Le privatizzazioni non finiscono mai...

Il generale e pericoloso trend di dismettere il pubblico a favore del privato sta diffondendosi in vari
ambiti. Tre ricercatori – del Politecnico e della Bocconi – hanno fatto uno studio sul passaggio a gestione
privata di impianti sportivi della nostra città e ciò che ne è risultato è a dir poco sconcertante.
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Lido Milano
Di seguito la premessa di uno dei tre ricercatori - Tommaso Goisis, Antonio Longo e Alessandro Coppola - al Report da loro redatto, seguita poi dal link al Report stesso.

“A Milano gli impianti sportivi che per un secolo hanno accolto le cittadine e i cittadini per praticare sport
a basso costo e per trascorrere il tempo libero stanno venendo trasformati in spazi di servizi sportivi privati cambiandone la natura e lo scopo.

Le gestione del Lido di Milano, un grande centro balneare che accoglieva fino a 50.000 persone ogni estate, dal 28 luglio scorso è stata affidata a una società privata spagnola, che ha avuto l’assenso del Comune per trasformare la grande vasca popolare della foto in una fontana, per esempio, e per costruire 316 nuovi posti auto.
Una sorte molto simile è possibile che tocchi ai centri balneari Scarioni e Argelati e alla piscina
Cardellino, senza che attualmente siano previsti meccanismi di tutela della tariffa ordinaria di ingresso e di mantenimento delle funzioni sportive di base.

La giustificazione portata dal Sindaco e dalle ultime due assessore allo sport è l’esigenza di far quadrare i
conti del Comune; una premessa sbagliata se - come dovrebbe essere - il valore sociale dello sport non
venisse considerato un costo quanto un investimento nel benessere collettivo.
Con Antonio Longo e Alessandro Coppola abbiamo sentito l’urgenza di mettere in fila tutto quanto stava
succedendo: la vista di insieme è spaventosa. Abbiamo prodotto un report in continuo aggiornamento.
E’ un lavoro a disposizione della politica, dei media, di tutta la città. Soprattutto di chiunque volesse
attivarsi a livello locale o cittadino, per chiedere conto e anche per far cambiare le cose. Ce ne sarebbe un
grande bisogno” (Tommaso Goisis)

Link al documento

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