Perché tanti morti?

Milano 2030 si ribella e chiede il commissariamento della sanità lombarda. La rete di associazioni, partiti e movimenti politici che ha già raccolto oltre 77.000 firme, ha inoltrato al ministro Speranza un dossier circostanziato sollecitando un intervento eccezionale da parte dello Stato. ()
tanti morti
In base all’articolo 117 titolo V della Costituzione che prevede la nomina di un commissario ad acta da parte del governo, nel caso di gravi inadempienze da parte di una amministrazione regionale, Milano 2030 ha inoltrato un dossier documentato al ministro Speranza per sollecitare questo intervento eccezionale. Questa richiesta è stata supportata e condivisa da 77.000 firme virtuali.
Riportiamo stralci del documento che suona come atto di accusa per la Giunta lombarda che ha causato, con le sue scelte politiche e operative di ieri e di oggi, una strage che non ha riscontro finora a livello mondiale. Sono scattate molte inchieste della magistratura, la Giunta ha nominato una commissione d’inchiesta interna, ma oggi l’eco incessante che suona in Lombardia è il coro di rabbia e di lutto e una domanda: perché tanti morti?


La proposta di esercizio del potere sostitutivo da parte dello stato.
Le scelte politiche e l’inefficienza gestionale della Regione Lombardia hanno prodotto gravi danni ai cittadini lombardi. Alcuni sono ormai irreparabili o sono stati solo tardivamente e parzialmente corretti, ma riteniamo che chi ha gestito con pessimi risultati la prima fase della pandemia, non potrà gestire in modo credibile la delicata transizione alla seconda fase.

Nell’immediato sono urgenti i seguenti provvedimenti.

• Dotare in quantità sufficiente di dispositivi individuali di protezione i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e tutto il personale socio-sanitario che opera nei presìdi e nei servizi territoriali pubblici e del privato accreditato e non, e nelle strutture socio-sanitarie residenziali, sottoponendo tutti a un monitoraggio continuo del rischio di contagio attraverso l’esecuzione di
tamponi e di altre misure di sorveglianza che si renderanno disponibili, individuando e tempestivamente isolando i casi infetti, avviandoli ai necessari percorsi terapeutici.

• Attuare un monitoraggio del rischio di contagio per gli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali e di altre strutture residenziali destinate a disabili o a persone con problemi di salute mentale, attraverso l’esecuzione di tamponi e di altre misure di sorveglianza che si renderanno disponibili, individuando e tempestivamente separando i casi infetti dagli altri ospiti. A tale scopo reperire quando necessario soluzioni residenziali temporanee attraverso la requisizione di alberghi o altre strutture idonee.

• Predisporre strutture di tipo ospedaliero transitorie, fuori dagli ospedali, per pazienti Covid con pochi sintomi o necessità di assistenza respiratoria non invasiva, dotati di servizi propri, radiologici e di laboratorio, con personale dedicato appositamente assunto, utilizzando,
oltre ai finanziamenti messi a disposizione dai provvedimenti governativi, anche i fondi delle donazioni pubbliche disponibili.

• Attuare il monitoraggio a domicilio dei casi infetti in isolamento domiciliare, dei casi con Covid dimessi dagli ospedali, estendendolo ai contatti a rischio individuati attraverso un sistema di tracciamento. Potenziare a tale scopo le Unità speciali di continuità assistenziale, rendendone operativa 1 ogni 50.000 abitanti, ampliando la loro operatività con protocolli d’intesa coi comuni. Nei casi in cui un adeguato isolamento a domicilio non sia possibile, reperire soluzioni residenziali temporanee requisendo alberghi o altri edifici idonei.

• Garantire a tutti i cittadini i dispositivi individuali di protezione, attraverso una distribuzione gratuita nelle farmacie o in altri presidi territoriali facilmente raggiungibili.

• Predisporre un piano per la rilevazione dei rischi negli ambienti di lavoro, l’individuazione e la messa in atto delle misure di sicurezza necessarie a tutelare la salute dei lavoratori e il monitoraggio costante delle condizioni di lavoro, verificando la dotazione di risorse umane, strutturali e tecnologiche delle Unità 0perative per la Prevenzione e Sicurezza ambienti di lavoro delle ATS. Provvedere, se necessario, al loro adeguamento anche attraverso l’assunzione delle figure professionali richieste.

• Garantire le procedure di pulizia, disinfezione e sanificazione nei luoghi di lavoro a rischio Covid secondo il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid negli ambienti di lavoro, di cui alla circolare n° 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute.

La Regione Lombardia ha omesso di emanare o dare attuazione, in tutto o in parte, a questi provvedimenti indispensabili per la gestione dell’attuale emergenza sanitaria. Ciò ha configurato in Lombardia le circostanze di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica e per la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, tra cui il diritto alla salute di cui all’articolo 32 della Costituzione, indicate dal comma 2 dell’articolo 120 della stessa, che richiedono l’esercizio da parte dello Stato del potere sostitutivo nei confronti della Regione, con la nomina di un commissario ad acta.


Fonte dei dati e dei grafici: Monitoring COVID-19 evolution in Italy.
Nell'ultima tabella elaborazione della redazione sulla base dei dati forniti dalla Protezione civile, aggiornamento al 3 maggio 2020.

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