MEZZAGO. un comune a cinque stelle

In una cittadina della bassa Brianza di 4.000 anime, ciò che è straordinario è diventato patrimonio di una “normale” quotidianità. Da decenni, infatti, è andata creandosi una situazione quasi unica di partecipazione attiva degli abitanti in una miriade di associazioni, gruppi di volontariato, istituzioni culturali di grande pregio e alcune centinaia di cittadini che operano attivamente in opere di solidarietà sociale.
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Mezzago
Siamo nell’era dell’informazione globale, ma di Mezzago, a Milano, si sa soltanto che “c’è il Bloom”, un bel locale dove si fa (tra l’altro) musica live. Nessuno è a conoscenza delle sue 30 associazioni, dei suoi 600 cittadini attivi su 4.000 abitanti, dei circa 2.000 iscritti a una qualche associazione, del Maggio mezzaghese dove, per festeggiare l’“asparago rosa” - riportato in auge una decina di anni fa come ortaggio pregiato a Denominazione comu¬nale -, per quattro settimane si svolgono eventi culturali, feste, incontri di ogni tipo, gestiti interamente dalla Pro loco; nessuno sa che lì c’è una delle poche scuole medie statali a in¬dirizzo musicale, dove 25 ragazzini di 12-14 anni hanno fatto risorgere la banda musicale del paese, che gira festosa per le strade durante il Maggio e in altre ricorrenze, e durante le cerimonie di gemellaggio con alcune città europee; e che lì c’è un’Accademia di musica di livello internazionale costruita dentro un palazzo medievale col lavoro volontario dei soci di una Cooperativa edilizia di grande prestigio, che affonda le sue radici negli anni Venti del Novecento.

Un elevato grado di fiducia fra le componenti sociali
Mezzago è un esempio di pianificazione territoriale partecipata (per il PRG attorno al 2000 e per il PGT attorno al 2009) vitalizzato però da una forte presenza di “cittadini attivi” e di associazionismo ben oltre le scadenze della pianificazione amministrativa; vi sono elementi di rinascita economica locale (attorno alla coltura dell’asparago) affiancata da forti politiche di salvaguardia degli spazi aperti; la raccolta differenziata dei rifiuti è vicina al 70%; la costruzione di “spazi pubblici di nuova generazione” si connette a una tradizione almeno trentennale di buona amministrazione coniugata a un “gusto per la partecipazione” assai diffusa nella cittadinanza (circa 600 “cittadini attivi” su poco più di 4.000 abitanti).

La caratteristica fondamentale è un elevato grado di fiducia tra le più diverse componenti sociali: non c’è solo una diffusa circolazione di informazioni, ma anche una relazione virtuosa e “multidimensionale” tra le numerose espressioni associative, e tra queste e le istituzioni. Per fare solo qualche esempio, la Pro loco (nata a fine anni Ottanta) svolge la funzione di associazione umbrella per l’elaborazione congiunta di tutta una serie di iniziative, per il finanziamento annuale di singoli progetti e, soprattutto, per l’organizzazione del Maggio mezzaghese, che attorno alla rinascita dell’“asparago rosa” vede per un mese l’intera comunità impegnata in una miriade di eventi culturali, gastronomici (“Sagra degli asparagi”), di autoespressione
artistica anche con “gruppi di strada”.

Le associazioni di volontariato
L’Associazione volontari, formata da giovani pensionati, si occupa dell’assistenza degli altri anziani secondo un nuovo modello di Welfare, gestisce un centro diurno e un luogo di incontro estivo (“Boscoincittà), e nel periodo del “Maggio” gli stessi volontari si occupano della preparazione degli asparagi e della gestione del ristorante presso l’antico “Palazzo Archinti”. In gran parte delle associazioni è assente qualsiasi concetto di autoreferenzialità, tanto che dal 2010 l’accoglienza annuale di bambini della Bielorussia viene organizzata da un’attività “a rete” tra le più diverse entità: volontari, associazione “Help for children”, Parrocchia, Pro loco. La memoria storica si esprime non tanto nella ricerca sull’antico passato dei frati Umiliati che tra il XIII e il XIV secolo hanno svolto in Palazzo Archinti attività di artigianato tessile, quanto nella valorizzazione dello “spirito cooperativo”, che ha origine nel 1920 con la fondazione della locale Cooperativa agricola, che poi ha esteso le sue competenze in campo edilizio, economico (finanziamento della Cooperativa asparagicoltori) e soprattutto culturale facilitando l’insediamento nei suoi edifici del Bloom (locale di musica live con iniziative culturali polivalenti) e soprattutto la nascita dell’Accademia di musica in
Palazzo Archinti (di proprietà della Cooperativa), accademia prestigiosa di livello internazionale, i cui locali sono stati ristrutturati a metà degli anni Novanta col lavoro volontario degli stessi soci della Cooperativa.

Le amministrazioni di sinistra
A livello politico abbiamo la svolta del 1975, anno in cui ha inizio una serie di amministrazioni di sinistra particolarmente “virtuose”, con il sindaco Franco Asnaghi che ha avviato la sensibilità ambientale e stimolato la nascita della Pro loco e dell’Associazione volontari; e poi il sindaco Vittorio Pozzati che ha dato vita alle grandi realizzazione infrastrutturali (Biblioteca/Centro polifunzionale, primo piano regolatore partecipato), economiche (coltura dell’asparago, CAAM, marchio De.Co); e l’attuale sindaco, che con l’aiuto di nuovi consiglieri e assessori giovani ha potenziato gli interventi in campo giovanile (Spazio giovani) e sviluppato soprattutto la difesa delle aree verdi e degli spazi aperti di fronte alle minacce di consumo di suolo. In generale, va notata la relazione virtuosa che è sempre stata mantenuta tra istituzione locale ed espressioni della società civile, nel senso dell’“apprendimento reciproco” e dell’impegno congiunto a costruire nuovi spazi pubblici, nuovi luoghi dell’incontro, della cultura e della condivisione progettuale. Un esempio recentissimo di particolare significato – emerso nella ricerca Eupolis – è la decisione della Pro loco di devolvere parte dei guadagni del Maggio 2012 non solo alle associazioni, ma anche direttamente al Comune, per sostenere alcuni suoi progetti di solidarietà sociale.

La dimensione culturale
È già emersa, da quanto detto, la centralità della dimensione culturale, che emerge già nel 1975 quando il nuovo sindaco Luigi Bernareggi (che soleva dire “Un bravo sindaco non deve preoccuparsi di comprare la macchina, ma scarpe ben suolate, per camminare in mezzo alla gente”) istituisce una “Scuola popolare” con insegnanti volontari, per permettere agli adulti di conseguire il diploma di scuola media. Al corso lui è tra i primi iscritti, in quanto aveva solo la quinta elementare! Già da quegli anni, la scuola media di Mezzago si distingue per l’introduzione del tempo pieno (tra le prime in Italia), e tutto ciò avrà come esito un grande interesse didattico per il territorio, tanto che già negli anni Ottanta i bambini verranno coinvolti nella
piantumazione del Boscoincittà (2 ettari) e poi, nel 2000 e nel 2009, nella stessa progettualità partecipata del territorio. Intanto con l’amministrazione Pozzati prenderà il via la grande propensione per la dimensione musicale, non solo con la fondazione dell’Accademia di musica, ma anche con l’attribuzione dell’indirizzo musicale alla scuola media, tanto che oggi, in occasione delle feste e ricorrenze, la banda musicale che girà per il paese è fatta da ragazzini della scuola media.
Manifestazioni ed esposizioni artistiche di diverso tipo sono poi frequentissime al Bloom, a Palazzo Archinti e presso la Biblioteca civica.

Il piano economico
Sul piano economico la più importante innovazione che ha investito la piccola comunità (peraltro caratterizzata da una forte presenza di PMI manifatturiere, a livello paritario con il terziario) è stata come già accennato la ripresa della coltivazione dell’asparago, presente dagli anni Venti ma quasi scomparsa nell’epoca dell’industrializzazione e dell’abbandono della campagna da parte di contadini diventati operai. Nel 2000, su spinta del Comune, viene fondata la CAAM (Cooperativa agricola asparagicoltori di Mezzago) che su 4 ettari darà vita, col lavoro di soci e volontari, a quella coltura che negli anni si estenderà anche ad altre tre aziende private, le quali tutte saranno coinvolte nel 2004 nel marchio De.Co deliberato dal Comune su ispirazione di Luigi Veronelli. Gli attuali 12-13 ettari di 12 produzione stanno attraversando una crisi dovuta all’esaurimento dei terreni e alla necessità di rintracciarne di nuovi, convincendo i produttori di grano e mais a riconvertire almeno in parte la loro produzione (e qualcuno già pensa a una possibile
reintroduzione della vite e dell’orticoltura).
Tutto ciò va comunque inserito in un’elaborazione strategica di salvaguardia del territorio e delle aree verdi che sin dalla fine degli anni Novanta l’amministrazione Pozzati ha portato avanti, comprendendovi anche la dimensione sovra comunale del PLIS “Parco del Rio Vallone” (nella cui area il Comune di Mezzago è inserito per buona parte), una programmazione urbanistica di contenimento del costruito entro un’area “a corona” attorno al centro, e soprattutto una progettazione partecipata che ha avuto come momento culminante il PRG del 1997-2003 con il coinvolgimento di centinaia di cittadini e dei bambini delle scuole (esperienza ripresa in tono minore per il PGT del 2008-2010).

Gli elementi di criticità
Le ricerche compiute su Mezzago hanno permesso di evidenziare, in questa situazione certo di eccellenza che nel 2007 ha vinto il premio di “Comune a cinque stelle” dell’Associazione dei Comuni virtuosi, alcuni elementi di criticità: l’arrivo della Pedemontana taglierà fuori dal centro la Cascina Orobona, antico borgo che è anche sede di un’azienda agricola che produce l’asparago rosa, e la cui esistenza è in forse; la lotta al consumo di suolo che il Comune continua a condurre è anche minacciata dalla generale urbanizzazione e periferizzazione “megalopolitana” che ha già investito gran parte della conurbazione Milano-Monza-Vimercate; e perfino la crescita demografica del Comune, con molti cittadini che vi si trasferiscono “per respirare l’aria buona” di un Comune che ha ancora a verde il 70% della sua superficie, rischia di potenziarne la “periferizzazione” anche a causa della difficoltà di coinvolgere i nuovi venuti nel clima “partecipativo” della comunità. Su tutto ciò il nucleo storico di questo “Comune virtuoso” sta già lavorando, per cercare innanzitutto di ri-potenziare il capitale umano e sociale, a partire dai giovani e dalle scuole.



Mezzago è uno dei 6 casi-studio, finanziati dall’Istituto Eupolis della Regione Lombardia nell’ambito della ricerca Promozione di sistemi locali di produzione agroalimentare di rilevante interesse, il cui “Rapporto finale” (giugno 2012) è on line sul sito www.eupolislombardia.it


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