Sanità: dove vanno i soldi che diamo al privato?

Sapere come funziona il sistema ci aiuta a capire che non basta chiedere pochi o tanti denari in più, ci vuole discontinuità nelle politiche sanitarie. ()
medeconomy
Nell’articolo della scorsa settimana abbiamo cercato di spiegare come in Lombardia la sanità privata sia divenuta via via preponderante provocando il declino del nostro welfare.

Ma per provare a capire come funziona il privato, bisogna andare a spulciare un po' di carte e allora si vede che, per esempio, il policlinico San Donato, vale oggi 104 milioni ed è controllato al 100% dal Gruppo San Donato. È il più grosso gruppo della sanità privata che opera in Italia (per esempio, a Milano, oltre al Policlinico San Donato, sono del gruppo il S. Raffaele, il Galeazzi, la Madonnina, la clinica San Siro… solo per citarne alcuni); nel suo complesso di milioni ne vale 682, e ha un fatturato di 1,88 miliardi di euro (dati 2023).

I conti in tasca
Il policlinico San Donato ricava dalle prestazioni effettuate 192 milioni di euro, di cui 140 circa direttamente dalle ATS per prestazioni svolte in convenzione col SSN, di questi 64 versati da Regione Lombardia. Gli incassi da solventi si aggirano intorno ai 20 milioni di euro.
Ci sono poi sovvenzioni pubbliche di vario genere per un ammontare di 4,7 milioni. E questi anni hanno rappresentato una fase di relativa sofferenza finanziaria dovuta al rilevamento del San Raffaele che era pesantemente indebitato e alla cui acquisizione non si poteva evidentemente dire di no.

I nomi e i cognomi
Questo non ha impedito al Gruppo di corrispondere circa un milione di compensi agli amministratori. (Angelino Alfano presidente, vicepresidenti Paolo Rotelli e Kamel Ghribi, finanziere tunisino con passaporto svizzero, nel consiglio di amministrazione ha seduto Roberto Maroni, pace all’anima sua, una volta esaurita la carriera politica, e siede la signora Augusta Iannini, la potente moglie di Bruno Vespa, già capo del Dipartimento per gli affari di giustizia del ministero sotto Berlusconi e poi vice Presidente dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, e attualmente anche nel consiglio di amministrazione di Lottomatica, che da sola le vale compensi per 160.000 euro.)

e poi c’è la credibilità bancaria...
Né questa sofferenza momentanea ha impedito al gruppo di investire senza sosta grazie a una fiducia del sistema bancario che va al di là delle pur ricche convenzioni con la regione Lombardia.
Lo dimostra un affare concluso fra agosto e dicembre 2023 con la consulenza dello studio Bonelli-Erede: l’acquisizione di American heart of Poland (Ahp), uno dei maggiori gruppi della sanità privata polacca. L’operazione vale 350 milioni di euro garantiti da un prestito dei principali istituti italiani cioè Bnl-Bnp, la capofila, con Intesa, Unicredit e Bpm.

... e il processo di internazionalizzazione
Il nuovo acquisto è stato portato sotto l’ombrello di Gksd, braccio estero di Gsd guidato dal vice presidente Kamel Ghribi. Il gruppo ha portato a compimento anche la costruzione di quattro ospedali a Bassora e del nosocomio militare di Bagdad, la gestione di quello da 500 posti letto a Najaf, in Iraq; la presa in carico dell’ospedale Sheikh Zayed al Cairo e di un altro a Tripoli; la consulenza al governo dell’Arabia Saudita per la riforma del sistema sanitario nazionale; l’accordo con il ministero della Salute tunisino per inserire 100 infermieri all’anno negli ospedali italiani (al momento ne sono entrati 28): progetti che dicono solo in parte del processo di internazionalizzazione del Gruppo San Donato (Gsd), l’operatore leader della sanità italiana, che «vuole esportare qualità e competenze del made in Italy», per dirla con le parole del vicepresidente Kamel Ghribi, «in sempre più Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente». Realtà nelle quali il Gruppo sta aprendo anche numerose “smart clinic” (saranno 18, in totale, le inaugurazioni tra il 2023 e il 2024) e dalle quali sta attirando pazienti privati in Italia. Quelli internazionali hanno oggi un peso del 7%. e costituiranno presto il 10% del giro d'affari totale.

Tantissima finanza, tantissima politica, poca sanità
Come potete ben capire qui c'è tantissima finanza, tantissima politica, poca sanità.
Sono capitali finanziari, intrecciati a più fili con i poteri politici che investono nella sanità, perché in questo momento è uno dei pochi settori che non prevede un calo di crescita.
Solo un esempio: Il mercato globale dei wearables devices (i dispositivi indossabili per il monitoraggio medico) è in fortissima espansione: è valutato attorno ai 21,5 miliardi di dollari (2021) e si prevede una espansione con un CAGR (tasso annuo di crescita composto) del 26,8% dal 2021 al 2028, anno in cui dovrebbe attestarsi attorno ai 112 miliardi di dollari.

Se poi andiamo a vedere le spese per il personale scopriamo che al policlinico San Donato lavorano 1200 persone, di cui 727 medici, di questi 2 assunti e tutti gli altri in regime di lavoro autonomo.

Le ricadute sui cittadini
Quali siano le ricadute per i cittadini è sotto gli occhi di tutti: liste d’attesa interminabili, dover pagare le prestazioni in caso di necessità, con relativo impoverimento e/o rinuncia alle cure. Pericolo di essere sottoposti ad accertamenti o procedure non necessarie. Forse ci si è dimenticati un po’ in fretta del caso dell’ex Clinica Santa Rita, oggi più fiorente che mai sotto altro nome. Ma che nel 2008 portò alla condanna 13 medici e il legale rappresentante per truffa milionaria ai danni del SSN e soprattutto decine di interventi non necessari e addirittura dannosi fino a causare la morte di alcuni pazienti.

Un cambio di passo: dalla logica economica a quella sanitaria
Oggi siamo concentrati sulle liste d’attesa, sul definanziamento, sul dibattito se rendere dipendenti i medici di medicina generale, sul fatto che la spesa sanitaria privata dei cittadini è in continuo aumento. Fino ad oggi chi si è candidato per il centrosinistra alla guida della nostra regione non ha dimostrato di capire che queste sono solo le conseguenze di un sistema creato apposta per drenare i soldi pubblici e quelli dei cittadini verso il privato. Nessuno ha mai provato a segnare una discontinuità nelle politiche sanitarie di questa Regione, che peraltro assorbono quasi l’80% delle risorse economiche, e se si spera di cavarsela mettendo a pioggia quattro soldi in più siamo lontanissimi dalla soluzione.
Bisogna capire quali sono i reali bisogni di salute delle persone, disegnare un servizio che possa rispondere a questi bisogni. Si deve poi volerlo fare e saperlo fare: direi niente di scontato.

Si dovrebbe abbandonare mano a mano la logica delle prestazioni per recuperare quella delle funzioni, riferite a un preciso territorio e a una precisa popolazione con i suoi bisogni, quelli veri. Non quelli indotti dal mercato. Si dovrebbe restituire agli operatori sanitari l’orgoglio di fare un lavoro socialmente utile. Si dovrebbe soprattutto credere che un altro mondo è possibile.

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Re: Sanità: dove vanno i soldi che diamo al privato?
21/03/2025 Augusta Foni
I due articoli sono molto chiari e convincenti: è proprio vero che c'è un nesso fra le nostre singole vicende sanitarie e il macro dell'economia e della finanza. Li ho fatti girare.
Augusta Foni


Re: Sanità: dove vanno i soldi che diamo al privato?
19/03/2025 Edvige Cambiaghi
Grazie dott. Bardi, nostro Dottore di famiglia per tanti anni. Un caro saluto. Edvige Cambiaghi


 
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