Città della Salute. I giochi sono fatti?

A maggio il progetto sembrava in crisi, poi c'è stato l'inatteso riallineamento di Maroni e Mantovani, che ora ne parlano come di un'opera fondamentale. E il 26 giugno il voto bulgaro (salvo il 5 stelle) della commissione Sanità regionale che di fatto ha sbloccato tutto. Un iter chiusosi martedì scorso con la fima della convenzione Regione-Sesto. Ora la parola passa alle ruspe e alla cruciale bonifica "ospedaliera" di un'area (Falck) tra le più inquinate d'Europa. Sotto l'attento controllo della Regione, ha promesso Maroni.
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“La Città della Salute e della Ricerca è una delle opere più importanti che ritengo di dover realizzare nel corso del mio mandato da presidente della Regione Lombardia”.

 Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, non si è sottratto ai toni un po' enfatici martedì primo ottobre, in occasione della firma della convenzione tra il Comune di Sesto San Giovanni e la Regione per la cessione delle aree (250mila metri quadri dell’area ex-Falck) necessarie alla costruzione delle quattro grandi torri che dovrebbero ospitare, dal 2019 in avanti il Besta e l’Istituto Nazionale dei Tumori.

L’evento sestese, di fatto, segna la conclusione di tutto l’iter politico e istituzionale del progetto. D’ora in poi la parola passa alle ruspe, alle imprese, e in particolare al gruppo immobiliare Bizzi, proprietario dell’intera area Falck. Oltre un milione di metri quadri, con un enorme progetto immobiliare previsto, anch’esso disegnato da Renzo Piano. 




Bizzi, dimezzando il parco pubblico originariamente previsto nel progetto Piano,  si è impegnato a fornire l’area per la Città della Salute completamente bonificata, e nel giro di diciotto mesi. Poi potranno cominciare i lavori edilizi veri e propri, coordinati da Lombardia Infrastrutture, l’azienda regionale intitolata all’appalto (verso un’azienda costruttrice esterna) che valuterà i progetti esecutivi già l’anno prossimo. Nell’area sorgeranno 75mila metri quadri di edifici, con 660 posti letto sia per l’Istituto Tumori che per i pazienti del neurologico Besta.

Fin qui la tabella di marcia aggiornata resa nota martedì, che sposta avanti di un anno l’entrata in funzione reale della Città della Salute, rispetto ai piani resi noti nel dicembre scorso dal governatore uscente Roberto Formigoni. Ma da allora un po’ di acqua è passata sotto i ponti. Ci sono state le elezioni al Pirellone in gennaio, si è insediata la nuova giunta Maroni, è partita un lunga indagine conoscitiva da parte della commissione Sanità e, a fine maggio, è persino esplosa quella che sembrava la crisi del progetto Città della Salute a Sesto San Giovanni. Sul piatto una forte controversia sul costo (abbastanza astronomico) delle bonifiche necessarie, in un’area ex-siderurgica e tra le più inquinate d’Europa, a ospitare due delicatissimi istituti ospedalieri.




Di qui il tentativo di Bizzi di rivalersi sul precedente proprietario dei terreni (la Risanamento di Zunino) dei costi extra per la messa in sicurezza della Città della Salute. Minacciando, di fatto, il suo ritiro da Sesto. Un impasse durato però solo qualche settimana, ma che ha portato sia Maroni che soprattutto l’assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani (anche lui entusiastico presente alla firma di martedì) a esprimersi criticamente sul progetto nelle aree Falck. E a avviare un’esplorazione di possibili alternative, caldeggiate da numerosi esperti, come il (meno costoso) posizionamento del Besta a Niguarda e il mantenimento dell’Int a Città Studi.

Il 27 luglio, però, lo sblocco. Dopo un incontro tra Maroni, Mantovani e Bizzi. L’intero consiglio regionale (fatta eccezione per il 5 stelle) votava compatto a favore del progetto. Bizzi, in pratica, aveva già dato assicurazioni sulle bonifiche e sulla chiusura della sua controversia con Risanamento. Uno sblocco che poi portava, in sequenza, al voto quasi unanime del Consiglio comunale di Sesto (compresi Sel e ex-Idv), anche qui fatta eccezione per i consiglieri di M5s, quindi allo sblocco, il 30 luglio scorso, dei 40 milioni di competenza del Ministero della Salute. E infine alla firma della convenzione tra Sesto e Regione.

Lieto fine? Qualche domanda resta senza risposta.

Primo. Se a giugno il costo della bonifiche sembrava un problema serissimo per Bizzi, come l’ha risolto?

Secondo. Maroni ha promesso un attento controllo su questa (cruciale) fase iniziale dei lavori. Basti pensare al problema di una falda idrica piena di clorurati. E anche il ministero dell’Ambiente, dato che l’area Falck è un sito di interesse nazionale, dovrà, per legge, essere della partita. Ma quest’ultimo (che con le sue analisi di costo reale delle bonifiche aveva in sostanza determinato la crisi di giugno) per ora tace.

 


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Re: Città della Salute. I giochi sono fatti?
07/10/2013 VINCENZO ROBUSTELLI
Con il mio commento precedente volevo far notare che tutti i partiti sono d'accordo sulla Città della Salute a Sesto.
In regione Lombardia hanno votato tutti a favore escluso il M5S.
Voglio solo ricordare che SeL e Etico non hanno consiglieri.
Vogliamo di tanto in tanto trarre delle conclusioni dalle politiche di interesse comune tra PD-PdL ed ora anche con la Lega e Ambrosoli e SC?
E che non interessa minimamente fare una politica della salute ma solo interessi immobiliari e speculativi?
O vogliamo continuare a dirci che fanno degli errori?

Vincenzo


Re: Città della Salute. I giochi sono fatti?
07/10/2013 VINCENZO ROBUSTELLI
http://www.assdemxmi.it/index.php?id=586
Città della salute: una grande opportunità di sviluppo set 20
Commento di Sara Valmaggi.
E’ stata firmata oggi la convenzione tra Regione Lombardia e Comune di Sesto San Giovanni per la Città della salute. La convenzione, che è stata presentata oggi in una conferenza stampa dal presidente della Regione Roberto Maroni e dall’assessore alla Sanità, Mario Mantovani rappresenta un passo in avanti nella realizzazione di un grande polo pubblico per la cura e la ricerca. Si tratta di un segnale positivo, in una fase politica e istituzionale complessa, un segnale che risponde alla necessità di investimenti in un settore strategico quale quello della ricerca sanitaria. La Città della salute è sicuramente una grande opportunità per Sesto San Giovanni, ma la sua importanza va ben oltre. L’obiettivo è quello di guardare a tutto il contesto dell’area metropolitana milanese, anche in previsione della riorganizzazione del sistema sanitario sul territorio.
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1. Si deve tuttavia guardare l’ operazione anche dal punto di vista della spesa molto elevata, sapendo che esistono a Niguarda strutture in grado di accogliere entrambi gli istituti Besta e Tumori, che potrebbero, se si volesse, usare con poca spesa.
L’ istituto dei Tumori poi ha al suo interno molti spazi non utilizzati dopo l’ apertura della struttura di via Amadeo. Il problema è del Besta, che ha peraltro scarse sinergie con i Tumori. Allora l’ operazione mi sembra più che sanitaria immobiliare, non certo utile per la comunità. Il mantra “non ci sono soldi” stranamente in questo caso non funziona. Perché?
— Giulio Mainoldi • ott 5, 08:32


 
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