Scopriamo il patto di collaborazione per il Lambro

In commissione Territorio e urbanistica del Municipio 3 l’Osservatorio per il paesaggio “Fiume Lambro Lucente” ha presentato e fatto il punto sul patto di collaborazione con il Comune di Milano e gli altri suoi progetti relativi al nostro fiume. ()
monitoraggio
L’incontro con consiglieri e cittadini, il 12 maggio, è introdotto dalla presidente della Commissione Territorio, urbanistica e ambiente Francesca Zanasi che illustra il significato e la funzione dei Patti di collaborazione, strumento ormai consolidato della partecipazione a Milano.

I patti di collaborazione riguardano un rapporto tra i cittadini attivi e l’amministrazione e si rifanno all’art. 118 della Costituzione che norma il principio di sussidiarietà. I cittadini attivi che presentano una proposta di patto di collaborazione con l’amministrazione per la gestione e la manutenzione di un bene pubblico e l’elevazione della qualità dell’ambiente urbano non si sostituiscono all’amministrazione ma si affiancano ad essa nella cura dei beni comuni urbani. Si tratta di un rapporto volontario, di singoli cittadini o di associazioni, comitati o anche di enti e soggetti economici stipulato con il Comune e con i singoli Municipi. Chi prende in gestione questi beni non ne ha un uso esclusivo, ma l’uso è pubblico. Il patto ha una durata massima di tre anni e poi va rinnovato modificandolo e aggiungendo eventuali altri soggetti in funzione della valutazione dei risultati. Il Comune è “co-progettante” e non fornisce finanziamenti ma aiuti materiali di comunicazione, di gestione e anche di interventi sul territorio. La mail per chi è interessato è partecipazione@comune.milano.it.

Nella scorsa consiliatura sono stati avviati nel Municipio 3 cinque patti di collaborazione. In piazza Piola-Via Pacini legato al bando “Piazze aperte” e l’analogo patto di Piazza Bacone; un altro è il disc-golf al Parco Lambro, il quarto, in collaborazione con la scuola di Via Reni e alcuni professionisti, l’urbanistica tattica di Via Reni; infine quinto il recupero dell’ex Via Casasco, ora Via Denora, con il coinvolgimento dell’industria Denora e associazioni di quartiere. A livello cittadino i patti sono circa 130. Il patto presentato in commissione è stato stipulato tra l’Osservatorio per il paesaggio “Fiume Lambro Lucente” e il Comune di Milano ormai da due anni, ma di particolare interesse per la sua natura sovra-zonale .

L’assessore all’urbanistica e al verde Dario Monzio Compagnoni ha sottolineato che la conoscenza dei patti attualmente realizzati nel Municipio 3 può dare spunto a chi intende promuoverne di nuovi. In questa consiliatura sono in corso alcuni rinnovi, che non potranno proseguire così come sono ma dovranno prevedere innovazioni o espansioni rispetto agli attuali obiettivi (vedi Patti del Municipio 3 - Patti di Collaborazione - Comune di Milano).

Inoltre, sempre in Municipio 3 si sta concludendo un accordo per la sottoscrizione di un nuovo patto con l’associazione “Il Parco Bello”, non da sola ma con altri attori del territorio per la costituzione di una rete che si occupi della cura dei Giardini Belisario, in Via Maniago.

La novità di questa consiliatura municipale, come sottolinea l’assessora Valeria Borgese, che ha anche la delega alla partecipazione, è che mentre nel passato i patti di collaborazione, pur con la collaborazione dei Municipi, erano in carico al Comune, ora la prima competenza è attribuita ai Municipi, l’istituzione più vicina ai cittadini, con cui hanno una interlocuzione più semplice, e può coinvolgere più enti o associazioni.

Il presidente dell’Osservatorio per il paesaggio “Fiume Lambro Lucente” Gianni Pampurini ha raccontato la storia di questa associazione che si è inizialmente occupata di monitoraggio delle acque del Lambro. L’Osservatorio nasce nel 2019 ma è storicamente legato al GREEM che ha 30 anni di storia e che ora per motivi diversi ha limitato la sua attività dedicandosi a un solo progetto, dedicato appunto al Lambro, il progetto “Fil bleu”. L’idea originale era di collegare una serie di parchi nella zona est di Milano, che avessero come elemento comune e asse portante il fiume Lambro.

Il modello è quello del lavoro in condivisione, già sperimentato dal GREEM nella Valle dei Monaci, contattando tutte le realtà locali lungo il Lambro e nel 2017 mettendo le esperienze a fattor comune in un primo convegno, “Il progetto Fil bleu tra sogno e realtà - Un ponte ideale e sostenibile tra ambiente, arte, cultura, paesaggio, immaginazione e tecnologia”. Nel febbraio del 2018 presso il depuratore di Nosedo con un congresso costitutivo nasce l’Osservatorio. I soci raccolti nel tempo sono sia persone fisiche che associazioni: sono quasi 60, metà persone fisiche, di provata competenza che hanno già operato nel passato nell’ambito della ricerca o nell’ambito delle istituzioni, e metà associazioni o organizzazioni, aziende come MM, che ha concesso anche uno spazio presso il depuratore di Nosedo per conservare materiale, Brianza acque, il Parco Media Valle del Lambro, AIPO, ovviamente anche i Municipi 3,4 e 5 in cui passa il Lambro.

L’Osservatorio funziona principalmente attraverso il suo Comitato scientifico, che si articola in tre gruppi di lavoro:

  1. acque e territorio
  2. percorsi e infrastrutture
  3. cultura e comunicazione.

I progetti che l’Osservatorio porta avanti sono tanti e sono di fatto inseriti nel patto di collaborazione stesso. I risultati dei progetti sono oggetto di altrettanti report. I progetti attivi sono:

  • patto di collaborazione con il Comune di Milano per la salvaguardia e la valorizzazione del tratto cittadino del fiume Lambro, della roggia Vettabbia e del territorio ad essi connesso. E’ appunto un “progetto contenitore”. Rispetto agli altri patti che si occupano tendenzialmente di piccole realtà urbane questo prende in considerazione un territorio molto ampio. Questo patto si pone una serie di obiettivi e, in tempo di Covid, non potendo svolgere attività sul territorio, ha realizzato una serie di webinar sulle tematiche dei beni comuni. Nel 2021 è stato messo a punto un addendum al patto legato al monitoraggio civico;
  • il progetto SOLAD, una convenzione con l’Università di Milano Bicocca, parte dall’IRSA di Brugherio (CNR-IRSA Istituto di ricerca sulle acque) dove un socio dell’Osservatorio ha lavorato sull’aggiornamento di un archivio dei dati del Lambro, del Seveso e dell’Olona, fermo al 2010. Ora il progetto con la Bicocca, che ha fornito uno studente per una tesi, sta realizzando l’aggiornamento del Data Base;
  • l’utilizzo idroelettrico del fiume Lambro: uno studio sullo stato di fatto del fiume per rilevare la potenzialità di un suo utilizzo ai fine della produzione di energia idroelettrica;
  • Lambro… archeologico: un progetto sul fronte della cultura rivolto alle scuole per promuovere il paesaggio come elemento di contesto di vita delle popolazioni, al fine di perseguirne la conoscenza e la tutela. Su questo progetto sono stati pubblicati già due quaderni disponibili sul sito dell’Osservatorio. Sono previsti in tutto cinque quaderni;
  • percorso Lambro Lucente: un progetto di pista ciclopedonale per migliorare la fruibilità del fiume da parte dei cittadini. Al momento sono stati tracciati tre tratti del percorso, che, nel tempo, verrà esteso a tutto il corso del fiume. Il 21 maggio è prevista una manifestazione ciclistica sul percorso tracciato, con partenza da Piazza Olivetti, nel Municipio 5, e attraverso i parchi della Vettabbia, Porto di mare, Parco Forlanini, Parco Lambretta e Parco Lambro con arrivo fino in via Rizzoli. Questo tratto milanese del percorso coincide con l’analogo tratto della ciclabile circolare “AbbracciaMI” tracciata dall’associazione “Milano Bycicle Coalition” che fa pure parte dell’Osservatorio. Sono poi stati tracciati un tratto a nord fino a Monza, un po’ difficile da percorrere, e un pezzo di percorso da Monluè fino a Viboldone. Infine si sta lavorando su un tratto fino a Orio Litta;
  • monitoraggio civico: è uno strumento partecipativo per coinvolgere i cittadini nella conoscenza e nella cura del proprio territorio, attraverso rilievi lungo il corso del fiume accompagnati da compilazione di schede e documentazione fotografica. A questo scopo sono stati attuati momenti e attività di tipo diverso:
    • la realizzazione di strumentazione auto-costruita, per la misura della temperatura, del PH e della conducibilità dell’acqua, con l'obiettivo di avere una strumentazione a basso costo per piccole indagini, che il cittadino possa costruirsi da solo o con un piccolo aiuto;
    • rilievi visivi e fotografici sulle sponde del fiume. L’anno scorso sono stati indagati cinque tratti e un sesto quest’anno, che sono stati inseriti in una scheda con fotografie geo referenziate;
    • il terzo momento è stato coinvolgere l’Istituto per chimici Molinari con i cui studenti sono state fatte alcuni tipi analisi, condividendo il percorso tecnico e le analisi con MM.
    • dal punto di vista fotografico è stato diviso il corso milanese del Lambro in dodici tratte della lunghezza massima di un chilometro e facilmente percorribili a piedi, ed è stata sperimentata questa forma di monitoraggio, andando in giro con schede predisposte per vedere lo stato delle sponde in tutti gli aspetti, geo-referenziando le osservazioni e facendo fotografie per un rapporto completo;
    • analisi dei campioni prelevati in cinque punti tra Via Licata, Parco Lambro, con gli studenti del Molinari e il ponte di via Fantoli; i risultati sono pubblicati nel primo rapporto del patto di collaborazione; tutti e sei i rapporti previsti nel patto sono stati pubblicati.

Il patto ha poi coinvolto Brianza acque che ha aderito all’Osservatorio. E’ stato fatto un prelievo su tre punti, ponte Licata, via Rubattino e Pontelambro, e Brianzacque ha fatto contestualmente tre prelievi a nord. Si stanno attendendo i risultati di queste analisi e sono previste altre due campagne di questo tipo nell’anno. L’idea è di coinvolgere anche la parte sud est di Milano per avere una fotografia di tutto il fiume.

All’Osservatorio interessa che nei Municipi nascano i primi gruppi di monitoraggio. Il presidente Pampurini, rispondendo a una domanda, spiega che, rispetto al progetto ReLambro di ERSAF, l’Osservatorio è collegato con ERSAF la quale, avendo le risorse, la competenza e la tecnologia, fa la parte operativa, mentre l’Osservatorio svolge con i volontari attività di segnalazione.


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