Un voto per la pace o per la guerra

L’8 e 9 giugno i cittadini europei potranno dire NO alla corsa agli armamenti e alla marcia sconcertante dell’Europa verso un futuro di guerra. ()
Guerenica
Non c’è dubbio che le prossime elezioni europee costituiranno un banco di prova per capire se il futuro dell’Europa sarà quello che l’attuale governance politica sta perseguendo, sostegno ad oltranza dell’Ucraina con invio di armi sempre più potenti, invio di supervisori e contingenti armati europei, escalation del conflitto sino ad arrivare alla vittoria finale contro l’invasore Putin, o se i cittadini con loro voto sosterranno le posizioni chiaramente contrarie allo spirito belligerante che anima i partiti di destra e le maggioranze al governo.

Questa mi sembra la questione fondamentale in ballo, su quale strada deve proseguire l’Europa, quella del mantenimento ad ogni costo del conflitto in cui ci stiamo sempre più coinvolgendo con l’obiettivo di detenere il predominio del mondo occidentale (vedi Stati Uniti) sul resto del mondo (vedi Russia, Cina), relegando l’Europa al ruolo di comprimario, come in effetti sta avvenendo, o quella della ricerca della pace, della salvaguardia della vita umana e del benessere delle popolazioni, come la ragione e il buon senso vorrebbero?

Mai mi è sembrato così distante l’interesse dei potenti da quello dei cittadini e mai così truffaldina la politica al servizio dei potenti anziché al servizio di quelli che è chiamata a rappresentare e difendere.
I partiti di destra non trattano il tema della pace come se nelle prossime elezioni si trattasse di scegliere un leader oppure un altro, si discute delle questioni locali e delle questioni interne evitando il confronto sul tema oggi più importante, quale futuro proponiamo ai giovani, quello dello stato di belligeranza perenne, con la minaccia dell’opzione nucleare, e dell'economia di guerra, che conduce alla scomparsa della democrazia, come è sempre avvenuto.

Insomma, se si ragiona, uno scenario abbastanza terrificante, ma del tutto realistico. Auguriamoci che non succeda, ma è solo con una scelta senza compromessi e una indicazione chiaramente espressa dai cittadini con il loro voto, che il peggio potrà essere evitato.
Recarsi alle urne questa volta rappresenta un atto che prescinde dalla poca considerazione che nutriamo verso i partiti e verso una classe politica di cui non abbiamo stima, il voto va ben oltre una scelta di opinione politica, si tratta di far sentire la volontà dei cittadini di volere la pace e rifiutare la guerra, sovvertendo i pronostici che vedono l’affermazione dei partiti di destra e di centro e la crescita della percentuale dei non votanti.
Spero ardentemente che le previsioni vengano smentite e che non sia così difficile una scelta coraggiosa per un futuro diverso da quello che ci stanno preparando.

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