Fake news, veleno e antidoto

Il 1o aprile è il giorno in cui ogni scherzo vale e le bufale sono accolte con un sorriso. Ma già dal 2 aprile fino al 31 marzo successivo sono invece una piaga. ()
factcheckers bis
Internet è sempre più veicolo di notizie false e, tra le più gravi, vi sono quelle diffuse a scopo elettorale.
Oggi ci sono agenzie specializzate che, a pagamento, producono e diffondono in modo mirato informazioni tendenziose. E così la lotta alle fake news è diventata sempre più difficile. Poynter l’associazione che a livello internazionale si impegna per contrastarle ha scelto il 2 aprile come data per la giornata del fact-checking, cioè del controllo di notizie.

Si tratta di una competenza che il cittadino di oggi si trova a dover sviluppare.

In Italia ci aiutano i professionisti di factcheckers.it che ci forniscono sul loro sito la Guida galattica per esploratori di notizie strutturata con una serie di carte da gioco con domande e risposte. Impariamo così come verificare con pochi click l’autenticità di un profilo Facebook, di un’immagine Instagram, di un video di You Tube.
Vi troviamo semplici trucchi per verificare una notizia verosimile ma che parla un po’ troppo alla pancia. C’è da essere grati agli sviluppatori anche per la chiarezza e la veste grafica del sito.
Se volete mettere alla prova le vostre capacità di fact-checkers trovate anche un quiz.

Esistono anche dei siti dove si possono trovare le smentite alle bufale più in voga del momento. Le pratiche di debunking, cioè di smascheramento, però non sembrano essere la soluzione, infatti le informazioni false vengono spesso condivise all’interno di circuiti chiusi da chi trova conferma ai propri pregiudizi. Uno studio pubblicato dal PLOS Institute ha mostrato addirittura che le argomentazioni fornite da chi cerca di smascherare le fake news sono spesso sfruttate da chi vi crede per rafforzare la propria narrativa. Inoltre il volume dei falsi ha superato il livello contestabile e spesso la smentita non può raggiungere il pubblico in tempo per evitare il danno.

Per questo alcuni sostengono la necessità di attuare un sistema di certificazione a monte delle notizie, che verrebbero così riconosciute con un bollino (in questo caso un QR code) proprio come i prodotti Bio.

Il problema riguarda la sopravvivenza della democrazia ed è complesso a tal punto che ci sembra troppo grande da affrontare. Ma riguarda anche ognuno di noi sia quando accediamo a una notizia sia quando la condividiamo.

Il problema sono solo i falsi o anche le informazioni superficiali, affrettate, parziali a cui in pochi anni ci siamo assuefatti?

Internet è una rivoluzione tecnologica rapidissima e l’educazione al suo uso corretto non è andata di pari passo. Ben vengano i fact-checkers di professione ma nessun antidoto può funzionare senza un’educazione diffusa all’uso di internet.
E aggiungerei senza un certo grado di condivisione sociale del valore della verità.

La verità è un’esigenza fondamentale dell’intelligenza, diceva S.Tommaso d’Aquino.

Concludo con le parole di un grande cercatore di verità che, seppur in un contesto diverso, ci dà un elemento di riflessione importante su come rapportarsi a chi diffonde il falso.

Gandhi afferma: “Nel nostro caso (parla del dialogo degli indiani con gli inglesi) non è possibile venire facilmente ad un accordo perchè i nostri ideali sono radicalmente diversi...il semplice appello alla ragione non dà frutti quando i pregiudizi sono profondamente radicati e basati su una pretesa autorità religiosa. La ragione deve essere rafforzata dalla (nostra) sofferenza (intesa come pazienza e buon esempio) e la sofferenza apre la strada alla comprensione. Non dobbiamo essere impazienti e dobbiamo avere una fede inesauribile nei mezzi che adottiamo".

Sembra di leggere i risultati dello studio riportato sopra sulla difficoltà di arginare le fake news con semplici smentite.

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