L’Assemblea delle tende

Sono ormai più di trenta le tende degli studenti del Politecnico e della Statale che occupano lo spazio antistante il Poli da più di un mese; hanno grandi aspettative, si raccolgono in assemblea ogni sera e il loro impegno raccoglie interesse e consensi. ()
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Com’è nata questa protesta iniziata un mese fa con la tenda di Ilaria Lamera? Chiedo ad Arianna dell’Assemblea delle tende.

La prima tenda sistemata davanti al Politecnico ha segnato l’inizio di una resistenza che ha raccolto e continua a raccogliere adesioni e consensi ma non è nata dal nulla; era già stato avviato un tavolo di trattativa in inverno e c’era stato un incontro con le rappresentanze studentesche e rappresentanti di palazzo Marino.

Quanti incontri avete avuto?

Si era aperto un dialogo sugli affitti, che normalmente viene convocato ogni 5 anni, ma tutto era fermo, quindi quando Ilaria Lamera ha piantato la tenda, il Sindaco ha chiamato e riaperto il Tavolo. Quando Ilaria è stata convocata, è stato straordinario, perché il Tavolo per il canone concordato, che riunisce proprietari e studenti, si è riunito, anche se in anticipo, per nuovi accordi e sono stati invitati Ilaria e i rappresentanti dei gruppi studenteschi.
Ieri (mercoledì 31 maggio) sono stati convocati i sindacati, ma non è stato convocato il sindacato inquilini o altre associazioni simili.

Che cosa vi aspettate ancora?

Il canone concordato al Tavolo, è peggiorativo perché abbasserebbe solo del 15% le richieste attuali e quindi sarebbe comunque ancora carissimo, inoltre non può essere l'unico modo per arrivare a una soluzione, perchè questi canoni sono stipulati in numero limitato. Dovrebbe esserci maggior dialogo tra le parti , non devono essere solo i proprietari di casa a decidere l’accordo, sono le persone che vengono a studiare o a lavorare qui che dovrebbero decidere il canone insieme con loro.
Anche la Regione ci ha proposto un tavolo, ma non si sono fatti più sentire.
Comunque l’argomento è più ampio: ci sono le case sfitte, le case occupate, le case popolari vuote. A chi spetta la casa, nessuno gliela dà, ci hanno detto: “La casa sopra la mia è strutturata, ma vuota”. Bisognerebbe intanto combattere gli affitti in nero, che coinvolgono proprietari che hanno anche numerosi appartamenti, addirittura palazzi interi. E poi si dovrebbe aumentare il numero dei contratti con gli affitti concordati.


Quali interlocutori avete avuto oltre le istituzioni?

Abbiamo dialogato anche con il Sindacato Inquilini, il Sunia, i 5 stelle, il PD, i Sindacati Unitari, Majorino, Abitare via Padova, Fratojanni di SI.


Com’è il rapporto con gli altri studenti e coi residenti?

Essendo una protesta pacifica, non facciamo casino e nel primo periodo gli abitanti qui intorno ci sostenevano, ci portavano da mangiare, ci facevano la spesa, adesso naturalmente non più. E ancora, inizialmente avevamo l’accesso ai servizi igienici del Poli, ora però, durante la notte non fanno più entrare gli esterni, benché siano edifici pubblici, non sappiamo perché, potrebbero chiedere i documenti all’ingresso, se temono spacciatori o estranei .
Gli studenti del Poli e di Unimi ci sostengono, ma ora ci sono le sessioni d’esame e si sentono in dovere di passare gli esami per i costi che gravano sui genitori. Solo le tasse annuali sono 4000 euro e poi c’è il resto.

Con il riavvio del Tavolo sembrava risolta la questione, perché invece non è così?

Pretendiamo che qualcosa si faccia subito, un piano per il futuro e almeno in parte qualcosa nell’immediato. Dovrebbero assegnare gli appartamenti sfitti a chi ne ha bisogno: lavoratori e studenti, controllare gli affitti in nero, sarebbe da fare subito, controllare le spese condominiali e avviare controlli, perché taluni chiedono 400 euro per l’affitto e 500 per le spese. Dovrebbero almeno dimostrare che sono spese condominiali.

Avete partecipato ad altri movimenti di protesta come FFF, Legambiente , o altri?

In genere sì, alcuni studenti sono disinformati, altri si uniscono perché sanno come va.
Pur essendo gruppi diversi, abbiamo un mese di protesta e di assemblee sulle spalle. È già tanto. Mettere insieme tanti gruppi che cercano di ragionare, anche litigando a volte, significa che ci siamo ripresi un ruolo pubblico in una pubblica piazza, come giovani che vogliono parlare di cose serie e fare qualcosa e non solo l’aperitivo.

Sentite d’essere presi in considerazione?

Ni, perché ci sentiamo appoggiati dalla gente, ma non dalle istituzioni che non stanno facendo, parlano, ma… certo c’è chi fa di più e chi di meno.

Come vedete il vostro futuro e voi stessi?

I giovani non sono assenti, si sono solo arresi al fatto di non avere un futuro qui, perché vedono che non cambia niente. Avere un futuro qui, un lavoro che ci consenta di vivere e non dover sempre emigrare, questo vogliamo. I gruppi che si danno da fare ci sono, molti collettivi, centri sociali, ma non viene dato loro molto spazio. Forse ora qualcosa si fa.


L’aria che tira è di destra e a mio parere non fa ben sperare. Durante il periodo del Covid abbiamo conosciuto e intervistato gruppi di giovani che hanno aiutato gli anziani e le famiglie più povere, sostituendosi anche alle istituzioni non sempre efficaci. Ma è uno shock vedere che i giovani non vanno a votare.

Noi non vogliamo parlare di destra o sinistra, qui da noi. Non ci troviamo nelle tende adesso perché c’è il governo Meloni. Il problema esiste da anni. Non siamo contro la destra o la sinistra per quanto riguarda il tema delle case da affittare. Non stiamo qui perché c’è Meloni. E’ un problema che riguarda tutti, destra e sinistra e si dovrebbe risolvere. Per questo non stiamo a guardare se uno studente è di destra o sinistra. La nostra protesta è nata perché c’è il problema della casa, chi lo risolve non ci interessa. Questa divisione dei partiti è quello che fa andare in malora tutto. Non ci vogliamo arrendere a questo.
In questa assemblea ci sono studenti di diverse facoltà, ricercatori, lavoratori, la battaglia non è solo nostra, perché le retribuzioni di chi lavora sono basse. Milano, dicono, offre tanto, ma gli affitti sono alti e un dipendente pubblico qui spende molto di più, rispetto a uno del sud, i biglietti dei mezzi sono cari. Sono problemi economici grandi.


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Re: L’Assemblea delle tende
07/06/2023 Franco Meazza
Ma il consiglio di zona 3 ha intenzione di fare qualcosa di efficace magari piccola ma subito? O aspettiamo la nuova-Strategia-per-la-Casa-del-Comune-di-Milano di Maran?


 
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