Il paese dell’incontrario

Riflessioni sul dopo voto e sul percorso che la popolazione della Regione Lombardia destina ai giovani. ()
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Vedo una regione non più competitiva a livello europeo, conservativa e quindi statica, non progressiva.

Una società priva di memoria - tolte le mascherine, il covid non è mai esistito -, in cui la maggioranza della popolazione, o quasi, è oltre i 50 anni, interessata al contingente e individualista. Rifiuta qualsiasi creatura diversa da se stessa, impaurita dal futuro teme di essere accantonata e rottamata, è condannata quindi al presente, dove tutto scorre.

Un appiattimento e un ripiegamento delle coscienze conseguente al consumismo, a una cultura di basso livello fatto di pubblicità, propagandata da media mediocri, ma che solleticano e accontentano bassi istinti.
Una società dove i femminicidi, le morti sul lavoro, i disastri climatici vengono digeriti a fronte di fobie di volta in volta verso gli stranieri, il meridione, i divorzi, gli aborti, le donne che pretendono il potere, la cannabis, Sanremo… Teme la malavita organizzata, ma l’assorbe per i suoi fini.

Sono però presenti, e si staccano dal resto del territorio, le popolose città dove c’è lavoro e ci sono i giovani, che col loro dinamismo, creano tensione verso il futuro e partecipano perciò alla sua organizzazione.
In città si trova la bellezza della cultura, la progettazione, la sperimentazione, ma anche le contraddizioni date dall’inquinamento, dai temi legati al lavoro, alla casa, al costo della vita. La struttura delle città, tuttavia, offre la possibilità del confronto e dei cambiamenti ed anche un ascolto più attento alle necessità sociali, di aggregazione e partecipazione.

L’attenzione verso il futuro dei giovani cittadini crea dibattito per i problemi presenti: il lavoro, l’inquinamento, la sanità, le strutture per l’infanzia, la pratica culturale di cinema, teatri, musei, gli spazi sportivi e ricreativi per bambini, adulti, anziani.
Lo stesso turismo è giovane, non è solo moda o musei, è anche buon cibo e meraviglia per la bellezza nascosta.

Cosa fare? Diffondere la pratica della cultura della partecipazione e della conoscenza consapevole, che non si accontenta, va oltre l’apparente, si interroga e reagisce, volgendosi all’Europa e ai valori etici che, come la nostra Costituzione, rappresenta.

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