Guerre e distruzione della democrazia

La ragion pratica (in senso kantiano), e la legge morale a cui la ragione deve necessariamente attenersi, se vogliamo considerarci esseri umani pensanti dotati della capacità di esprimere giudizi e scelte di comportamento razionali, sembra essere scomparsa, dissolta dalla prevaricazione di coloro che hanno creato un sistema di potere dominato da una cerchia di pochi, rappresentato da un capitalismo esasperato in grado di determinare le nostre sorti in un mondo globalizzato a cui non siamo in grado di opporci, in cui possiamo solo essere spettatori, quando non vittime inermi.
Sistema di potere a cui i governi del mondo industrializzato non paiono avere l’intenzione di opporsi, nemmeno in qualche misura per proteggere le popolazioni. Si proteggono in ogni modo, anche il più servile e smaccato, ben dissimulato dalla comunicazione mainstream, le grandi corporazioni che a livello globale controllano finanza ed economia, sfruttando ogni mezzo possibile per accumulare ricchezze, riducendo la guerra a mercato e la pandemia ad occasione di colossali profitti.

Non importa se si rischia il disastro nucleare immediato, la crisi ecologica imminente, morte e devastazione per le popolazioni a cui si dovrebbero assicurare protezione, salvezza e incolumità.
Siamo dominati da un sistema in cui corporazioni sovranazionali ottengono da governi obbedienti favori e privilegi di ogni tipo (paradisi fiscali, cancellazione dei diritti dei lavoratori, del diritto alla salute e all’istruzione, in poche parole abrogazione dello stato sociale). Da altre parti del mondo dove il potere è nelle mani di despoti e dittatori la situazione è di certo peggiore, ma questo non basta a giustificare la distruzione della democrazia che avviene sotto i nostri occhi.

Conseguenze? L’accumulo di ricchezze smisurate, l'aumento delle disuguaglianze, la devastazione del pianeta per non rinunciare allo sfruttamento delle risorse ambientali ancora disponibili.

L’Ucraina ne è un esempio lampante: la ragione vorrebbe che si mettesse fine quanto prima possibile a questa guerra per arrestare le sofferenze di due popoli, quello ucraino e quello russo, e per scongiurare il pericolo di un disastro nucleare, ma su tutto ciò prevalgono gli interessi dell’industria degli armamenti, del traffico d’armi, delle milizie private con il sostegno dei governi democratici da una parte e dei dittatori dall’altra.

Altro esempio rivelatore del cinismo dei protagonisti di questa oscena rappresentazione.
Mentre la guerra è in corso in Ucraina, e molte altre lo sono altrove, le democrazie occidentali, con l’IMF (Fondo Mondiale per gli Investimenti, avente sulla carta come missione la crescita sostenibile e la prosperità dei 190 stati membri attraverso il supporto delle loro politiche economiche che promuovano la stabilità finanziaria e la cooperazione monetaria, essenziali per incrementare la produttività, la creazione di posti di lavoro e il benessere economico), insieme alla World Bank (la Banca Mondiale, organismo che raggruppa cinque istituzioni finanziarie per la ricerca di soluzioni sostenibili per ridurre la povertà e costruire una prosperità condivisa nei paesi in via di sviluppo) hanno organizzato un Forum per spartirsi la ricostruzione dell’Ucraina, paese già dissanguato dall’invio di armi e munizioni che sono servite alla sua distruzione, fornite dalle stesse democrazie occidentali, Stati Uniti in testa, accumulando debiti che non si sa come potranno essere ripagati.
Con l’intervento poi del’IMF e della World Bank il futuro che si prospetta a questo disgraziato paese è disperante, se si considera quello che è avvenuto nei paesi dove i due organismi hanno operato.

Non vedo alternative, solo un risveglio della coscienza civile e di forme democratiche non solo false ed apparenti potrà porre dei rimedi, in qualche parte del mondo è successo e sta succedendo.