Commissariare la sanità in Regione Lombardia al più presto

La petizione per il commissariamento della sanità lombarda ha superato in pochi giorni 75.000 firme, una cifra davvero ragguardevole, ma è ancora aperta. La richiesta verrà ora inoltrata al Ministero della Salute. ()
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Le vittime del Coronavirus in Lombardia rappresentano quasi il 50% del totale su tutto il territorio nazionale. Attilio Fontana rifarebbe tutto come prima, nonostante l’evidenza che il sistema sanitario lombardo debba essere radicalmente ribaltato, nessun ripensamento, nessuna ammissione che qualcosa non ha funzionato. A questo punto il governo regionale è un problema, non la soluzione.

Le responsabilità addebitabili ai vari livelli dell’organizzazione sanitaria in regione e nelle ATS - Agenzie di tutela della salute (un ossimoro viste le inadempienze, le decisioni di non dotare il personale delle necessarie protezioni individuali, di non curare i ricoverati di età superiore ai 75 anni con sintomi da COVID-19, e così via) - verranno accertate nelle sedi opportune. Ma non possiamo di certo aspettare che la giustizia compia il suo corso, come si dice, e attendere che sia la magistratura a dare una risposta a tutti coloro che hanno perso congiunti e amici, lasciando le cose come stanno.
Intanto è urgente che si prenda atto dei comportamenti e delle dichiarazioni dei responsabili, e si provveda a tutelare la salute dei cittadini perché il virus è sempre in circolazione e la prossima fase 2 presenta criticità di gestione e difficoltà di intervento non inferiori a quelle che si sono dovute affrontare all’insorgere dell’epidemia.

Non è accettabile sentir dire dal presidente lombardo che rifarebbe tutto come prima, che se responsabilità ci sono vanno attribuite ai tecnici, che alcune decisioni erano di competenza altrui, che si è cercato di montare una speculazione politica per approfittare della situazione.

E non è nemmeno accettabile che non venga data alcuna spiegazione sulla indisponibilità di dispositivi di protezione individuale per medici e operatori sanitari, sulla drammatica carenza di attrezzature per il trattamento delle patologie respiratorie, sulla insufficienza delle postazioni di terapia intensiva, sull’assenza di reagenti e personale per effettuare tamponi, sullo smantellamento della medicina di base con la progressiva riduzione del numero dei medici di famiglia e la riduzione dei presidi sanitari sul territorio. Non riconoscere che a queste situazioni occorre porre rimedio significa venir meno alla propria funzione istituzionale, al ruolo di massimo garante della salute dei cittadini lombardi, dimostrando tutta l’inadeguatezza e l’incapacità di essere all’altezza della situazione.

La fase 2 richiederà l’attuazione di provvedimenti a salvaguardia della sicurezza delle persone, dovranno essere messe a disposizione milioni di mascherine, dotazioni e attrezzature per il personale sanitario, erogate prestazioni per analisi sierologiche e tamponi in massa. Come si concilia tutto ciò con una gestione sanitaria che sino a ieri ha privilegiato il privato, che ha considerato e trattato il paziente come utente e non come persona, senza alcuna attenzione ai costi che ricadranno sulla comunità? Ancora oggi la regione risponde al cittadino che richiede un tampone di rivolgersi a una struttura privata, pagando di tasca propria cifre fuori controllo.

Questo è il link per firmare la petizione che richiede il commissariamento della sanità lombarda.