Il tempo è denaro o il tempo è salute?

La nostra Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale. Ma l’accesso alle cure, i tempi d’attesa sono uguali per tutti? Nel 2022 rispetto il 2019 il SSN ha contratto le prestazioni. In aumento del 20% le visite a pagamento. ()
tempo salute
Molte volte i film sono profetici. Descrivono storie e drammi che sembrano immaginari, frutto della fantasia o delle paranoie degli sceneggiatori. Prospettano futuri terribili o per lo meno drammatici.

In Time (in Tempo) è un film non famoso di una decina di anni fa, scritto e diretto dal regista di The Truman Show: Andrew Niccol. La sceneggiatura descrive uno stato di cose futuro, non utopico, anzi, in un quadro di assetti sociali e tecnologici altamente negativi.
Si racconta di un futuro prossimo nel quale il vile denaro viene abolito e le necessità o i bisogni - veri o superflui - ognuno lo paga con il proprio tempo. Tutti sono geneticamente progettati per smettere d’invecchiare a venticinque anni; dopo si riceverà un anno di bonus a disposizione in cui bisogna guadagnarsi l’ulteriore tempo da vivere. Un chip sul braccio, allo scadere dell’anno, segnalerà un conto alla rovescia del tempo che gli resta da vivere. Pochi mesi per qualcuno, secoli per i più ricchi: alla fine l’individuo cesserà di esistere. Nel film il tempo serve a posto del denaro. Anni per una macchina, ore per pagare le bollette. della luce e del gas. Giorni vengono gettati puntando ai casinò.
Le città sono divise in “zone orarie”, quartieri ghetto divise per fasce orarie. I più ricchi che hanno più di un secolo da vivere si muovono tranquillamente, mentre chi ha meno tempo si spostano velocemente per l’ansia di sprecare meno tempo possibile. Ci sono i Custodi del tempo, corpo della polizia che controllano i movimenti e i malviventi che rubano il tempo alle proprie vittime.

Salute, diritto universale?
Torniamo al presente: proprio ieri il nostro Ministro della Sanità, Schillaci, intervenendo durante i lavori del G7 Salute, che si è concluso oggi in Giappone, ha dichiarato, tra l’altro: “La nostra Costituzione riconosce la salute come diritto universale e garantisce a ogni persona l’accesso all’assistenza sanitaria affinché nessuno sia lasciato indietro”. È vero: l’art.32 dichiara la salute diritto fondamentale, ma a Milano, in Lombardia, le possibilità di accesso alle cure sono uguali per tutti? I tempi di attesa per avere diritto alle prestazioni sanitarie sembrano dimostrare che la Città sanitaria lombarda sia virtualmente divisa in reparti ghetto dove l’accesso dipende dalla disponibilità a pagare del richiedente assistenza.

Quando il tempo è salute
Il tempo per una persona che ha problemi sanitari non è solo denaro (come dice l’adagio popolare). Spesso la malattia segnalata dai sintomi o cronicizzata esige un accertamento sollecito e una pronta cura. A volte è un falso allarme, ma comunque è giustificata l’ansia di sapere qual è la situazione.
Il Medico di base fa la prescrizione e inizia il percorso virtuale o di persona per ottenere l’appuntamento.
Se sei nella schiera dei disponibili al pagamento non ci sono problemi. Sia nel pubblico sia nel privato avrai un accesso veloce. Idem se sei assicurato. Altrimenti, se sei un cittadino assistito dal SSN sarai destinato ad entrare nelle liste di attesa in base alle indicazioni segnate sulla prescrizione indicanti le classi di priorità.

I termini di legge non più rispettati
Se l’attesa fosse in questi termini fissati per legge dal Ministero potrebbe essere ragionevole ma in realtà queste durate massime sono ampiamente superate nel 30% dei casi. Così dicono le rilevazioni ufficiali impostate non per sapere quante persone sono in attesa, la loro età, le condizioni sanitarie ma per indicare quante richieste rientrano nelle classi di priorità. Non per sapere quale è stata la durata massima e magari conoscere se nel frattempo la malattia si sia aggravata e magari era possibile prevenire un suo peggioramento.
Spinto dalla mia curiosità (malsana) ho cercato di capire se queste informazioni sono riportate nei siti della ASST FBF Sacco che assiste i cittadini del Municipio 3. Ci sono dei prospetti che indicano i tempi di attesa medi per tutte le maggiori prestazioni ambulatoriali (sembra aggiornate ogni mese) erogate solo nei presidi ospedalieri dell’ASST (Buzzi, Sacco, Fatebenefratelli, Macedonio Melloni).

Aumentano le attese e diminuiscono le visite
Non sono indicate le classi di priorità ma si possono vedere le prestazioni che hanno record di attesa. Molti tipi di TAC (Tomografia assiale computerizzata) superano i 200 giorni nei tre presidi attrezzati per questa diagnostica. Uguale risultato è riscontrabile per le Risonanze Magnetiche (RMN).
Le attese per le prime visite oculistiche, ortopediche, ginecologiche e ostetriche sono quelle più lunghe.
La quantità delle visite effettuate nel 2022 in tutta la ATS di Milano è inferiore a quelle erogate nel 2019, prima della pandemia.
La differenza negativa è del 18% con circa ottocentomila visite non effettuate. La percentuale di rispetto dei tempi delle classi di priorità è stata particolarmente bassa per le visite oculistiche (solo il 72%) che tra l’altro ha avuto un calo quantitativo del 40%.

La metà delle visite sono a pagamento
Lo studio dell’ATS attesta la scelta, spesso indotta dalla durata dell’attesa, al pagamento diretto delle prestazioni. Di tutta l’attività ambulatoriale il 36% è stato ottenuto mediante il pagamento diretto (soprattutto dalle strutture private).
La metà delle visite è stata erogata anch’essa dietro pagamento con un incremento del 20% rispetto al 2019. Da 784000 le visite a pagamento sono passate a 952.000. Di queste nelle strutture private nel 2019 sono state pagate 588000 e nel 2022 ben 730000 con un incremento del 24%.

Nel privato, agende ridotte per le convenzioni col SSN
È evidente che il privato, senza vincoli e controlli, preferisca spostare la sua offerta assistenziale verso una clientela pagante. Questi numeri lo dimostrano ed evidenziano una causa dell’allungamento dell’attesa e la mancata equità nell’accesso.
Il privato mira al solo profitto e non ha come obiettivo la garanzia del diritto costituzionale; con il pagamento diretto ottiene circa 122 euro a visita (90 dalle assicurazioni), mentre dalla Regione ne riceve 22. Questa è la molla mercantile che lo spinge a ridurre le agende per chi non può pagare di tasca propria. Questo avviene perché i contratti tra Regione e erogatori privati non definiscono la quantità e il tipo di prestazioni che dovrebbero erogare in un anno, ma solo un budget predeterminato fatturabile, superato il quale viene incrementato in maniera ridotta.

Una scelta politica non casuale
Come nel film il tempo diventa merce da comprare e spendere e allora il diritto di accesso eguale per tutti declamato dal neo-ministro è un obiettivo ormai irraggiungibile, anche perché il nuovo governo non ha voluto, se non minimamente, rimpolpare il fondo sanitario nazionale per far diminuire le attese. Le Regioni a loro volta chiedono di essere rimborsate della spesa maggiore sopportata per il Covid non soddisfatte della manciata di euro loro assegnata per far ritornare il livello delle prestazioni ambulatoriali rilevato nel 2019 (una sessantina di milioni).
Allegri bisogna stare se anche chi ha in mano le nostre sorti piange e si dispera. Tutti ad eccezione di Bertolaso confermato Assessore Regionale, che ha illustrato, giorni fa, in terza commissione regionale (Welfare), a tutti i consiglieri, il suo piano per porre rimedio alla situazione delle liste di attesa.

La ricetta di Bertolaso

Armato di una ventina di slides ha disegnato un futuro quasi roseo del “Governo” regionale delle liste di attesa. Pochi giorni prima aveva denunciato la situazione caotica del sistema sanitario regionale in cui ognuno degli erogatori poteva disubbidire alle indicazioni regionali e rifiutarsi di comunicare le proprie agende (ossia il data base dove erano registrate le richieste dei cittadini e gli appuntamenti fissati per le varie prestazioni). Resosi conto che era la Giunta e lui che avevano la responsabilità di risolvere il problema, ha meravigliato tutti con il suo consueto e rinnovato piglio. Ha citato le delibere della scorsa Giunta che, a parer suo avevano già risolto in parte il problema. In dicembre, ad esempio, in una delibera ha previsto che il CUP (centro unificato prenotazioni) se non riusciva a garantire la prestazione entro i termini (vedi sopra) doveva ricercare una soluzione alternativa altrove sia nel pubblico che nel privato. Dubito che questa possibilità sia stata usufruita da qualcuno.
Ha ricordato quanto dispone il Piano Nazionale: i termini delle classi di priorità devono essere garantiti al 90%. In Lombardia per parecchie prestazioni si è lontani, ha confessato, ma nel primo trimestre 2023 sembra che le prestazioni siano aumentate rispettivamente del 56% nel pubblico e del 19% nel privato per quanto riguarda la classe di priorità B (prestazione entro 10 giorni). In verità ha evitato di segnalare i dati più negativi che riguardano le visite dermatologiche e oculistiche che, rispetto al 2019, hanno i peggioramenti più significativi. “Però, nel primo trimestre, i reclami o le segnalazioni dei cittadini sono diminuiti sensibilmente” con un sorriso, ha gongolato.

Nelle slides finali ha prospettato la sua strategia per affrontare il problema alla radice.
Le tappe della sua campagna saranno:
Definizione dei volumi che ciascuna ATS deve garantire per riallineare l’erogato ai volumi 2019/2022 (prestazioni con classe di priorità B, D e P)
Negoziazione da parte delle ATS del volume di prestazioni ambulatoriali da garantire per il raggiungimento del target richiesto con gli Enti erogatori pubblici e privati
Assegnazione delle risorse per garantire il target richiesto
Adeguamento dei Sistemi Informativi al fine di implementare un sistema di monitoraggio in tempo reale delle prestazioni erogate e programmate
Istituzione di un Gruppo di Lavoro che effettui le attività di programmazione e controllo attraverso una puntuale analisi dei dati e costanti interlocuzioni con il territorio
Vedremo se lo stratega riuscirà vittorioso o la situazione peggiorerà ancora.

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