San Siro, di male in peggio - 2
Il Comune di Milano è proprietà del sindaco Sala o dei cittadini milanesi?
(Paolo Burgio)13/11/2024
E’ quello che si domandano diversi esponenti della società milanese e delle tante associazioni che, sin dall’inizio della vicenda sull’abbattimento dello stadio di San Siro, si sono attivate chiedendo al sindaco Sala di rispondere alle richieste della cittadinanza e affrontare in problema pubblicamente, nella sede in cui si devono porre le questioni che riguardano non solo il patrimonio, ma anche la storia e la tradizione che rendono ogni città un bene comune da rispettare.
Un rispetto che il sindaco Sala sembra non avere e che ha sollevato critiche da ogni parte, giornali, personalità della società civile, associazioni e comitati cittadini e pure consiglieri comunali della stessa maggioranza.
Per avere un’idea del clima che l’atteggiamento di Sala ha generato basta leggere quanto scrive Luigi Corbani, ex vicesindaco milanese, su Arcipelago Milano in questo articolo o raccogliere la testimonianza di una rappresentante dei Comitati cittadini presente in Consiglio Comunale lo scorso lunedì 11 novembre.
Scrive Adriana Serra sulla sua pagina fb: ”Con un’arroganza mai vista Beppe Sala sta decidendo di svendere il patrimonio dei Milanesi ai fondi speculativi, una trattativa che sta conducendo da solo, infischiandosene dei cittadini e del Consiglio comunale. È del tutto evidente che il sindaco non sta facendo gli interessi dei Milanesi. Se dovesse andare in porto, questo è il peggior accordo da quando i fondi hanno fatto la proposta di costruire su suolo pubblico il nuovo stadio sopra al Parco dei Capitani (52.000mq) e sul rimanente suolo un albergo extra lusso, uffici, un centro commerciale e quant'altro, con un consumo di suolo di oltre 180.000 mq.
L'accordo precedente coi fondi americani prevedeva il 'diritto di superficie' (cioè l'area rimaneva di proprietà dei milanesi e i fondi speculativi avrebbero pagato circa 2,3 milioni all'anno per lo stadio nuovo e annessi e connessi). Ora invece gli si cede tutta l'area, si rinuncia all’affitto che entra ogni anno per il Meazza, 9,3 milioni l’anno, denaro che viene tolto ai servizi ai cittadini. Il sindaco praticamente svende un pezzo di città a chi vuole semplicemente speculare e magari rivendere subito dopo, visto che Scaroni in un’intervista l'ha data come possibilità.
Sala dichiara pure che ‘è meglio per i Milanesi’ e che la vicenda di San Siro è: ‘Uno stillicidio che non fa bene alla città’. Lo stillicidio lo stiamo subendo noi cittadini dal sindaco e dalla Giunta, un comportamento irricevibile: non siamo sudditi e il suolo non è di sua proprietà”.
Nel contempo sul versante dell’urbanistica milanese le acque si fanno sempre più agitate a causa delle inchieste della magistratura sulle procedure e sulle prassi adottate dagli uffici urbanistici. Questa è una pagine nera che, comunque vada a finire, con un colpo di spugna grazie all’aiuto del ministro Salvini, o con la possibilità che un doveroso iter giudiziario possa concludersi acclarando le responsabilità delle parti coinvolte. Le responsabilità politiche sono comunque di per sé chiare e non fanno onore a questa amministrazione.
Un rispetto che il sindaco Sala sembra non avere e che ha sollevato critiche da ogni parte, giornali, personalità della società civile, associazioni e comitati cittadini e pure consiglieri comunali della stessa maggioranza.
Per avere un’idea del clima che l’atteggiamento di Sala ha generato basta leggere quanto scrive Luigi Corbani, ex vicesindaco milanese, su Arcipelago Milano in questo articolo o raccogliere la testimonianza di una rappresentante dei Comitati cittadini presente in Consiglio Comunale lo scorso lunedì 11 novembre.
Scrive Adriana Serra sulla sua pagina fb: ”Con un’arroganza mai vista Beppe Sala sta decidendo di svendere il patrimonio dei Milanesi ai fondi speculativi, una trattativa che sta conducendo da solo, infischiandosene dei cittadini e del Consiglio comunale. È del tutto evidente che il sindaco non sta facendo gli interessi dei Milanesi. Se dovesse andare in porto, questo è il peggior accordo da quando i fondi hanno fatto la proposta di costruire su suolo pubblico il nuovo stadio sopra al Parco dei Capitani (52.000mq) e sul rimanente suolo un albergo extra lusso, uffici, un centro commerciale e quant'altro, con un consumo di suolo di oltre 180.000 mq.
L'accordo precedente coi fondi americani prevedeva il 'diritto di superficie' (cioè l'area rimaneva di proprietà dei milanesi e i fondi speculativi avrebbero pagato circa 2,3 milioni all'anno per lo stadio nuovo e annessi e connessi). Ora invece gli si cede tutta l'area, si rinuncia all’affitto che entra ogni anno per il Meazza, 9,3 milioni l’anno, denaro che viene tolto ai servizi ai cittadini. Il sindaco praticamente svende un pezzo di città a chi vuole semplicemente speculare e magari rivendere subito dopo, visto che Scaroni in un’intervista l'ha data come possibilità.
Sala dichiara pure che ‘è meglio per i Milanesi’ e che la vicenda di San Siro è: ‘Uno stillicidio che non fa bene alla città’. Lo stillicidio lo stiamo subendo noi cittadini dal sindaco e dalla Giunta, un comportamento irricevibile: non siamo sudditi e il suolo non è di sua proprietà”.
Nel contempo sul versante dell’urbanistica milanese le acque si fanno sempre più agitate a causa delle inchieste della magistratura sulle procedure e sulle prassi adottate dagli uffici urbanistici. Questa è una pagine nera che, comunque vada a finire, con un colpo di spugna grazie all’aiuto del ministro Salvini, o con la possibilità che un doveroso iter giudiziario possa concludersi acclarando le responsabilità delle parti coinvolte. Le responsabilità politiche sono comunque di per sé chiare e non fanno onore a questa amministrazione.