Bozza per le linee di indirizzo del Municipio 3 per lo scalo di Lambrate: serve più politica
Venerdì 21 aprile si è svolta una Commissione Territorio in cui è stata presentata una bozza delle linee di indirizzo del Municipio 3 sullo scalo Lambrate.
Una mia riflessione sul testo
(Paolo Morandi)23/04/2017
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Una mia riflessione sul testo
(Paolo Morandi)23/04/2017
Per una relazione sull'andamento della Commissione del 21 aprile, rimando all'articolo di Paolo Burgio.
Come anticipato nel titolo dell'articolo, penso che il vero limite della bozza proposta (in allegato il testo) sia l'assenza di una visione politica più generale sulla trasformazione degli scali.
Dagli anni 30, all'epoca della costruzione della nuova infrastruttura ferroviaria della città con la costruzione della Stazione Centrale e lo spostamento delle linee nell'attuale disegno, le Ferrovie non sono più intervenute nel riassetto ferroviario della città, pur essendo questa decuplicata per dimensione e residenti. Se si esclude la fondamentale opera del Passante Ferroviario, il rapporto della città con le ferrovie è stato di sudditanza. Da un periodo di grande sviluppo industriale permesso anche dalle infrastutture su ferro, dopo la dismissione delle industrie, i rilevati ferroviari sono stati una veria cesoia all'interno della città, la cui scarsa pulizia, le difficoltà di transito, l'inquinamento acustico e non solo, sono stato un onere enorme dato dalla città alla ferrovia. Se si pensa che solo adesso, a fronte di un intervento speculativo per quanto riguarda gli scali in dismissione, e per l'intervento dal basso dei cittadini per lo sfruttamento dei magazzini raccordati della tazione centrale, si comincia a discutere seriamente del rapporto ferrovie/città, si capisce quanto l'argomento sia stato sempre messo in secondo piano.
Eppure l'investimento sul ferro per una città come Milano, soffocata dai problemi di traffico ed inquinamento, è di importanza primaria.
Proprio questo è il punto: a questa bozza manca del tutto qualcosa che dica all'amministrazione comunale questa parte di visione, ed eppure nei diversi incontri è stato un discorso uscito più volte.
Quello che penso è che l'accordo di programma, a differenza di quello precedente, debba includere dei vincoli ancora più stringenti su questi fronti:
Scendendo nei particolari della bozza, proprio in merito a quanto enunciato prima sui limiti della mancata visione politica sull'impianto generale dell'accordo, penso che possa essere pericolosa l'aggiunta suggerita da Mariani e raccolta da Monzio Compagnoni relativa alla riduzione della volumetria introducendo la dicitura 'non superiore allo stretto necessario per le opere di bonifica'. Penso però anche che si debbano porre dei limiti più precisi non tanto di quantità di volumetrie, quanti di collocazione (da cui la conseguente drastica riduzione ):
Sono d'accordo con Mariani sulla necessità di revisionare l'ordine dei punti del documento, anzi, relegherei ad un allegato la parte dei desiderata emersi dai questionari e ciò darebbe maggiore enfasi ai punti veramente importanti del documento e cioè il d (riduzione volumetria) ed il punto e (visione di insieme).
Io personalmente poi chiederei da questo documento una richiesta all'amministrazione comunale sulla destinazione dei proventi di oneri di urbanizzazione e di cambio di destinazione per lo scalo di Lambrate la realizzazione del parcheggio di interscambio a Rubattino e la realizzazione di una metropolitana leggera o linea tramviaria veloce Rubattino-Piola e comunque infrastrutture legate alla mobilità locale.
Come anticipato nel titolo dell'articolo, penso che il vero limite della bozza proposta (in allegato il testo) sia l'assenza di una visione politica più generale sulla trasformazione degli scali.
Dagli anni 30, all'epoca della costruzione della nuova infrastruttura ferroviaria della città con la costruzione della Stazione Centrale e lo spostamento delle linee nell'attuale disegno, le Ferrovie non sono più intervenute nel riassetto ferroviario della città, pur essendo questa decuplicata per dimensione e residenti. Se si esclude la fondamentale opera del Passante Ferroviario, il rapporto della città con le ferrovie è stato di sudditanza. Da un periodo di grande sviluppo industriale permesso anche dalle infrastutture su ferro, dopo la dismissione delle industrie, i rilevati ferroviari sono stati una veria cesoia all'interno della città, la cui scarsa pulizia, le difficoltà di transito, l'inquinamento acustico e non solo, sono stato un onere enorme dato dalla città alla ferrovia. Se si pensa che solo adesso, a fronte di un intervento speculativo per quanto riguarda gli scali in dismissione, e per l'intervento dal basso dei cittadini per lo sfruttamento dei magazzini raccordati della tazione centrale, si comincia a discutere seriamente del rapporto ferrovie/città, si capisce quanto l'argomento sia stato sempre messo in secondo piano.
Eppure l'investimento sul ferro per una città come Milano, soffocata dai problemi di traffico ed inquinamento, è di importanza primaria.
Proprio questo è il punto: a questa bozza manca del tutto qualcosa che dica all'amministrazione comunale questa parte di visione, ed eppure nei diversi incontri è stato un discorso uscito più volte.
Quello che penso è che l'accordo di programma, a differenza di quello precedente, debba includere dei vincoli ancora più stringenti su questi fronti:
- edilizia convenzionata e sociale: le percentuali dell'edilizia a canone sociale e concordato devono essere aumentate rispetto a quella del precedente accordo (23% di edilizia sociale di cui il 58% a patto di futura vendita, 29% a canone concordato e solo il 13% a canone sociale: circa 370 alloggi di 60mq) e deve essere più equilibrata la distribuzione sui diversi scali (precedentemente erano previsti su 3 soli scali, con una percentuale del 90% sul solo scalo Lambrate)
- rivalutazione del valore dei terreni dal cambio di destinazione d'uso: nel decreto 'Sblocca Italia' del 2014 alla voce "Contributo straordinario sul maggior valore generato da variante urbanistica (art. 16, commi 4 lett. d-ter e 4-bis)" si dice che almeno il 50% del maggior valore in conseguenza di variante urbanistica in deroga o con cambio di destinazione d’uso deve essere versato al Comune come contributo straordinario ed è vincolato alla realizzazione di opere pubbliche e servizi da realizzare nel contesto in cui ricade l’intervento. Nel precedente accordo c'era genericamente la voce della destinazione del 50% delle plusvalenze. Teniamo conto che l'attuale valore dei terreni è 0 mentre con un SLP del 50% il valore del puro terreno è di almeno 1000 € al mq, quindi parliamo di 25 Mln di €.
- destinazione delle plusvalenze: è necessario che le plusvalenze date dalla realizzazione dell'attuale accordo debbano essere destinate totalmente, da parte di FFSS, alla mobilità regionale
- mitigazione dell'impianto ferroviario: secondo me dovrebbero essere inseriti nell'accordo di programma precisi impegni da parte di FFSS di protezione dei rilevati ferroviari con barriere antirumore, pulizia e manutenzione dei rilevati, pulizia e manutenzione dei sottopassi, ammodernamento, miglioramento ed ampliamento dei passaggi
Scendendo nei particolari della bozza, proprio in merito a quanto enunciato prima sui limiti della mancata visione politica sull'impianto generale dell'accordo, penso che possa essere pericolosa l'aggiunta suggerita da Mariani e raccolta da Monzio Compagnoni relativa alla riduzione della volumetria introducendo la dicitura 'non superiore allo stretto necessario per le opere di bonifica'. Penso però anche che si debbano porre dei limiti più precisi non tanto di quantità di volumetrie, quanti di collocazione (da cui la conseguente drastica riduzione ):
- mantenimento di un corpo unico a verde con l'area di San Faustino e continuità del verde con quello realizzato nell'ambito della trasformazione De Nora
- mantenimento del campo da calcio esistente
- eliminazione costruzioni perspicienti agli edifici dei ferrovieri
- rispetto dei vincoli aeroportuali e di distanza dal rilevato (possibilmente non andando in deroga ai 30mt per permettere la creazione di funzioni quali, ad esempio, la ciclabile nord-sud o il passsaggio di un tram)
Sono d'accordo con Mariani sulla necessità di revisionare l'ordine dei punti del documento, anzi, relegherei ad un allegato la parte dei desiderata emersi dai questionari e ciò darebbe maggiore enfasi ai punti veramente importanti del documento e cioè il d (riduzione volumetria) ed il punto e (visione di insieme).
Io personalmente poi chiederei da questo documento una richiesta all'amministrazione comunale sulla destinazione dei proventi di oneri di urbanizzazione e di cambio di destinazione per lo scalo di Lambrate la realizzazione del parcheggio di interscambio a Rubattino e la realizzazione di una metropolitana leggera o linea tramviaria veloce Rubattino-Piola e comunque infrastrutture legate alla mobilità locale.