15 marzo, 1000 piazze in sciopero per il clima e per i beni comuni.

Il 15 marzo lo sciopero globale lanciato in tutto il mondo a difesa del clima, un invito a tutti i giovani a difendere il loro futuro e insieme ai meno giovani a difendere i beni comuni. ()
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Di fronte alla minaccia ormai innegabile e da tempo proclamata dagli scienziati, ma disattesa quasi ovunque dai governi e dalla classe politica dominante, di un cambiamento climatico che sta procedendo a ritmi sempre più accelerati e causa disastri ambientali a cui non siamo in grado di porre rimedio, si sta diffondendo a livello globale, finalmente, la protesta dei giovani.
Una protesta dilagata dopo che Greta Thunberg, una ragazzina svedese, è apparsa su internet apostrofando senza mezzi termini e reticenze i rappresentanti dei governi presenti alla Conferenza sul Clima 2018 (vedi il video) a Katowice in Polonia accusandoli di ingannare e rubare il futuro ai giovani poiché da anni organizzano incontri, fanno dichiarazioni e lanciano proclami senza mai prendere alcun serio provvedimento.

Greta sta animando e guidando la reazione giovanile contro questa situazione di immobilità e ignavia dei potenti del mondo noncuranti dell'ormai accertato innalzamento della temperatura sul pianeta terra. Avrà conseguenze catastrofiche, ma non sembra preoccupare chi ha la responsabilità di agire politicamente (al riguardo il comportamento dell’amministrazione Trump meriterebbe una presa di posizione mondiale intransigente e determinata, al di là di ogni opportunismo politico di parte).

Greta ha iniziato a scioperare nel settembre 2018 davanti al parlamento svedese , dapprima da sola, poi raccogliendo adesioni, e non ha smesso di farlo ogni venerdì, sino a che il suo messaggio non è arrivato a smuovere l’intera opinione pubblica svedese. Un messaggio raccolto dai giovani di altre nazioni, che si è diffuso rapidamente dando origine al movimento “Fridays for Future”.
Da queste premesse partono le manifestazioni promosse in 40 paesi per un “Global Strike for Future”, il 15 marzo in tante città in tutta Italia, compresa Milano, (vedi qui).

Un messaggio raccolto anche, è il caso di dirlo, dai meno giovani promotori del Comitato Popolare per la Difesa dei Beni Pubblici e Comuni “Stefano Rodotà”, che hanno aderito allo sciopero del 15 marzo.

Il clima è certo un bene comune assoluto, comporta la salvaguardia delle acque, del verde, dell’aria, della terra dalla cementificazione, dal disboscamento, dallo sviluppo di un sistema di produzione agro-industriale che basato sull’impiego di coltivazioni e allevamenti intensivi e altamente inquinanti.

Non dovrebbe essere necessario promulgare una legge a difesa dei beni comuni, esistono norme e prescrizioni, forse ad abundantiam, a protezione delle acque, dell’aria e dell’ambiente, perché pensare che sia necessario definire e proclamare per legge che i beni comuni sono pubblici e vanno difesi in quanto tali?

Perché la situazione attuale a livello globale è dominata da un incontrastato sfruttamento dei beni comuni in nome dell’accaparramento delle risorse e dei profitti che derivano, in nome di un’economia liberista dominante, grazie ad una concentrazione del potere effettivo nelle mani di pochi predatori, non saprei come diversamente definirli, che si sottraggono senza particolari difficoltà ad ogni responsabilità sociale, umana, morale, impunemente.

La crisi di valori che oggi viviamo deriva dalla completa sudditanza al potere economico-finanziario imperante da parte del potere “politico” e da una democrazia “apparente", concessa ai cittadini sempre più sul piano formale e non sostanziale. Un motivo sufficiente per considerare necessaria e improcrastinabile una legge che ribadisca i principi già contenuti nella Costituzione a salvaguardia del bene comune.
Una necessità imposta non solo dalla crisi della democrazia, ma anche dal fatto che oggi l’impatto della popolazione mondiale, arrivata a 7 miliardi di individui, non permette di lasciare lo sfruttamento delle risorse a beneficio di pochi predatori compromettendo l’equilibrio ecologico del pianeta a danno di tutti

Siamo a una svolta, lo affermano studi e ricerche scientifiche condotte da tanti enti e istituzioni indipendenti, e mi sembra che i cittadini dovrebbero nella situazione attuale prendere in seria considerazione ogni possibile azione di partecipazione diretta a favorire l’esercizio della sovranità popolare.
La proposta del Comitato Rodotà per la raccolta di un milione di firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare e la costituzione di una Società Cooperativa di Mutuo Soccorso a difesa del bene comune, partecipata dai cittadini con azioni di 1 euro ciascuno, mi sembrano due passi concreti, e a alla nostra portata, per impedire che la situazione volga al peggio senza porvi rimedio.

“Un modo concreto di essere testimonianza e di lavorare insieme a cittadine e cittadini, in tutto il mondo, che lavorano e lottano per consegnare un mondo migliore alle generazioni che verranno” è scritto nell’invito del Comitato Rodotà a partecipare allo sciopero del 15 marzo.

Per firmare a favore del Global Climate Strike:

Per aderire al Comitato Rodotà, "collabora con noi":
https://www.benicomunisovrani.it/render.php?page=15

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