Salvati i Murales di Largo Murani
Sabato 3 dicembre, dalle ore 16, diamo appuntamento in Largo Murani agli abitanti del quartiere e a tutti coloro che hanno difeso con passione questa importante testimonianza della street art milanese per un momento di festa e per ammirare i murales restaurati.
I soggetti raffigurati nei
murales: un capo indiano, sovrastato da una scritta sullo sfruttamento
delle risorse naturali (oggi visibile solo in parte), la riproduzione
della copertina di Atom Heart Mother dei Pink Floyd,
un ritratto di Jimi Hendrix e il simbolo del sole che ride “Energia
nucleare? No grazie”, denotano la sensibilità ante litteram e l’impegno
dei ragazzi del Gruppo Aerostatico su tematiche ambientaliste, nonché la
volontà di rendere omaggio a due figure di
rottura e innovazione del panorama musicale a cavallo tra anni ’60 e
’70.
È terminato il restauro dei murales di Largo Murani, uno dei primi esempi di street art milanese.
L’intervento, di tipo conservativo, è stato condotto dal gruppo di
lavoro del prof. Davide Riggiardi (Accademia
di Belle Arti di Brera e di Palermo) e finanziato da Esselunga S.p.A.
L’opera è censita dall’Ufficio Arte negli Spazi Pubblici del Comune di
Milano e i lavori sono stati supervisionati dalla Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana
di Milano, che continuerà a prestare attenzione alla loro salvaguardia.
Realizzati tra il 1977 e il
1979 dal Gruppo Aerostatico, un collettivo di giovani creativi assidui
frequentatori della piazza (Valter Oluzzi, Leonardo Marras, Fumetto,
Miki e Mario Mazzanti, Raffaella e Fabio Ghilardi,
Michele Di Virgilio, Luca Cambogiani, Giorgio Roncaglia), dopo aver
resistito per 45 anni, amati e rispettati dagli abitanti della zona,
hanno rischiato quest’estate di venir cancellati nel corso dei lavori di
ristrutturazione della sede destinata a ospitare
un nuovo punto vendita Esselunga. A salvarli, la forte mobilitazione
spontanea in loro difesa della cittadinanza del quartiere e l’interesse
dimostrato dal Municipio 3 e dall’Ufficio Arte negli Spazi Pubblici del
Comune di Milano, che hanno avviato e condotto
con successo una mediazione con Esselunga.
I soggetti raffigurati nei
murales: un capo indiano, sovrastato da una scritta sullo sfruttamento
delle risorse naturali (oggi visibile solo in parte), la riproduzione
della copertina di Atom Heart Mother dei Pink Floyd,
un ritratto di Jimi Hendrix e il simbolo del sole che ride “Energia
nucleare? No grazie”, denotano la sensibilità ante litteram e l’impegno
dei ragazzi del Gruppo Aerostatico su tematiche ambientaliste, nonché la
volontà di rendere omaggio a due figure di
rottura e innovazione del panorama musicale a cavallo tra anni ’60 e
’70.
La scritta completa recitava:
“Quando i bisonti saranno stati tutti sterminati, i cavalli selvaggi
tutti domati, quando gli angoli segreti delle foreste saranno invasi
dall’odore di molti uomini, e la vista delle colline
sarà oscurata dai fili che parlano, allora l’uomo si chiederà: dove
sono gli alberi e i cespugli? Scomparsi! Dov’è l’aquila? Scomparsa!”. La
frase, tratta da una lettera che capo Seathl delle tribù Duwamish,
avrebbe inviato nel 1855 al presidente degli Stati
Uniti Franklin Pierce, si è rivelata poi una rielaborazione romanzata.
La realizzazione di queste
opere rientra nel fermento artistico milanese della fine degli anni’70,
animato dal Laboratorio di Comunicazione Militante/ Fabbrica di
Comunicazione, che nel 1977 firmò insieme a docenti
e studenti del liceo artistico Hajech e i giovani del quartiere i
vicini murales di via Sismondi/Negroli (oggi cancellati), risente
inoltre dell’influsso dei movimenti della Controcultura milanese e del
movimento degli Indiani metropolitani. |
La scritta completa recitava:
“Quando i bisonti saranno stati tutti sterminati, i cavalli selvaggi
tutti domati, quando gli angoli segreti delle foreste saranno invasi
dall’odore di molti uomini, e la vista delle colline
sarà oscurata dai fili che parlano, allora l’uomo si chiederà: dove
sono gli alberi e i cespugli? Scomparsi! Dov’è l’aquila? Scomparsa!”. La
frase, tratta da una lettera che capo Seathl delle tribù Duwamish,
avrebbe inviato nel 1855 al presidente degli Stati
Uniti Franklin Pierce, si è rivelata poi una rielaborazione romanzata.
La realizzazione di queste
opere rientra nel fermento artistico milanese della fine degli anni’70,
animato dal Laboratorio di Comunicazione Militante/ Fabbrica di
Comunicazione, che nel 1977 firmò insieme a docenti
e studenti del liceo artistico Hajech e i giovani del quartiere i
vicini murales di via Sismondi/Negroli (oggi cancellati), risente
inoltre dell’influsso dei movimenti della Controcultura milanese e del
movimento degli Indiani metropolitani.
Nel 1979, a completamento del
muro di Largo Murani, era stato inserito un riquadro monocromatico nero,
a simboleggiare una sorta di stargate. Quest’ultimo riquadro, in
occasione di un primo restauro attuato nel 2001
in modo spontaneo e volontaristico da alcuni giovani del quartiere, è
stato sovrascritto da un nuovo soggetto dipinto
da Lilan Pagliano Candiani: un cormorano con sullo sfondo il naufragio
della petroliera Jessica, avvenuto alle Galapagos in quell’anno.
Il comitato "Salviamo i Murales di Largo Murani - La memoria si valorizza, non si cancella”,
che quest'estate ha indetto presidi, petizioni online e prodotto una
mostra per sensibilizzare abitanti, istituzioni
e media su questo tema, felice del risultato raggiunto, ringrazia tutti
i cittadini che hanno attivamente preso parte alla lotta, Municipio 3,
Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana
di Milano, Esselunga S.p.A., Davide Riggiardi e il suo gruppo di lavoro
(Laura Menegotto, Mattia Morlotti, Veronica Ruppen, Alessia Traversi).
Sabato 3 dicembre, dalle ore 16, diamo appuntamento in Largo Murani
agli abitanti del quartiere e a tutti coloro che hanno difeso con
passione questa importante testimonianza della street art milanese
per un momento di festa e per ammirare i murales restaurati.
Comitato “Salviamo i murales di Largo Murani – La memoria si valorizza, non si cancella”
Per contatti:
lamemoriasivalorizza@gmail.com
Foto: I murales prima del restauro (foto di
Sergio Seghetti) , La restauratrice
Alessia Traversi all'opera (foto di Sergio Seghetti);
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