Via Corelli, l’altra faccia della destra al potere

Raccogliamo la denuncia dei consigliere regionale Luca Paladini sulla situazione del CPR di via Corelli. Una situazione disumana, segno dei tempi presenti. ()
corelli
“Occorre un grande sforzo per riuscire a vedere cosa c’è sotto il proprio naso, […] la schizofrenia onnipresente nelle società democratiche, le menzogne che devono essere raccontate a fini elettorali, il silenzio sui temi più importanti, le distorsioni della stampa” (G. Orwell). La minaccia dei migranti sta continuando ad essere agitata dai partiti di destra in tutto il mondo occidentale come principale argomento elettorale e, stando ai risultati, continua a funzionare come spauracchio a difesa dei “valori occidentali”, incidendo in modo profondo e sostanziale nella realtà quotidiana.
Basterebbe riflettere un attimo sulla questione usando la ragione ed il buon senso per capire che si è voluto costruire artificiosamente un sistema di discriminazione per rendere illegale quello che sino agli anni ‘80 era un fenomeno normale, che ha consentito alle società occidentali di disporre di mano d’opera a basso costo per sviluppare il PIL, arricchirsi, raggiungere un’opulenza oggi in drammatico declino sul piano morale e politico a causa della miopia di un sistema che ha costruito barriere e ostacoli alla convivenza pacifica e alla cooperazione tra i popoli della terra, sino ad arrivare ad agitare proclami di guerra ad oltranza contro l’antagonista, il nemico da sconfiggere senza scendere a patti.

La testimonianza di Luca Paladini, in visita nei giorni scorsi al CPR di via Corelli in qualità di Vice Presidente della Commissione Regionale Lombarda alle Carceri (alias per la Tutela dei diritti delle persone private della libertà personale e condizioni di vita e di lavoro negli istituti penitenziari) denuncia le condizioni in cui sono tenuti i migranti rinchiusi, o meglio detenuti, in attesa di rimpatrio, in virtù di una legge, la Bossi-Fini del luglio 2002, che invece di disciplinare l’immigrazione ha causato il disastro umanitario, civile e morale di cui i CPR istituiti sono la dimostrazione palese, denunciati da anni a più riprese da associazioni, movimenti cittadini. forze politiche, senza che i responsabili di questo stato di cose abbiano sinora dato segno di prendere in carico la situazione.
E sì che la Presidente della suddetta commissione fa capo ad Alessia Villa di Fratelli d’Itala e il Segretario della stessa sia Andrea Sala, evidentemente poco interessati all’allarme lanciato dal Vice Presidente con il video che potete vedere a questo link.

In via Corelli esistono condizioni di vita disumane, persone relegate in ambienti fatiscenti, al caldo a temperature insopportabili, prive di assitenza sanitaria, senza aver commesso crimini, se non quello di non essere in possesso di un permesso di soggiorno.
E leggiamo che un bracciante indiano, senza contratto di lavoro, quello che gli avrebbe consentito di avere un permesso di soggiorno, è morto dopo essere stato abbandonato dal proprietario dell’azienda agricola con un braccio amputato in un incidente sul lavoro.

Questo è il quadro entro cui va collocata la questione migranti, mentre il quadro politico di riferimento è quello che attualmente governa la Regione Lombardia e l’Italia.

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Re: Via Corelli, l’altra faccia della destra al potere
28/07/2024 M. Curto
La base di questa situazione è razzismo puro.
Ho conosciuto diverse persone che hanno passato anni presso il centro prima che diventasse una prigione o peggio. Potevano uscire e aiutavo loro a imparare l'italiano e a passare la terza media. Esperienze umane molto belle e costruttive basate su reciproco rispetto. Ho ascoltato racconti di mondi lontani e diminuito i miei pregiudizi.
Poi la politica populista preferisce farne delle pecore nere.
Fanno comodo quando delinquono i migranti, così portano i voti di chi si sente minacciato. I progetti di integrazione che ho visto funzionare bene....., non ne è rimasto quasi nulla.
Ora c'è disperazione da una parte, paura dall'altra, e un paese indegno che merita tutta l'attenzione di Amnesty International.
Non si risolvono i problemi con l'ingiustizia, aumentano, anche sul lungo termine.


 
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