Operazione scali ferroviari: fase 3, la trattativa Comune/FS.

Conclusi i lavori delle Commissioni Comunali Istruttorie sulla riconversione degli scali ferroviari di Milano. Si apre la fase 3, la trattativa sull’Accordo di Programma da parte dell’assessore Maran con FS Sistemi Urbani srl. Tutto procede come previsto. ()
accordo comune Fs

Abbiamo seguito la questione scali ferroviari sin da quando il sindaco Sala dichiarò che questa operazione era in cima alle priorità della sua agenda, un Accordo da concludere in fretta, per superare l’impasse in cui era incorsa la precedente amministrazione.

Nessuno ha spiegato quali fossero i motivi che richiedono tanta urgenza, se non il fatto che la questione si sta trascinando da svariati anni. In proposito va notato come nel tempo i termini degli accordi siano man mano divenuti di certo più sfavorevoli per il Comune di Milano a tutto vantaggio della controparte FS.

I cittadini hanno questa volta avuto modo di approfondire un tema che in precedenza era passato in sordina, nonostante l’importanza di assoluto rilievo per lo sviluppo futuro dell’urbanistica milanese, e che, forse anche per questa opacità, la giunta precedente non era riuscita a condurre in porto.

Abbiamo avuto modo di capire come le critiche sollevate a suo tempo agli affossatori di quell’Accordo di Programma fossero del tutto infondate e che ci fossero molti validi motivi per rimetterne in discussione l’impianto complessivo, che mal rispondeva agli interessi preminenti della comunità cittadina. La nuova giunta ha deciso allora di cambiare approccio, non per tener conto dei rilievi mossi, ma per proporre una discussione trasparente di fronte alla cittadinanza, coinvolgendo esperti e competenze professionali in un confronto con le opposizioni e le categorie professionali. Almeno nelle intenzioni dichiarate in accordo con le linee guida approvate all’unanimità in Consiglio Comunale nel novembre 2016 sulla materia.

La fase1 – Workshop Scali

Abbiamo assistito quindi ad un cambio di strategia da parte dell’amministrazione, di concerto con FS, non più trattative in sordina, senza dar troppo nell’occhio, ma trasparenti, con la partecipazione dei cittadini, percorsi di ascolto, incontri pubblici e apertura di tavoli tecnici. Si è avviata in questo modo la fase1, apertura di un confronto con i cittadini e le componenti sociali, il Workshop Scali, gestito da FS, aperto a chi volesse prendervi parte per porre sul tavolo le prospettive in tema di risorse, mobilità, verde, urbanistica, cultura offerte dal recupero di grandi aree dismesse, ormai parte integrante del tessuto urbano. Furono presentati in quell’occasione i cinque importanti studi di architettura a cui FS aveva affidato l’incarico di elaborare “visioni” progettuali. La documentazione su cui impostare i progetti era quella già definita in occasione della precedente trattativa sull’Accordo di Programma, con l’input determinante di rispettare l’indice di edificabilità concordato in quella sede.

Ne abbiamo riferito in articoli a cui rimandiamo (workshop scaliintervista sugli scali) e da cui si può rilevare l’assenza di qualsiasi intendimento volto a costruire una reale partecipazione, almeno nel senso che va dato a questo termine quando si riferisce ad un processo di coinvolgimento dei cittadini in una decisione che spetta al potere politico assumere.

La fase 2. Le visioni, l’ascolto dei cittadini attraverso i Municipi e degli esperti con il Tavolo Tecnico.

Abbiamo seguito da vicino il percorso di ascolto durante i primi mesi del 2017 in Municipio 3, sino all’esito conclusivo culminato con la delibera assunta sullo scalo di Lambrate ai primi di maggio. Definire un momento di partecipazione questo percorso è un eufemismo, beninteso avendo precisato cosa si vuol intendere con il termine partecipazione, come sopra accennato.

Abbiamo apprezzato la buona volontà dell’assessora Bruzzese; ha organizzato incontri pubblici, la visita per un gruppetto di volonterosi allo sconosciuto scalo di Lambrate, la presentazione delle “visioni” proposte da due degli studi incaricati da FS, ha condotto la consultazione dei cittadini tramite 40 schede pervenute al Municipio. Ottimo lavoro, in linea con le promesse dell’assessore Maran, quando ha assicurato che si sarebbero sentiti i cittadini, in nome del nuovo corso che fa della trasparenza un impegno della nuova giunta. Ma non si venga a spacciare per consultazione, dibattito pubblico o confronto con i cittadini quello che è stato messo in pratica.

Abbiamo letto oggi gli articoli pubblicati su Arcipelago Milano da due tecnici invitati al Tavolo Tecnico, gli architetti Emilio Battisti e Gabriele Mariani, tavolo istituito per acquisire alcuni contributi consultivi da parte di esperti del settore.

Sono stati espressi e motivati pareri difformi da quelli espressi dall’amministrazione, riportate le critiche sollevate dai cittadini e da eminenti esperti contrari al merito e alla sostanza del precedente Accordo, che viene invece in pratica di nuovo posto come punto di partenza per una trattativa da condurre a vantaggio di chi, della città o di FS?

Dovrebbe essere scontato che rilievi essenziali relativi alle questioni in esame, anche in antitesi a quelli della maggioranza vengano rinviati ad una pubblica discussione in Consiglio Comunale, quando si dovrà dare il mandato ad una trattativa per conto dell’amministrazione, ma così non è avvenuto.

E qui si conclude la fase 2 dell’operazione scali FS.

La fase 3. La trattativa finale.

L’assessore Maran, da sempre convinto che il vecchio Accordo di Programma costituisca una buona base da cui partire e supportato dalle conclusioni che deriveranno dalla mozione preparata dai due presidenti della Commissione Consiliare Congiunta Urbanistica e Mobilità, Monguzzi e Ceccarelli, potrà ora sedersi al tavolo con FS e non è difficile immaginare quale ne sarà l’esito, viste le premesse.

Nessuno dei motivi per cui il vecchio accordo di programma è stato rigettato ha avuto la minima considerazione durante queste fasi propedeutiche, motivi che mettevano in discussione i principi imprescindibili da cui un’amministrazione che cura gli interessi dei cittadini dovrebbe partire. Quali sono gli interessi primari da tutelare, quelli della comunità locale o quelli dell’operatore pubblico che persegue fini di bilancio in contrasto con quelli locali, chi deciderà in futuro in quale direzione e come gestire la trasformazione urbanistica della città, l’amministrazione per conto dei cittadini o il gruppo FS, atipico operatore immobiliare che vuole valorizzare aree ottenute dal demanio per ben diverse finalità e sulle quali ora tratta con il Comune alla stregua di un qualsiasi immobiliarista privato? Le prerogative di FS meriterebbero di essere chiarite e approfondite, un tema da trattare in altra sede, ma certo qui da considerare dopo avere constatato come vengono esercitati i ruoli e le funzioni di competenza dell’operatore pubblico della mobilità su strada e ferrovia.

Come una ciliegina sulla torta la mozione che presenta il sunto dei lavori delle Commissioni Consiliari conclude chiedendo che si garantiscano “... tutte le necessarie procedure di partecipazione e condivisione (anche con strumenti innovativi) con continuità, insieme ai Municipi coinvolti, in tutto il processo di attuazione delle aree coinvolte (masterplan, strumenti attuativi) attraverso un percorso Modello Milano di "Debat Public”.

Restiamo in attesa di avere maggiori ragguagli sul Modello Milano di “Debat Public”, mentre gli sviluppi e le conclusioni si avranno nei prossimi mesi quando il Consiglio Comunale sarà chiamato a deliberare sul frutto di questa trattativa e dovrà farlo accettando o respingendo l’Accordo.

Si potrebbe concludere dicendo, tutto procede come previsto, ossia archiviando l’incidente di percorso della giunta Pisapia con una bella toppa. Le future trasformazioni urbanistiche di Milano e dintorni verranno gestite coniugando urbanità e profitti a vantaggio di un operatore pubblico che mira alla privatizzazione del sistema. Un bel risultato per le generazioni a venire, non dovremmo permettere che questo avvenga.


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