Istantanea di genere di sviluppo sostenibile

La relazione del 2022 sui “Progressi sugli obiettivi di sviluppo sostenibile” dell’ONU del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali, Divisione Statistica, e UN WOMEN, mostra come il mondo non sia sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030. ()
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Negli ultimi tre anni sono intervenuti degli avvenimenti che hanno contribuito a ridurre ulteriormente le prospettive per l’uguaglianza di genere : il covid, la guerra in Ucraina e tutte le altre guerre , la crisi climatica. Le migrazioni a causa dei cambiamenti climatici, guerre, conflitti e violazioni dei diritti umani creano tensioni nei paesi europei e nordamericani.

“La violenza contro le donne rimane elevata; le crisi sanitarie, climatiche e umanitarie globali hanno ulteriormente elevato i rischi di violenza, sopratutto per le donne più vulnerabili. La rappresentanza delle donne nelle posizioni di potere e nei processi decisionali rimane al di sotto della parità.
Attualmente è disponibile solo il 47% dei dati necessari per monitorare i progressi sull’SDG 5, rendendo le donne e le ragazze effettivamente invisibili.
È giunto il momento di investire nelle donne e nelle ragazze.”

I dati esaminati sono relativi all’intero pianeta su: povertà estrema, insicurezza alimentare, accesso all’istruzione, accesso alla sanità e all’aborto sicuro, tutele legali rispetto alla violenza sessuale o fisica, mutilazioni genitali femminili, accesso all’acqua.

Naturalmente i dati più importanti per i paesi industrializzati e sviluppati hanno meno rilevanza nei paesi più poveri dell’area africana sud-sahariana , Asia occidentale e meridionale, dove diversi indici sono lontani o molto lontani dal traguardo desiderato per il 2030. "Al ritmo attuale di progresso, potrebbero volerci 286 anni per rimuovere le leggi discriminatorie e colmare le lacune prevalenti nelle tutele legali per le donne e le ragazze",
Gli indicatori più rilevanti, ma meno perseguiti, in quei Paesi, sono l’accesso all’istruzione e alla salute; la violenza e le mutilazioni; la povertà e la fame e i diritti giuridici. L’accesso all’acqua e all’energia pulita sono fuori portata di donne e ragazze anche in Asia, a cui, per motivi religiosi o economico-giuridici, è interdetta l’eredità delle terre o la custodia dei figli. Le maternità precoci mettono a rischio la vita delle ragazze spesso denutrite e le escludono dall’accesso all’istruzione ove possibile.
L’accesso all’istruzione e alla cura sono senza dubbio i maggiori stimoli all’emancipazione , non per niente vengono negati nei paesi più arretrati come l'Afghanistan e altri paesi mediorientali.

Nei paesi più sviluppati la situazione è migliore, gli obiettivi sono vicini, ma sono peggiorati negli ultimi 3 anni. Le donne detengono solo un terzo degli organi decisionali locali. La chiusura di scuole e asili nido significano assistenza non retribuita a livello globale per le donne. Solo una donna su 3 occupa posizioni di manager/supervisori. Solo il 26%
dei paesi dispone di un sistema completo per tenere traccia delle allocazioni del budget di genere. Meno orario di lavoro, salari più bassi e oneri ingiusti di cure non retribuite bloccano le prospettive delle donne nei mercati del lavoro.

L’occupazione femminile rimane al di sotto dei livelli pre pandemici; rispetto all’accesso all’istruzione si nota come persistano i pregiudizi sulle capacità femminili nelle professioni scientifiche, solo 2 su 10 lavorano nel campo della scienza, dell’ingegneria, della tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Stem). l’indipendenza economica delle donne è ancora da raggiungere, eppure è dimostrato che nei paesi, nei quali un maggior numero di donne lavora, lo sviluppo economico migliora, perché le donne posseggono tenacia e capacità organizzative.

Anche nei paesi occidentali, alcuni obiettivi, peggiorativi per le donne, vengono adesso imposti per spingere le donne ritornare a un ruolo subalterno da casalinghe. Sono retaggi patriarcali (e il linguaggio usato ne rivela l’intezione sottaciuta) praticati da politiche sovraniste che criminalizzando il diritto all’aborto, le famiglie omogenitoriali, i diritti civili, tagliano i fondi per gli asili nido, le scuole materne, il tempo prolungato, i servizi sociali e la sanità, rendendo difficile alle donne con figli la prosecuzione di un’attività lavorativa, se non c’è la famiglia dei nonni a supportarle.

Istituzioni forti che sostengano società giuste e pacifiche non sono tuttavia possibili senza donne, ma ci sono poche donne nelle posizioni giudiziarie e nelle forze di polizia.

I finanziamenti per l’uguaglianza di genere non tengono il passo con la crescente gravità delle sfide globali e il contraccolpo contro i diritti delle donne.

I 17 obiettivi fondamentali dell’ONU vengono declinati con 51 obiettivi di genere, di cui si consiglia la lettura:
“Progress-on-the-sustainable-development-goals-the-gender-snapshot-2022-en_0 it.pdf”

In Italia il governo di destra cerca di imporre un’inversione culturale anche per quanto riguarda i diritti delle donne e la libertà personale ad uso diversivo da più gravi problemi e contradditorio.

Persino nell’uso linguistico: naturale, nativista , nazionalismo, nazione, madre, famiglia, donna cristiana, ministero della famiglie e della natalità, ministero dell’istruzione e del merito, riecheggiano stereotipi di 100 anni fa, donne che fanno figli per la patria,che si fanno carico dei servizi sociali domiciliari.

Fontana presidente della regione Lombardia non ha mai pronunciato la parola donna nel suo discorso d’insediamento e nonostante ci siano fondi del PNRR, non dedica fondi per i servizi dedicati a diminuire la distanza di genere, anzi, opera tagli al numero dei consultori, alla sanità terrtitoriale, ostacola l’uso della pillola RU486, dell’aborto, l’assistenza post parto.
Nella regione con il più alto tasso di femminicidi si parla semplicemente di omicidi e non ricevono fondi i centri antiviolenza che non forniscono dati sulle donne in pericolo di vita. Intanto i dati sui femminicidi sono sempre più preoccupanti: 14 femminicidi in Italia nel solo mese di marzo 2023.

In compenso spende 10 milioni per la certificazione del rispetto delle assunzioni paritarie, norma che ora il governo ha annullato, perché le donne devono restare a casa.
Intanto il settore sanitario manca di medici di base, di pediatri, infermieri. Cresce la distanza con i paesi più prossimi a noi come la Francia e la Germania dove esistono servizi per giovani e donne che aiutano il loro inserimento nel mondo del lavoro.



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