Iniziative a Milano per la Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria compie ottant'anni: dal 1945 ad oggi questa ricorrenza ha sempre avuto il compito di ricordare alle persone di buona volontà quanto sia importante non dimenticare l'abominio delle guerre e le loro vittime. Restiamo umani. ()
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Per il Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dei campi di sterminio indichiamo:
il sito del Comune dal quale riportiamo il testo sottostante, la mostra alla Camera del Lavoro sulla Resistenza dimenticata degli internati militari, la mostra alla Casa della Memoria su Mauthausen e il gruppo di lettura on line su Teams "Necropoli".
Dal sito del Comune:
Il prossimo 27 gennaio sarà l'ottantesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, luogo simbolo dello sterminio di milioni di persone che lì e negli altri centri della spietata macchina delle morte nazifascista furono deportati e uccisi. Dall’anno 2000 in Italia e dal 2005, con risoluzione dell'Assemblea delle Nazioni Unite, il 27 gennaio è in tutto il mondo il Giorno della Memoria.

Anche Milano è parte di questo momento con numerose iniziative dedicate al racconto e alle testimonianze dell'Olocausto e alla memoria di tutte le vittime. ..

Evento centrale del programma di iniziative del Comune sarà la cerimonia di posa delle pietre di inciampo, i piccoli quadrati di pietra ricoperti di ottone posti davanti alle case di chi, uomo, donna, bambino o anziano fu arrestato, deportato e ucciso perché ebreo o oppositore politico. Dalla posa della prima pietra nel 2017 dedicata ad Alberto Segre, padre della senatrice Liliana sopravvissuta ad Auschwitz, diventeranno 224 le pietre posate complessivamente a Milano.
L'iniziativa, parte del progetto Milano è Memoria, è promossa e gestita dal Comitato Pietre di inciampo di Milano, a cui partecipano numerose associazioni di ebrei ed ex deportati politici.

Domani, giovedì 23 gennaio, dalle ore 8.45, le prime nuove pietre saranno posate davanti alle abitazioni di 14 persone: gli antifascisti Carlo Ciocca, Paolo Volpi e Luigi Negroni, militanti della cellula comunista clandestina dello Stadera (via Palmieri 18 e 22); il piccolo Alfredo Winter con la madre Meta Marie Kuh e la nonna Karoline Meyer (via San Felice 2), ebrei tedeschi che avevano cercato rifugio a Milano prima che le leggi razziali promulgate dal regime fascista li condannassero anche in Italia.
Domani saranno ricordati anche Aldo Levi (via Donatello 26/a) con la moglie Elena Viterbo e i figli Italo ed Emilia Amalia di appena 5 anni, la bambina del treno della morte citata da Primo Levi in "Se questo è un uomo". Il papà Aldo è un ingegnere, capo dei servizi elettrici del Comune di Milano. Dopo il censimento degli ebrei viene identificato ed espulso. Non può più lavorare. Con la famiglia cerca un primo appoggio a Lodi per fuggire in Svizzera ma a Como sono arrestati tutti e deportati ad Auschwitz. Altre due pietre saranno posate in memoria di Francesco Basso (via Sant'Antonio 1), uno dei tanti soldati che dopo l'Armistizio rifiutarono di unirsi alle milizie della Repubblica di Salò e Renato Levi (via Fatebenefratelli 12), proprietario di un negozio di musica a Brera e fondatore del primo jazz club di Milano.
Un'ultima pietra sarà posta per ricordare Adriano Poliaghi (via Zumbini 39), morto a soli 22 a Mauthausen. Giovane elettricista appartenente al gruppo socialista clandestino, partecipò alle attività di propaganda con lancio di manifestini e distribuzione di giornali. Tra i più attivi durante il grande sciopero del marzo 1944 fu arrestato per aver sabotato con alcuni compagni un tratto della linea tranviaria.

Altre 12 pietre di inciampo saranno posate il 13 marzo, anniversario dei grandi scioperi antifascisti del 1944, per ricordare: Angelo Barbaglia (via Caccialepori 4), Giovanni Bergamaschi (via Sidney Sonnino 2), Luigi Bertacchi (via Lodovico il Moro 81), Ezio Bortolotti (via Gadames 119), Luigi Del Monte, Giuseppe Levi e Samuele Levi (via Ariosto 3), Maria Fontanin Fillinich (via del Caravaggio 2), Otello Ghirardelli (via Raffaello Sanzio 4), Sergio Tornaghi (via Coni Zugna 17), Alice Ventura Battaglia (via Gallarate 41) e Danilo Veronesi (via Pedroni 9).
Tra le persone ricordate c'è Alice, una donna buona e coraggiosa. Viene arrestata e deportata per aver donato la propria tessera annonaria per il cibo ad una giovane incinta ma moglie di un partigiano. Lui come tanti combatte in Piemonte nelle Brigate Moscatelli. Catturato dai fascisti viene impiccato. Nelle tasche gli trovano la lettera della moglie con il racconto della donna che l'aveva aiutata dandole la sua tessera annonaria per poter mangiare. Non ha scritto chi è ma qualcuno al quartiere Gallaratese fa il nome di Alice. La polizia fascista e le SS, che hanno rastrellato il quartiere casa dopo casa, la trovano e l'arrestano. Alice è così deportata ad Auschwitz e muore da prigioniera politica...

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