Via Corelli, l’altra faccia della destra al potere
La testimonianza di Luca Paladini, in visita nei giorni scorsi al CPR di via Corelli in qualità di Vice Presidente della Commissione Regionale Lombarda alle Carceri (alias per la Tutela dei diritti delle persone private della libertà personale e condizioni di vita e di lavoro negli istituti penitenziari) denuncia le condizioni in cui sono tenuti i migranti rinchiusi, o meglio detenuti, in attesa di rimpatrio, in virtù di una legge, la Bossi-Fini del luglio 2002, che invece di disciplinare l’immigrazione ha causato il disastro umanitario, civile e morale di cui i CPR istituiti sono la dimostrazione palese, denunciati da anni a più riprese da associazioni, movimenti cittadini. forze politiche, senza che i responsabili di questo stato di cose abbiano sinora dato segno di prendere in carico la situazione.
E sì che la Presidente della suddetta commissione fa capo ad Alessia Villa di Fratelli d’Itala e il Segretario della stessa sia Andrea Sala, evidentemente poco interessati all’allarme lanciato dal Vice Presidente con il video che potete vedere a questo link.
In via Corelli esistono condizioni di vita disumane, persone relegate in ambienti fatiscenti, al caldo a temperature insopportabili, prive di assitenza sanitaria, senza aver commesso crimini, se non quello di non essere in possesso di un permesso di soggiorno.
E leggiamo che un bracciante indiano, senza contratto di lavoro, quello che gli avrebbe consentito di avere un permesso di soggiorno, è morto dopo essere stato abbandonato dal proprietario dell’azienda agricola con un braccio amputato in un incidente sul lavoro.
Questo è il quadro entro cui va collocata la questione migranti, mentre il quadro politico di riferimento è quello che attualmente governa la Regione Lombardia e l’Italia.