Arrivano i nostri! O no?

Ancora sui vaccini. Ultime notizie dalla Lombardia. ()
bertolaso
Grandi cambiamenti nelle catene di comando delle truppe che stanno scendendo in campo come San Giorgio alla caccia del drago-virus o come Uberto che tagliò la testa del biscione (poi visconteo) per salvare il bambino. Un Generale di nome Francesco P. Figliuolo ha sostituito il contestato Arcuri e ha preso, con piglio, in mano tutta l’organizzazione per il supporto logistico della lotta alla pandemia e più precisamente la campagna vaccinale.

Intanto “addavenì” vaccino per tutti e sembra che il vizio italico di non stare in fila abbia avuto qualche migliaia di peccatori veniali, mai denunciati, semmai invidiati. Spalleggiati dai vari ordini professionali, hanno cercato di farsi vaccinare in frotte scavalcando gli steccati delle priorità fissate dal piano vaccinale nazionale e regionale. Così un professore universitario milanese (sembra di storia) ha chiesto candidamente: “Come mai hanno vaccinato lui e non la madre novantenne”. La risposta è che i rettori universitari, a nome del corpo docente, hanno innalzato il loro grido di dolore e la richiesta di essere tra i beneficiati dal tocco vaccinale.
Notai, avvocati, geometri ecc. hanno avuto, sembra, la precedenza. Come a Napoli è già avvenuto, si dice, che i dipendenti dell’Ospedale San Paolo abbia inserito tra i vaccinandi legittimi, parenti e conoscenti.

Alcuni numeri
Certo è che guardando i numeri del 9 marzo in Lombardia la campagna vaccinale è rallentata non solo dalla carenza di forniture, ma anche da una eccessiva prudenza che fa rilevare che solo il 72% delle dosi disponibili è stato utilizzato (800.000 su 1,2 milioni consegnate). Con differenza tra i vari tipi: mentre per quello marcato AstraZeneca rimangono il 70% per essere impiegate, Moderna il 60% e quello Pfizer solo il 10%. Pur nella carenza generale, non c’è molta trasparenza su come è avvenuta la somministrazione tra le varie categorie aventi la priorità.

Aver più di ottant’anni in Lombardia
La cosiddetta fase 1 bis della strategia vaccinale lombarda prevedeva entro la fine di marzo la vaccinazione dei 750.000 ultraottantenni invece ad oggi ne sono state fatte circa 136.000 ed ormai le scorte dei vaccini Pfizer e Moderna sono in esaurimento. Così il nuovo responsabile neoeletto dall’Assessore Moratti, Pavesi, ha confessato in terza commissione regionale. In questa categoria troviamo coloro che a decine di migliaia hanno avuto l’avventura di “prenotarsi” e di credere che nel giro di pochi giorni sarebbero stati chiamati. Alcuni dei 130.000 sono stati convocati per presentarsi entro poco tempo, altri hanno dovuto recarsi in centri a distanza di parecchi kilometri. I rimasti fuori, ahi loro, dovrebbero mettersi in pace perché sembra che «quello che si poteva per le categorie più fragili come gli ultraottantenni, lo abbiamo fatto». Ergo «servono non meno di due mesi per completare la vaccinazione degli over 80» ha aggiunto Pavesi in una sua dichiarazione all’Eco di Bergamo (10 marzo).

Arrivano i nostri
Ma, tranquilli, ci pontifica il presidente Fontana, in una intervista del Giornale di Brescia di ieri, con disinvolta sicumera, alla domanda: “Presidente Attilio Fontana, cosa sta succedendo?” Risponde: “La prima parte della vaccinazione, quella legata alle case di riposo e ai medici, è andata a conclusione in modo fluido, rigoroso, compresa la seconda dose che non era scontata. Non nego che ci siano stati alcuni problemi legati alle convocazioni successive: sono però casi circoscritti, li abbiamo individuati e li stiamo risolvendo. Le contestazioni a prescindere, spesso strumentali, non giovano a nessuno. Abbiamo chiesto aiuto anche a Poste Italiane perché metta a disposizione la sua esperienza. Gli errori servono anche per essere emendati, risolti.”
D: “C’è chi sostiene che la Regione dovrebbe chiedere scusa...”.
R: Vede, chi lavora può sbagliare. Non sbaglia solo chi non fa. Personalmente non ho problemi a chiedere scusa, ci mancherebbe. Vorrei però la reciprocità e cioè che ci chiedessero scusa anche quelli che un anno fa ci hanno sbeffeggiato perché indossavamo la mascherina, dicendo che stavamo danneggiando l’economia del Paese. Non era scena. Era purtroppo una necessità. E dopo lo hanno capito tutti. Accetterei volentieri le loro scuse».
Lascio leggere le altre perle di saggezza politica e sanitaria, non avendo cuore di commentarle, anche perché la realtà in Lombardia non è così rosea come la dipinge l’avvocato Fontana.

Travolti dalla terza ondata?
Nonostante tutta la sua incessante “opera”, cari ragazzi, è arrivata la terza ondata e la curva dei contagi che aveva un po’ traccheggiato negli ultimi 15 giorni ha ripreso a salire mettendo ancora una volta in stato di emergenza terapie intensive e riempendo i ricoveri per coloro con forme meno aggressive. Anche dal fronte vaccini, mentre scrivo, le già ridotte riserve sono state ulteriormente impoverite: una partita di vaccini AstraZeneca è stata ritirata precauzionalmente dalla Regione in quanto presumibilmente non idoneo, come segnalato dall’AIFA.
Ma in compenso sono arrivate le scuse del factotum Bertolaso per le centinaia di anziani convocate a Niguarda per errore e stazionate in attesa nei prati antistanti tra le margherite. Il superconsulente ingaggiato da Moratti e Fontana è instancabile: ieri è volato in elicottero per accompagnare il medico della ATS di Varese in una frazioncina del Varesotto per vaccinare otto residenti (nemmeno ottantenni).


Immagine d'apertura: anziani fuori dal centro vaccinale di Niguarda - Tratta dalla pagina Facebook di Guido Bertolaso (che si scusa per l'errore!)

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