corso, o vicolo ecc.ecc.) alla settimana, così che la rubrica è garantita per anni. Buon viaggio.

 

N.B. Le notizie di base sono attinte dal bel volume Le vie di Milano di Claudio e Vittore Buzzi (Hoepli) e da Wikipedia. Chi vuole può, naturalmente, approfondire

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Giovanni Ventura (Milano, 1800-1869)

Poeta, drammaturgo e attore. Dedicò gran parte della sua vita al teatro. Patriota, lasciò Milano occupata dagli austriaci nel 1848 per farvi ritorno solo nel 1859. Al suo rientro divenne insegnante di dizione all’Accademia dei Filodrammatici.
Poeta in lingua e in dialetto ebbe un certo successo di lettori e di critica ed è ricordato per i suoi versi dedicati all’amicizia e alla compassione per i deboli.


La via Ventura si trova nel cuore di Lambrate e collega la via Conte Rosso con via Sbodio. 
Ogni anno, in occasione del Salone del Mobile, l’intera via si trasforma in un grande spazio espositivo, uno dei luoghi del “fuori salone” più frequentati, animati e innovativi della città.


Giovanni Pacini (Catania 1796-Pescia 1867)

Compositore. Nato casualmente a Catania da genitori cantanti lirici, studiò a Bologna, Venezia e Roma.

Autore precoce, il suo primo melodramma rappresentato è del 1813 (Annetta e Lucindo), compose oltre 90 opere di cui è rimasta scarsa traccia.
Visse a lungo a Viareggio dove fondò un famoso Liceo Musicale. Tre mogli e numerosi figli, morì a Pescia dove si era ritirato.
Qualche titolo? “Adelaide e Comingio” (1817), “Il falegname di Livonia” (1819), “Gli arabi nelle Gallie”(1827), “Rolandino di Torresmondo” (1858).
Molte sue opere vennero rappresentate al Teatro alla Scala di Milano e al San Carlo di Napoli.


La via Pacini, lunga e alberata, congiunge piazza Piola a piazza Bottini (Stazione di Lambrate).
In una casa verso il fondo della via visse la sua infanzia l’attrice Giulia Lazzarini.


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