Ostana un laboratorio per la rinascita della montagna

Un piccolo comune di montagna, ormai quasi spopolato, rinasce non per il turismo, ma perché diventa attrattivo per nuovi abitanti e nuove attività radicate nella cultura locale. Un'esperienza non priva d'insegnamenti anche per chi vive in città. ()
Ostana
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, raccontare l’esempio di un piccolo Comune di montagna che negli ultimi 40 anni ha costruito un vero laboratorio di salvaguardia e rinascita del proprio territorio non è privo di insegnamenti per chi, come noi, vive in città.
Giacomo Lombardo, che è stato sindaco per 25 anni di questo piccolo paese della valle Po di fronte al Monviso, ha iniziato nel 1985 – quando la popolazione fissa residente era ridotta a 5 anime - un percorso straordinario di riqualificazione che ha portato i residenti stabili oggi a essere una cinquantina e gli attivisti delle tante associazioni a superare la metà della popolazione.

Il punto di partenza è stato riconoscere e valorizzare quello che si può chiamare il ricco patrimonio territoriale del paese. Case, borgate, cascine in architettura di montagna in pietra e legno (che furono il primo oggetto di ristrutturazioni e riqualificazioni), tradizioni pastorali e artigianali (che saranno la base di nuove attività introdotte da giovani nuovi montanari), usanze di cooperazione dal basso per le raccolte e la manutenzione dei sentieri (retroterra culturale dell’importante Cooperativa di comunità “Viso a Viso” nata nel 2020), una “coscienza di luogo” che affonda le radici nella lingua d’oc locale, con i grandi valori di reciprocità e dignità umana tipici dell’antica cultura provenzale: di qui il grande amore per la cultura, la pubblicazione di quaderni sul patrimonio storico locale, la costruzione di un magnifico centro culturale in pietra alpina (Lou Portoun in occitano) dove tra le tante attività, eventi, conferenze, si tiene periodicamente un convegno con la partecipazione di artisti e scrittori delle minoranze linguistiche del mondo intero, con l’assegnazione del premio “Ostana. Scritture in lingua madre. Escrituras en lenga maire”. Recentemente, a Ostana è nato un Civico Museo Etnografico e vi ha sede l’Istituto Superiore di Cultura Alpina…

Anche se Ostana fa parte della rete dei “Borghi più belli d’Italia”, Giacomo Lombardo ripete spesso “noi non vogliamo il ‘borgo firmato’”. La rinascita non deve avere al centro il turismo e i bisogni degli abitanti urbanizzati: il turismo è cresciuto (al centro del paese c’è da qualche anno il nuovo rifugio Galaberna – salamandra in occitano), ma si preferisce un turismo di qualità interessato a conoscere e sperimentare il territorio. L’importante è che arrivino nuovi abitanti – come sta succedendo – e che questi si “diano da fare” (“darsi da fare” in occitano si dice Bouligar, e questo è il nome di un’associazione che riunisce una quindicina di giovani), operino per la nascita di aziende pastorali, agricole e commerciali…

Una prima riflessione, che riguarda questo caso eccezionale di rinascita locale in ambiente montano, ha a che fare con la forma della regia che ha governato questo processo. In sintesi, potremmo dire che questo è un esempio di governance duale: una pubblica amministrazione illuminata non basta a gestire percorsi così ricchi e complessi; è necessaria la presenza della cittadinanza attiva, della società civile organizzata. A Ostana questa compresenza è sinteticamente rappresentata dall’affiancarsi alle attività del Comune di quelle della Cooperativa di Comunità (formata in gran parte da giovani provenienti da fuori ma con l’intento di trasferirsi stabilmente), che ha anch’essa una visione a 360 gradi dei problemi del paese, ma può affrontarli o suggerire di affrontarli con l’ottica “dal basso”, utilissima a integrare l’operato istituzionale.

La seconda riflessione ci riporta all’inizio. Cosa può insegnare Ostana a “noi di Milano”? Mi pare proprio quell’idea di “governance duale” vista più sopra. Il non avere fiducia nei cittadini nelle loro capacità autonome di contribuire al bene comune è la peggior ottusità che può avere un amministratore locale, che spesso parla di partecipazione ma vede i cittadini pur sempre come oggetto e non soggetto della politica. La “coscienza di luogo”, invece, è un qualcosa che unisce paesi e quartieri e città di qualunque scala territoriale, in un mondo contemporaneo dove il vero cambiamento necessario o è opera di tutti, o non lo è di nessuno.


l'8 Giugno, presso il circolo Arci Lambrate, l'ex sindaco di Ostana, artefice della sua rinascita, racconterà la sua esperienza in un incontro con dibattito moderato da Sergio de la Pierre.

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