In piazza per difendere il Servizio Sanitario Nazionale

Sabato 1° Aprile, in Piazza Duomo, dalle 15:00 alle 18:00, mobilitazione in difesa della sanità pubblica. Per saperne di più: un articolo di Agnoletto su ciò che si può fare fin da ora e un workshop sulle Case di Comunità organizzato dall’Istituto Mario Negri. ()
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Organizzata da Medicina Democratica, dal Forum per il Diritto alla Salute, Campagna Dico32! e Rete Europea contro la Commercializzazione della Salute, questa manifestazione pare essere uno di quei pochi momenti in cui si prova a rimettere al centro dell’attenzione e del dibattito politico una questione essenziale come quella del progressivo smantellamento della sanità pubblica che rischia di cambiare drammaticamente e per sempre il volto dell’assistenza nel nostro Paese (con la Lombardia come capofila).

La salute è un bene irrinunciabile. Questo l'assunto della mobilitazione in difesa del Servizio Sanitario Nazionale che il 1° Aprile chiama in Piazza Duomo tutte le cittadine e i cittadini lombardi che credono che la salute sia un diritto da difendere e non una fonte di profitto. Quelli che pensano che la prevenzione, la cura e la riabilitazione debbano essere le colonne portanti del SSN; quelli che non si rassegnano a passare da “utenti” del servizio pubblico a “clienti/consumatori” di servizi sanitari offerti, forse prontamente, ma a caro prezzo; e anche quelli che non si sono dimenticati di quanto successo in Lombardia con la pandemia.

La lettera di Agnoletto

In una lettera al direttore del Quotidiano Sanità, Agnoletto indica "alcune soluzioni possibili già da ora” e individua “gli strumenti a disposizione dei cittadini e degli operatori sanitari per modificare l’attuale situazione” pur “essendo comunque ben consapevole, della necessità di cambiamenti profondi e strutturali che richiedono non solo tempi più lunghi, ma anche un accumulo di forze, alle quali vogliamo portare il nostro contributo anche con questa iniziativa”.
Parla quindi di liste d’attesa, di stabilizzazione del personale sanitario precario, di riduzione dell’esternalizzazione dei servizi, di divieto di appalto al privato delle Case di Comunità, di aumento degli orari di apertura degli ambulatori…
Crediamo di far cosa gradita e utile ai nostri lettori riportando qui l’intero suo scritto.

Un workshop al Mario Negri
Nell’assordante silenzio dei politici lombardi, che sembrano occupati da tutt’altro, c’è però chi il problema di come si stia riorganizzando l’assistenza territoriale socio-sanitaria in Lombardia se lo è posto davvero ed ha avviato iniziative per analizzare lo stato dell’arte e per discuterne.
Salute. A che punto siamo in Lombardia? Questa la domanda che giovedì 30 marzo aprirà il Workshop su “Case della Comunità e riforma dell’assistenza territoriale” promosso dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS.
In Aula Guasti, i primi interventi saranno di Livio Garattini sulla riforma dell’assistenza territoriale, e di Angelo Barbato sui risultati preliminari dell’Indagine sulle Case di Comunità in Lombardia condotta dall’Istituto Mario Negri. A seguire i lavori del workshop "aperto a tutti gli stakeholder e gli operatori" che si occupano di queste strutture.
In una prima parte dell’incontro si confronteranno esperienze diverse, con testimonianze dalla Lombardia, dalla Toscana e dal Portogallo. Successivamente in una Tavola Rotonda moderata da Angelo Barbato si affronteranno le criticità e i nodi da risolvere in Lombardia: dall’implementazione della riforma dell’assistenza territoriale, alla realizzazione di un lavoro multidisciplinare all’interno delle Case di Comunità, fino al tema cruciale dell'organizzazione di una reale integrazione socio-sanitaria che coinvolga la comunità e i territori.

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