“Capelli al vento” prende corpo

La nostra proposta per una “performance poetico artistica partecipata” sta raccogliendo molte adesioni. Pubblichiamo le prime due bellissime poesie regalateci da Antje Stehn. ()
8.Capelli al vento bassa
Ogni giorno una donna coraggiosa
libera i suoi capelli al vento, brucia il suo velo
sfida manganelli e proiettili
per la libertà di tutte
… … …


Questo l’incipit della prima bella poesia che Antje Stehn ci ha regalato. La riportiamo integralmente più sotto. Per iniziare a conoscerci. Per avviare insieme il percorso che ci porterà l’8 marzo a celebrare la festa della donna con un momento collettivo, espressione della creatività, della passione e delle solidarietà di tutte.

Capelli al Vento non è solo il titolo dell’installazione di Antje Stehn, è anche la performance poetico artistica “partecipata” (leggi qui la presentazione) che stiamo realizzando tuttƏ insieme, donne e uomini, che da ovunque stanno iniziando ad inviarci i loro scritti , i loro video, i loro pensieri. (partecipa anche tu!)

Antje, ideatrice di questo entusiasmante percorso, ci regala le prime due poesie.
La prima è proprio per Capelli al vento; la leggete di seguito.
La seconda, “Femminicidio”, è stata pubblicata nello spazio poesia di questo sito il 25 novembre nella giornata contro la violenza sulle donne; la potete ascoltare dalla viva voce di Antje al link più sotto.


Ogni giorno una donna coraggiosa
libera i suoi capelli al vento, brucia il suo velo
sfida manganelli e proiettili
per la libertà di tutte
ogni giorno c’è un regime che soffoca nel sangue
chi alza la voce per una vita degna
contro l’apartheid di genere
ogni giorno tornano a galla cadaveri di una storia già vissuta
e c’è una che urla “Sono donna, sono una madre, sono cristiana,
sono il presidente del consiglio, siamo i fratelli d’Italia”
La prima donna al potere
paragona l’aborto al femminicidio
e altre donne applaudono

Come annodare i brandelli di senso
in questo groviglio infeltrito
si può ancora diventare un rampicante?
pensare tentacolando
allungarsi in forma serpeggiante
verso il prossimo, verso il villaggio
verso l’umanità?
Questo nostro giardino era qui prima di noi
prima della semina
prima di organizzare le piantine in filari
prima di dividere quelle malate da quelle sane
ora spingono tutti in direzioni diverse
competono invece di fondersi in un tutto
voci a gridare pace ognuno nella sua piazza
non è un privilegio essere un individuo
con i pensieri al singolare
il giardino era pensato
per l’insieme


Femminicidio. Antje Stehn legge la sua poesia.


La nostra “chiamata alle arti” sta raccogliendo davvero tante adesioni!
Ecco i primi sostenitori (...ma altri ne verranno!):
  • Quarta Parete, spazio teatrale in ArtePassante, Milano
  • PoetryismyPassion, Milano
  • Piccolo Museo della Poesia, Chiesa di San Christoforo, Piacenza, Italy
  • Licio Poetico de Benidorm, World Writers‘ Association, Iran-Germany
  • Kaavya Sanje, India
  • Letters with Wings, Irlanda
  • Forma Fluens, Roma, Italia
  • Circolo Anastasia, Napoli, Italy
  • Salotto culturale J’nan Argana, Marocco-Italia
  • Le Ortique, Italy-Ireland
  • Tessellata Books, New York, USA
  • Jeudi du mots, Francia
  • Cervena Barva Press, USA

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Re: Geografia del dolore femminile
19/12/2022 Maria Teresa Infante
Geografia del dolore femminile
(Nec spe nec metu)

Ho vissuto in terre remote
di nome in nome
lontano dai giochi d’amore

ogni volta che mi hanno lapidata
per ogni pietra ho finto stupore

riconoscermi intatta nonostante smembrata
riscoprirmi un po’figlia d’esistenze illibate
solitudini antiche su di un letto di ortiche.

Ma che fai, perché piangi?

Mi dicesti: sorella
ci hanno solo sventrate e nemmeno sfiorate
che ne sanno del sangue che non vuole mostrarsi
e di guerre mappate tra le costole aperte?

E ti dissi: sorella
qui si spara alla cieca meglio fingerci morte
quando poi torneremo vestiremo piumaggi
di mutate sembianze, nel silenzio imperante

ma ora dormi che è tardi
sorgeremo un altr’anno.


 
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