Autore: VINCENZO ROBUSTELLI
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L’articolo di Beppe non può essere sufficiente per chiarire il ruolo della amministrazione comunale milanese.
Dietro l’”oggettività” e l’“asetticità” dei dati si nascondono, non importa se volute o meno, una assoluzione dell’amministrazione comunale e una auto-assoluzione per noi tutti per la nostra impotenza che devono essere totalmente rigettate.
Milano non è città come le altre. Abbiamo voluto con la cacciata della Moratti e della destra e con la vittoria di Pisapia, soprattutto nel modo con cui questa è avvenuta, dare un segnale a tutta la sinistra milanese ed anche italiana che era possibile cambiare partendo proprio dalla città di Berlusconi.
Assistiamo, purtroppo, al gioco delle tre carte.
Da una parte la giunta afferma che causa i mancati trasferimenti, l’eliminazione dell ICI, il patto di stabilità, ecc, ecc, cose vere, decise dal governo centrale non è in grado di garantire i servizi se non aumentandone i costi per i cittadini ed aumentare le tasse.
Pena il commissariamento e la diminuzione ulteriore dei trasferimenti.
Dall’altra il governo centrale dice per il debito dello stato (che comunque continua ad aumentare), per i vincoli europei non può fare altro, altrimenti siamo fuori dall’Europa e sottoposti a procedure di infrazione con alti costi e tutela da parte della troika (come se non già avvenisse).
Dall’altra parte ancora l’Europa dice che a causa della globalizzazione i mercati impongono tali politiche.
Per cui il cerchio si chiude con nessun responsabile e tutti assolti.
Nessuno dice che è la scelta di fondo liberista che ci ha portato a questo e che lo stesso Comune di Milano attraverso la sua maggioranza ha accettato questa logica.
Troppo comodo ridurre la lotta politica a confronto di numeri, che pur veri, impediscono di fare il salto cioè di passare da una visione per cui la lotta politica è possibile solo quando ci sono i soldi a quella per cui invece sono le scelte dettate da quale società vogliamo, che determinano a cosa vengono destinati i soldi e quali problemi risolvere.
Beppe dimentica tre cose importanti:
1) I cittadini, tutti quelli che subiscono le scelte governative e locali, potrebbero averne le scatole piene e scendere in piazza (cosa che evidentemente mi auguro e per cui lavoro), ma che “a sinistra” fanno tanta paura.
2) Le scelte “tecniche” cadono sulla testa dei cittadini più bisognosi e non intaccano minimamente se non arricchiscono particolari ceti sociali anche quelli politici-parassitari
3) E’ la politica che manca perchè il suo ruolo è come operare tra interessi contrapposti. E’ questa che avevamo chiesto votando per Pisapia di fare una politica a favore dei cittadini.
La classe politica italiana (di destra e di presunta sinistra) ha fatto la scelta ultraliberista ben oltre quella che fanno altri paesi europei anche se a guida conservatrice.
Pisapia e la sua giunta come anche la maggioranza hanno fatto questa scelta anche se la negano.
Ma sono i fatti, i comportamenti che lo dimostrano e non le dichiarazioni o le posizioni ideologiche e di principio.
1) Pisapia e giunta e di conseguenza la maggioranza hanno scelto di fare comunque Expo che pesa e peserà per i suoi costi sul bilancio di oggi e di domani.
Non solo Expo non è stato rigettato (cosa possibile e a costo limitato) ma sono state accettate ed approvate dalla maggioranza ciò che la destra aveva deciso e a cui l’opposizione alla Moratti aveva sempre votato contro (dalla variante di destinazione dell’area, agli accordi con i proprietari dell’area, dai conflitti di interesse presenti in Expo SpA e in Arexpo) al punto far dire alla Moratti che questo era il suo Expo e alla Rozza che hanno votato “tappandosi il naso”.
2) Il comune ha fatto l’accordo con i sindacati per 650 miseri assunzioni a tempo determinato e 170 stage senza contratto e 18.500 volontari. Il progetto Expo ne prevede 30.000.
3) Pisapia e la giunta hanno accentrato decisioni importanti (come per esempio l’aumento degli abbonamenti dei trasporti) con delibere di giunta e non di consiglio e pertanto senza alcuna discussione. E questo alla faccia della democrazia.
4) Il 50% della giunta non è stata eletta dai cittadini con gli assessorati come il bilancio, i lavori pubblici e il lavoro dati a persone esterne. Queste persone devono rendere conto ai cittadini e non assumere, come fanno spesso, atteggiamenti sprezzanti verso chi li critica o che si pone in contrasto con loro.
5) La coerenza tra maggioranza comunale e maggioranza governativa (Monti-Letta) non può essere nè minimizzata o nascosta perchè non è possibile che le decisioni determinate dal partiti al goveno non possono non essere applicate perifericamente dagli stessi partiti.
Allora è semplicemente ridicolo assistere a finte discussioni o litigi tra persone del comune con parlamentari appartenenti allo stesso partito oppure far finta di avere le crisi di coscienza quando si prendono provvedimenti contro i cittadini (siamo dispiaciuti, siamo costretti, non volevamo, ci piange il cuore, ecc)
6) L’alleanza con il Pd definita già dalle elezioni pesa sulle decisioni di giunta data anche l’irrilevanza politica di SeL e RC o come si dice posizioni “non pervenute”.
7) La scelta di Pisapia di spostarsi verso il PD (appoggio ad Ambrosoli e a Renzi) non può che essere l’accettazione della sua politica
8) La scelta, oramai irreversibile, di colpire i ceti popolari, gli anziani, i disabili oltre che i pensionati, anche se con parziali retromarcie definiscono la logica che guida il governo della città
9) Il finanziamento alle parrocchie e alle scuole private, i soldi per la visita del Papa chiariscono le scelte politiche ed economiche di questa giunta. E vedremo quanto altro scopriremo.
La mia tesi, che ho è già detto e che ripeto, è che l’accordo tra i poteri forti milanesi e Pisapia è stata fatta in occasione del ballottaggio con la Moratti e con intermediario Bassetti.
I pegni sono stati l’Expo e il PGT.
Sul primo ne vediamo gli effetti oggi e li vedremo domani e dopodomani.
Per il PGT occorrerà aspettare ancora.
Ma sui metodi dei rapporti intercorsi tra amministrazione comunale e cittadini c’è da dire ancora molto:
1) Siamo a Settembre 2013 e si parla ancora di preventivo 2013 quando si dovrebbe parlare di preventivo 2014. E’ sempre stato un rimprovero che abbiamo fatto alla Moratti per i ritardi di presentazione dei preventivi.
Ma nessuno si chiede come è stato gestito il Comune in assenza del bilancio 2013?
2) Pensano i cittadini che a dicembre/gennaio a bilancio 2013 approvato non si ricomincerà a dire che mancano i soldi per il 2014? E si ricomincerà con lo stesso gioco delle 3 carte, si riparlerà di vendita del patrimonio pubblico, di aumentare i servizi e le tasse.
3) Come si scaricheranno gli effetti del fiscal compact (ricordiamo votati in Costituzione da PD-PdL con PD al governo di Milano e il PdL che fa opposizione ed un costo complessivo dai 60 agli 80 miliardi di euro) sulla gestione del comune?
Allora caro Beppe, non si può gestire un comune parlando solo di entrate/uscite senza vedere le ricadute sociali delle proprie scelte di cui chiederemo il conto definitivo alle prossime elezioni, mentre nel frattempo si cercherà di creare una opposizione.
Il programma che abbiamo discusso ed approvato è oramai carta straccia e Pisapia ha mostrato una incapacità politica di farsi alfiere dei bisogni e nel migliore dei casi è prigioniero volontario delle logiche del PD.
Se il sindaco, la giunta, la maggioranza e i partiti che la compongono non riescono a governare così come avevano promesso ai cittadini ne devono trarre le conseguenze fino all’estremo invece di farsi strumento di scelte che non condividono.
Si ha paura che vada su la destra? Perchè andando avanti così chi vincerà le prossime elezioni?
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