Perdite: sconfitte o stimoli?
Condividiamo un articolo che con lucidità elenca alcune gravi perdite di servizi e opportunità per la cittadinanza di questa zona, ma che al contempo ci esorta a non rinunciare, ad andare oltre.
(Marinella Salmoiraghi e Stefania Zazzi)17/12/2024
Nel consumismo sfrenato in cui siamo immersi fermare l’attenzione sul senso di perdita può fare bene all’animo. Ci sono persone, concretamente radicate nel proprio territorio (quartiere, zona e Municipio 3), attiviste sociali, che sono bramose di fare esperienze di aggregazione, partecipazione e condivisione. A queste persone può capitare… che sprofondino esauste su una sedia ed esclamare “e se la finiamo qui?”.
Perdita di tempo
Quelli fin qui presentati sono solo alcuni dei poco conosciuti e frettolosi esempi di fatti realmente accaduti, con il beneficio del dubbio perché anche essere informati è un problema e una difficoltà. Noi attiviste e attivisti di queste cause sociali siamo esauste ed esausti: bussare a tante porte e girare come trottole inseguendo indicazioni confuse, spesso contradditorie e senza un obiettivo realmente condiviso.
E questo, vi assicuriamo, è realmente accaduto poche settimane fa e può essere ora l’occasione per un esame più ampio attorno ad un sentimento triste come quello della perdita e della precarietà. Ecco un rapido elenco di “perdite”, sicuramente non esaustivo.
Perdita di uno spazio pubblico
Esperienza vissuta nel 2021-2022 al quartiere di Citta Studi, attorno ad uno stabile in via Carlo Mangiagalli 2. Uno spazio pubblico con una lunga storia di alternanza della destinazione d’uso sino alla più recente del 2019 come struttura pubblica “usata” dall’Istituto Neurologico Besta per ambulatori medici. Si attiva la mobilitazione con raccolta di firme dei cittadini per salvare questi 6 piani da una destinazione non sanitaria, coinvolgimento di autorità ed istituzioni (Sindaco, Consiglio comunale e municipale, presidente di Municipio). Sconfitta totale: perdita dello stabile che ora è in mano al mercato immobiliare privato e rammarico fuori tempo del Municipio.
Perdita di un servizio sociale
Esperienza vissuta sul finire dell’anno 2022 quando, in ritardo e ambiguamente, si viene a sapere di uno sfratto (ormai esecutivo) del servizio UONPIA-Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’ Infanzia e dell’Adolescenza. Sono fatti che succedono per le regole del demanio e del decentramento e per (oscure) ragioni politiche, ma cosa non deve accadere è sfrattare senza avere una sede alternativa per un servizio pubblico di così alta valenza sociosanitaria, per di più in tempi di pandemia da Covid.
Ci si rivolge al Municipio e alla sua Commissione di competenza, ma tutti si dimostrano impotenti davanti alla burocrazia, si perde tempo. Esce un Avviso pubblico per recepire offerte di sedi e gestori senza porre il vincolo di rimanere nel Municipio 3, originariamente coinvolto. Non importa se il servizio si sposta sino al confine con Sesto S. Giovanni: centinaia di famiglie se ne dovranno fare una ragione. Ha perso il sociale, chi ha vinto?
Perdita di tempo
Negli anni 2012-14 a Milano sono state istituite le Case delle Associazioni, ovvero spazi comunali (o assegnati al Comune) presenti nei 9 Municipi e destinati in uso gratuito alle associazioni del Terzo settore attive in ambito sociale e/o sociosanitario. E’ trascorso un decennio e ancora ci sono due Municipi (il 3 e il 4) senza la propria Casa delle Associazioni. Ancora più preoccupante appare il fatto che si è rimasti senza un’offerta alternativa per le sfortunate Onlus che ancora oggi aspirano ad una “casa in condivisione”.
Così il Municipio rende esausti i propri cittadini nell’attesa del “che fare?” per poter ottenere una sede finalizzata all’ associativismo locale ben sapendo che la mancanza di luoghi di aggregazione nelle periferie è pericolosa per un sano senso di appartenenza.
Perdita di un'opportunità
A seguito di un avviso pubblico del 2015 l’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Milano decise di volere aprire una rete di Sportelli dedicati alla concessione della Residenza (fittizia) per le persone prive della residenza amministrativa, quindi una preziosa opportunità per persone straniere, immigrate e senza dimora presenti a Milano. Un'opportunità tanto più preziosa proprio per la valenza sociale e riabilitativa del possedere documenti “in regola” come chiave essenziale per aprire le tante porte dell’inclusione e dell’appartenenza ad una comunità. Nel Municipio 3 questo Sportello è tuttora assente e bisogna accedere a quello di un altro Municipio con relativi disguidi (lungaggini, distanza, tortuosità della pratica ecc.).
Quante persone in difficoltà, già fragili a livello esistenziale, avranno rinunciato alle buone intenzioni e perso questa opportunità?
Perdita di una scuola
Siamo al quartiere Ortica e per l’anno scolastico 2024-25 si è persa solo la Scuola dell’infanzia (una scuola materna) in quanto la Scuola primaria (una scuola elementare) E. Toti di Via Cima 15 per ora è attiva. Abbiamo notizie frammentate e secretate sul destino di questa scuola nonostante insistenti richieste di informazioni: già ci stiamo preparando all’ennesima perdita.
Quelli fin qui presentati sono solo alcuni dei poco conosciuti e frettolosi esempi di fatti realmente accaduti, con il beneficio del dubbio perché anche essere informati è un problema e una difficoltà. Noi attiviste e attivisti di queste cause sociali siamo esauste ed esausti: bussare a tante porte e girare come trottole inseguendo indicazioni confuse, spesso contradditorie e senza un obiettivo realmente condiviso.
L’approccio sistemico alle questioni pubbliche e di vita sociale ci rende maggiormente critici di fronte ai fatti negativi della polis, intesa come gestione della cosa pubblica. Siamo anche stanchi e sfiduciati, ma ancora non diamo adito alla domanda iniziale “La finiamo qui?”. Con uno sguardo itinerante riflettiamo con senso critico su quanto sopra descritto per andare oltre. Allenarsi insieme a immaginare scenari e a fare processi d’interiorizzazione dello scopo di scelte ed azioni per le quali rimaniamo sensibili e promotori.
Articolo di Marinella Salmoiraghi e Stefania Zazzi pubblicato e ripreso dal mensile “Dai Nostri Quartieri".