Il parere dei saggi

"I grandi interventi infrastrutturali devono essere decisi solo dopo un ampio e regolato confronto pubblico". Nel documento che Mario Mauro, Valerio Onida, Gaetano Quagliariello, Luciano Violante hanno stilato su mandato di Napolitano si dà grande rilievo alla partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica vista come il “tessuto connettivo di ogni democrazia moderna”.
()
isaggi
“Il potenziamento dei diritti dei cittadini e della partecipazione democratica costituisce un pilastro fondamentale per rinnovare la democrazia e la vita pubblica”.
Questo l’incipit del primo capitolo. Parole chiare e semplici. Se non ci si sofferma potrebbero sembrare quasi “scontate”, ma l’istituzionalità del documento e l’autorevolezza della sede e degli autori le rendono profondamente innovative, “rifondanti” perché indicano la strada per superare la crisi profonda che sta attraversando il Paese.

Il documento è breve: sei capitoli, poco più di venti pagine per affrontare i nodi cruciali delle riforme istituzionali in Italia.  Il primo è intitolato “Diritti dei cittadini e partecipazione democratica”. Dopo un richiamo sulla necessità di un ritorno dei partiti al loro ruolo originario, di nobile e libera associazione democratica, il documento passa alla proposta di rivisitazione degli strumenti di democrazia diretta e di democrazia partecipativa, già previsti dalla costituzione, che devono oggi, diversamente normati, divenire reali momenti di consultazione e partecipazione attiva dei cittadini alle scelte politiche rilevanti.

Riportiamo di seguito i paragrafi del documento dedicati all’argomento.

Referendum costituzionale. Si propone di prevedere che le leggi di revisione costituzionale possano sempre essere sottoposte a referendum popolare confermativo.

Referendum abrogativo. Il Gruppo di lavoro segnala cinque interventi che rafforzerebbero l’efficacia del referendum abrogativo come strumento di partecipazione dei cittadini: a) elevazione del numero delle sottoscrizioni in relazione all’aumento della popolazione (nel 1948 gli italiani erano poco più di 46 milioni); b) collocare il giudizio di ammissibilità del quesito da parte della Corte Costituzionale non dopo la raccolta di tutte le firme, ma dopo la raccolta di un certo numero, ad esempio 100.000, adeguate a comprovare la serietà della proposta; c) definire più precisamente i requisiti di ammissibilità anche per fronteggiare il ricorso esasperato alla “tecnica del ritaglio”; d) definire il quorum di validità del risultato calcolandolo nel 50% più uno della percentuale dei votanti nella più recente elezione per la Camera dei Deputati; e) vietare, per un periodo determinato, di ripristinare la norma abrogata e comunque di aggirare il risultato referendario.

Leggi di iniziativa popolare. Si segnala l’opportunità di elevare il numero di firme richieste, per tener conto dell’aumento della popolazione rispetto ai dati del 1948 (vedi sopra) e per dare maggior efficacia politica alla iniziativa. Dalla presentazione del progetto con il numero di firme prescritto deve derivare uno specifico obbligo di deliberazione per le Camere (v. sub. par. 18 lett. e.)

Dibattito pubblico sui grandi interventi infrastrutturali. I grandi interventi infrastrutturali devono essere decisi solo dopo un ampio e regolato confronto pubblico, per favorire la partecipazione dei cittadini a decisioni che hanno impatto rilevante sull'ambiente, come richiesto dalla Convenzione di Aarhus del 1998 e come avviene da tempo in Francia con le legge n. 276 del 2002 dedicata alla “démocratie de proximité”. Il dibattito pubblico deve svolgersi nella fase iniziale del progetto, quando tutte le opzioni sono ancora possibili e deve riguardare tanto l’opportunità stessa della costruzione della grande opera quanto le modalità e le caratteristiche della sua realizzazione. Al dibattito, mediato da esperti estranei al committente, può partecipare tutta la popolazione interessata. I costi sono a carico del committente dell’opera. Dallo svolgimento del dibattito pubblico deriverebbero benefici sia in termini di partecipazione e democraticità delle decisioni sia in termini di speditezza ed efficacia dell’azione amministrativa (che in questo modo non verrebbe più permanentemente condizionata dalle pressioni settoriali e localistiche). Vanno inoltre disincentivate le impugnazioni meramente strumentali.


Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha