Il morbo infuria e sugli ospedali sventola bandiera bianca

Oggi domenica – 25 ottobre - per noi tutti è una strana alba di un futuro incerto. Solo dieci giorni fa sembrava che, benedetta dal destino, l’Italia non fosse coinvolta dallo tsunami pandemico continentale. Ora … ()
bandiera bianca 1
… ci siamo risvegliati rivivendo il brutto sogno e la triste realtà della primavera.
La speranza – si dice – è l’ultima a morire, ma a volte l’irragionevole speranza o la sottovalutazione del rischio e del pericolo può far dimenticare ogni cautela personale e ai nostri politici di mettere in atto in tempo le politiche di prevenzione collettiva.
Durante la strana estate abbiamo assistito quotidianamente alle trasmissioni in cui molti emuli di Zangrillo ci hanno assicurati che il virus si era depotenziato oppure che quello che spadroneggiava nell’emisfero sud (Brasile ecc..) era di un’altra razza o che i milioni di colpiti erano di altre razze e diversa condizione sociale. Ci siamo cullati in questa dolce e precoce amnesia, certi che i nostri governanti nazionali e locali avessero un piano A, un piano B e un piano C per evitare il ritorno al tragico marzo lombardo. Di piani ne sono stati fatti in questi mesi da parte del Governo e - chi più chi meno - dalle Regioni. Fare un elenco di tutti i provvedimenti – leggi, ordinanze, delibere ecc. – sarebbe forse un esercizio inutile se non per mostrare come le decisioni del governo abbiano trovato resistenze da parte delle Regioni nella loro interpretazione e applicazione immediata. L’autonomia regionale, tanto rivendicata, ha rivelato – a mio parere – in questa emergenza tutta la sua fragilità e inefficienza nell’affrontare in maniera concorde, immediata ed efficace il contenimento e la prevenzione della pandemia. Solo alcuni esempi.

Piano per la vaccinazione antinfluenzale
Alcune Regioni hanno prontamente acquistato più dosi del necessario per soddisfare il potenziamento dettato dalla programmazione del governo, altre si sono attardate (Lombardia ex prima della classe) nell’acquisto o sono riuscite a pagare quattro volte il prezzo di mercato, poche (tra cui la Lombardia) sono state completamente incapaci di garantire per tempo la distribuzione delle dosi vaccinali ai Medici di base. Vedremo se questo ritardo (voluto o determinato da incapacità) avrà degli effetti negativi aggiuntivi a quelli determinati dal Covid19.

Piano potenziamento ospedaliero
Il Governo con il decreto Rilancio ha disposto che ogni Regione formulasse in breve tempo un Piano di potenziamento ospedaliero per la creazione di reparti dedicati al trattamento dei casi COVID, aumento dei letti di terapie intensive, aumento della strumentazione necessaria e aumento delle assunzioni del personale sanitario e di supporto. I Piani sono stati presentati e anche la Lombardia si è allineata, ma oggi veniamo a sapere che tra il deliberare e il fare c’è spesso uno spazio di tempo a volte inaccettabile. Quanti nuovi letti di terapia intensiva sono stati attivati in piena efficienza? La tabella qui sotto potrebbe rincuorarci e garantirci che l’accesso ai reparti di cura intensiva non sarà affidato alla potenzialità di questi. Bisogna anche dire che la Lombardia ha riattivato – oltre a quelle indicate - le due strutture a tendone presso la Fiera di Milano e Bergamo. Le notizie che ci martellano dai telegiornali invece ci preoccupano quando ci fanno vedere cortei di autoambulanze pieni di pazienti Covid in attesa di accedere al pronto soccorso. Non si sa se nel periodo estivo quanti PS hanno attivato corridoi di accesso differenziati.

Rimuovo un momento l’amnesia e rammento a tutti voi la delibera del 5 agosto e il comunicato regionale trionfante susseguente, da cui sembrava che tutto fosse pronto per arginare piccoli e grandi tsunami futuri.

Il Piano del 5 agosto (estratto dal comunicato stampa di Gallera)

Le segnalazioni e la diagnosi

L'attivazione del sistema di monitoraggio avviene attraverso: i datori di lavoro … e la successiva segnalazione ai medici di riferimento; il sistema della medicina territoriale (MMG, Pediatri, medici di continuità assistenziale) a seguito del riscontro/segnalazione di sintomatologia sospetta da parte dei cittadini/assistiti.

'Punto cardine della diagnosi è l'esecuzione dei tamponi, che avviene entro 48 ore dalla segnalazione, per la conferma di un caso - aggiunge l'Assessore Gallera - mentre il contact tracing è l'attività che sta alla base del contenimento dei casi secondari. Il tampone in ambito extraospedaliero a partire da settembre verrà prenotato direttamente da parte di Medici di famiglia e di Continuità assistenziale, Pediatri, medici USCA, Medici Competenti, medici delle Strutture socio - sanitarie residenziali, contestualmente alla segnalazione del caso sull'apposito cruscotto informativo.


Ma solo da pochi giorni è possibile prenotarsi presso la ATS per l’effettuazione dell’esame.
Il dato positivo è che sono aumentati considerevolmente sia il numero delle persone sottoposte sia il numero degli esami, quasi raggiungendo le altre Regioni.


Screening e carotaggi
Le ATS programmano a scopo preventivo l'effettuazione di screening mediante tampone nasofaringeo ai lavoratori impiegati:
- nei comparti agricolo, alberghiero/ricettivo e della ristorazione in prevalenza stagionali, anche tenuto conto delle condizioni abitative temporanee con elevata promiscuità sociale,
- nei poli logistici di distribuzione, stante l'elevata esposizione in territori con diversi profili di rischio epidemiologico;
- nel trasporto pubblico;
- al personale che assiste al domicilio soggetti anziani/fragili (badanti);
- a lavoratori per i quali la ATS rileva contestualmente situazioni di rischio nell'ambito lavorativo e condizioni abitative temporanee con elevata promiscuità sociale;
- al personale sanitario anche convenzionato e socio sanitario come da precedenti indicazioni;


Le ATS organizzano, d'intesa con le ASST, l'esecuzione dei test al domicilio mediante USCA, ADI/ADI COVID-19, infermiere di comunità/di famiglia a seguito delle segnalazioni e delle prenotazioni effettuate.

1. Non risulta alcun significativo potenziamento delle strutture in personale e tecnologie anche informatiche addette alle inchieste epidemiologiche, controllo dei contatti stretti ed effettuazione dei tamponi a tutti i contatti stretti anche asintomatici.
Ancora al 30 agosto, da dati del Ministero della Sanità la Regione Lombardia non era in grado di raggiungere il completamento delle inchieste epidemiologiche, ma si fermava al 79% contrariamente al resto delle altre Regioni e Province Autonome che, salvo la Liguria (al 64%), superavano il 99%.
Inoltre rispetto alle indicazioni nazionali di potenziare il personale addetto all’attività di tracciamento e di raggiungere, come altre regioni hanno fatto, il rapporto di 1 operatore ogni 10.000 abitanti Regione Lombardia risultava avere 0,4 addetti a tale funzione per 10.000 abitanti. Questo ha impedito l’efficacia delle attività di prevenzione, come testimoniato dalla grave ammissione da parte di ATS che settimana scorsa ha dichiarato di non poter garantire i tracing.

2. Non sono stati potenziati i Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria per le attività di sorveglianza sulle comunità quali scuole e luoghi di lavoro.
La separazione delle funzioni dei preesistenti Dipartimenti di Prevenzione tra ATS e ASST-Ospedali separando la prevenzione delle malattie infettive da quelle direttamente alla persona (vaccinazioni, tamponi etc) sta creando un caos organizzativo. Inoltre si è rinunciato ad utilizzare I laboratori di Sanità pubblica per il potenziamento delle attività diagnostico laboratoristiche per il COVID, preferendo l’utilizzo di varie strutture ospedaliere e/o ambulatoriali spesso private.

3. Non sono stati potenziate le USCA arrivate ad un massimo di 55 e ora già in diminuzione. Da ciò la difficoltà ad assistere malati paucisintomatici e i contatti asintomatici.


La sorveglianza
Le ATS effettuano sorveglianza telefonica, almeno ad inizio e fine quarantena, per tutti i casi ed ai contatti stretti, fermo restando il monitoraggio clinico in capo al MMG/PLS anche con sistemi di Telesorveglianza e avvalendosi del supporto della USCA e ADI COVID-19.

Anche questo obiettivo/proposito risulta seriamente compromesso per le ragioni esposte prima

L'isolamento
L'isolamento dei casi sospetti e successivamente accertati – sottolinea l'assessore Gallera - nonché dei contatti di caso costituisce l'intervento più importante per il controllo dell'insorgenza di casi secondari e quindi di cluster. A fronte delle segnalazioni che pervengono dai diversi soggetti coinvolti, sia dell'area sociale che dell'area sanitaria di inadeguatezza domiciliare delle condizioni necessarie a realizzare il corretto isolamento, l'ATS all'occorrenza ne dispone l'effettuazione presso una struttura dedicata'.
In sintesi si possono pertanto prevedere due tipologie di strutture:
- Strutture alberghiere o simili destinate a soggetti asintomatici/paucisintomatici, autonomi che non hanno condizioni abitative idonee o vivono in comunità, nelle quali è necessario un presidiodi sorveglianza sanitaria di base, che non comporta la presenza continuativa medica o infermieristica;
- Strutture residenziali che permettano di assistere pazienti dimessi dall'ospedale o che comunque non possano effettuare l'isolamento domiciliare in condizioni di sicurezza.

Non si conoscono altri COVID HOTEL operanti in Lombardia. Il 24 agosto ATS di Milano ha fatto un bando per acquisire strutture, ma andato a vuoto. Nuovo Bando solo 5 giorni fa.

26 ottobre, parla Sala in Consiglio Comunale: “Stamani ci siamo nuovamente incontrati per offrire la nostra collaborazione a distribuire servizi nei confronti dei cittadini milanesi. In particolare si stanno individuando spazi per le quarantene e per i positivi non gravi, al fine di alleggerire il più possibile il carico sugli ospedali, a seguito della positiva esperienza dell’hotel Michelangelo è già attiva la struttura dell’Aereonautica Militare a Linate e nei prossimi giorni si aprirà un nuovo spazio nel quartiere
Adriano; altre potranno seguire"

Potenziamento e riorganizzazione rete di assistenza territoriale
In ogni territorio di competenza, le Agenzie per la Tutela della Salute, attivano e assumono la direzione dello specifico tavolo di Coordinamento per la Rete Territoriale (CRT) nel quale sono rappresentati le diverse componenti, anche professionali, dell'offerta sanitaria e socio-sanitaria pubblica e privata accreditata, le rappresentanti della Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, i Comuni e i Piani di Zona, prevedendo delle articolazioni legate ad una suddivisione territoriale di minori dimensioni(rif. Distretto).

La creazione dei Coordinamenti per la Rete Territoriale è stata disposta dalla Regione: tutte le ATS le hanno istituite. Sicuramente una prima forma di organizzazione e di coordinamento, ma non si conoscono le iniziative e soprattutto se hanno permesso l’effettivo collegamento tra Medici e Ospedali.

In Regione avevano davvero pensato a tutto?
Forse, ma alla prima ondata crescente di casi, per numero analoga a quelle punte di aprile, i cittadini che si rivolgono alle strutture, ai MMG ecc. trovano pronta assistenza e risposta? Sembra di no, tutto l’esercito pronto sulla carta sembra già in affanno.
Se Bergamo e Brescia non denunciano molti casi, l’asse pandemico sembra spostarsi nella metropoli, a Varese e nella Brianza.
Il numero dei tamponi è triplo di quello di aprile ma le ATS si dichiarano impotenti a soddisfare le richieste e soprattutto ad effettuare quel tracciamento dei casi che sembra essere il vero rimedio per contenere il contagio.
Ogni ATS ha diligentemente istituito il tavolo di Coordinamento per la Rete Territoriale, ma non si conosce cosa discutono e decidono queste riunioni di tutte le rappresentanze professionali e dei dirigenti delle strutture pubbliche e private.
L’assetto degli Ospedali è stato cambiato. Ora nuovi reparti Covid vengono approntati. L’attività normale per curare le altre malattie viene di nuovo sospesa senza avere recuperato quella pregressa.
Le code per fare i tamponi si allungano.
I decreti governativi e le ordinanze regionali si accavallano per ridurre i contatti e i movimenti ma chi potrà giudicare e richiamare alle proprie responsabilità chi presiede al nostro diritto costituzionale di essere curati? Purtroppo non è finita qui…

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