D.i.Re Donne in Rete contro la Violenza
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comuicato stampa delle Donne in Rete contro la Violenza che esprimono la loro riflessione circa l'approvazione del DDL sul reato di femminicidio.
(a cura della Redazione)12/03/2025

COMUNICATO STAMPA
Ddl femminicidio: riconosciuto nel codice, non eradicato dalla realtà.
“L’introduzione della fattispecie di reato e il riconoscimento giuridico del reato di femminicidio
non ci tranquillizza e credo che, solo attraverso il presupposto del riconoscimento delle
fondamenta del reato, ovvero della esistenza delle discriminazioni di genere, si possa pensare
all'efficacia dell'intervento” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro
la violenza. “Non ci aspettiamo un calo del numero dei femminicidio, perché - lo abbiamo detto
e lo ribadiamo - non è con pene severe o più severe che si afferma il diritto delle donne di vivere
una vita libera dalla violenza” continua Veltri. “Importante il riconoscimento della necessità di
una formazione specifica, ma cambiare rotta significa anche riconoscere concretamente la
necessità di investimenti economici adeguati a cambiare la cultura di un paese che a colpi di
pene e di suoi innalzamenti non risponde al diritto di libertà dalla violenza delle donne”
conclude la presidente.
D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, pur trovando alcuni elementi positivi del testo del ddl
come – finalmente – la formazione obbligatoria, constata – nuovamente – che l’articolazione
delle proposte arriva prima (e senza) un vero confronto con chi lavora quotidianamente su
questi temi. Oltre al reato di femminicidio, viene introdotta un’aggravante specifica di
discriminazione per tutti i reati espressione di violenza alle donne. Sarà interessante vedere
come funziona: se verrà approvato, le avvocate dei centri antiviolenza ne monitoreranno
l’effettiva efficacia.
I centri antiviolenza della Rete D.i.Re sono pronti a contribuire al dibattito parlamentare per
portare l’esperienza di chi ha svelato per la prima volta in Italia l’esistenza della violenza
maschile contro le donne, un fenomeno di cui il femminicidio è l’ultima conseguenza di tante
mancate prese di posizione e attenzione al fenomeno.
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D.i.Re. - Donne in rete contro la violenza è la Rete nazionale antiviolenza e si compone di 89
organizzazioni dislocate sul territorio nazionale, che gestiscono Centri antiviolenza e Case
rifugio, affiancando oltre 20.000 donne ogni anno. D.i.Re e le organizzazioni socie sono attive
politicamente per determinare il cambiamento culturale necessario per l’eliminazione della
violenza maschile alle donne.
Ddl femminicidio: riconosciuto nel codice, non eradicato dalla realtà.
“L’introduzione della fattispecie di reato e il riconoscimento giuridico del reato di femminicidio
non ci tranquillizza e credo che, solo attraverso il presupposto del riconoscimento delle
fondamenta del reato, ovvero della esistenza delle discriminazioni di genere, si possa pensare
all'efficacia dell'intervento” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro
la violenza. “Non ci aspettiamo un calo del numero dei femminicidio, perché - lo abbiamo detto
e lo ribadiamo - non è con pene severe o più severe che si afferma il diritto delle donne di vivere
una vita libera dalla violenza” continua Veltri. “Importante il riconoscimento della necessità di
una formazione specifica, ma cambiare rotta significa anche riconoscere concretamente la
necessità di investimenti economici adeguati a cambiare la cultura di un paese che a colpi di
pene e di suoi innalzamenti non risponde al diritto di libertà dalla violenza delle donne”
conclude la presidente.
D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, pur trovando alcuni elementi positivi del testo del ddl
come – finalmente – la formazione obbligatoria, constata – nuovamente – che l’articolazione
delle proposte arriva prima (e senza) un vero confronto con chi lavora quotidianamente su
questi temi. Oltre al reato di femminicidio, viene introdotta un’aggravante specifica di
discriminazione per tutti i reati espressione di violenza alle donne. Sarà interessante vedere
come funziona: se verrà approvato, le avvocate dei centri antiviolenza ne monitoreranno
l’effettiva efficacia.
I centri antiviolenza della Rete D.i.Re sono pronti a contribuire al dibattito parlamentare per
portare l’esperienza di chi ha svelato per la prima volta in Italia l’esistenza della violenza
maschile contro le donne, un fenomeno di cui il femminicidio è l’ultima conseguenza di tante
mancate prese di posizione e attenzione al fenomeno.
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D.i.Re. - Donne in rete contro la violenza è la Rete nazionale antiviolenza e si compone di 89
organizzazioni dislocate sul territorio nazionale, che gestiscono Centri antiviolenza e Case
rifugio, affiancando oltre 20.000 donne ogni anno. D.i.Re e le organizzazioni socie sono attive
politicamente per determinare il cambiamento culturale necessario per l’eliminazione della
violenza maschile alle donne.
Ufficio stampa
Stefania Rossi – 3922634807
stefania.rossi@koinoe.it
press@direcontrolaviolenza.it