Mia cara Sanità

Lo strettissimo legame economico tra pubblico e privato in Lombardia. Disavventure di un pazientissimo paziente. ()
attesa
Il dibattito sulla sanità nella nostra regione è ormai datatissimo e mai definitivamente risolto con un effettivo funzionamento dei servizi. Posizioni e interessi diversi di politici e operatori costringono da tempo i cittadini a fare i conti, tra un mugugno e l’altro, con una situazione sempre più deteriorata, complicata in questi ultimi anni dalle drammatiche emergenze introdotte dal Covid 19.
Senza voler mettere in discussione la qualità del lavoro degli operatori e la loro abnegazione professionale, capita ormai sempre più spesso di imbattersi in percorsi simili a quello di cui vi stiamo per raccontare.

Ottobre 2021. Al paziente XY viene diagnosticata dal medico di base una fastidiosa lombosciatalgia che, alla lunga, oltre a essere limitante, potrebbe divenire anche invalidante.
Viene prescritta una risonanza magnetica. Il signor XY chiama il numero telefonico 800638638 (Sanità Milano) a cui, come ampiamente noto, ci si deve rivolgere per prenotare prestazioni a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
Il centralino risponde che nelle strutture preposte della città di Milano i tempi di attesa sono di oltre tre mesi. Che fare? Il signor XY, che ha una certa urgenza di risolvere il suo problema, aderisce alla proposta di un esame a pagamento che viene effettuato la settimana dopo per una spesa di € 130.

Passo successivo? Visita da un fisiatra. Stessa richiesta al numero verde. Lista di attesa di un anno.
A pagamento: 15 giorni a fronte di una spesa di € 140 (totale parziale € 270). E siamo solo all’inizio.
Il fisiatra consiglia al pazientissimo signor XY di effettuare una TAC per meglio comprendere l’entità del male. Stessa procedura. Quattro mesi d’attesa. A pagamento: una settimana, spesa € 140 (totale parziale € 410).

Per non farsi mancare nulla, il fisiatra consiglia dieci sedute di fisioterapia, anche per alleviare il dolore che continua a essere presente. Il signor XY chiama l’800638638 che indica una possibile disponibilità presso l’ospedale di Garbagnate, non proprio comodissimo per chi abita nella città di Milano.
Risultato? Dieci sedute fisioterapiche in struttura vicina a casa per una spesa complessiva di € 300 (totale parziale € 710).

Ma non è finita. A fronte di visite e referti, lo scrupoloso medico di base prescrive una MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) per valutare la mineralizzazione delle ossa a cui far seguire una visita specialistica di un ortopedico specializzato nella colonna vertebrale, consigliando di rivolgersi per chiara competenza casistica all’Istituto Ortopedico Gaetano Pini.
Anche in questo caso, visti i tempi di attesa nei servizi pubblici, la MOC viene effettuata in una strutturata privata, per una spesa di € 200 (totale parziale € 910).

Interpellato il centralino del Gaetano Pini il signor XY apprende che le agende sono chiuse già da dicembre e chissà quando riapriranno. Che si fa? Visita privata, scegliendo tra varie disponibilità e varie tariffe, per una spesa di € 180 (totale totale € 1090).

A marzo 2022, il problema non è ancora risolto, ma il paziente ottiene qualche indicazione più precisa su come comportarsi per la sua patologia. Per avere una diagnosi, per altro non definitiva, sullo stato della malattia il signor XY ha impiegato 6 mesi e speso un migliaio abbondante di euro.

Questo è accaduto per una patologia per fortuna non drammatica, ancorché debilitante e fastidiosa.
Va da sé, anche se non ci sono riprove, che se il signor XY avesse seguito la tempistica del SSN avrebbe, forse, avuto risposta ai suoi problemi tra un paio d’anni. Con tutto ciò che ne consegue.

Nel frattempo si apprende che l’assessore alla sanità della Regione Lombardia, Letizia Moratti, annuncia un monitoraggio delle prestazioni sanitarie a pagamento negli ospedali pubblici, con obbligo di tracciabilità di tutte le visite effettuare a pagamento. Riparla per l’ennesima volta di “agenda unica” per risolvere le liste di attesa nel pubblico che spesso costringono i pazienti, proprio come il signor XY, a rivolgersi alle strutture private o alle prestazioni a pagamento, per quanto “intramoenia”.
A oggi, l’unico fatto che emerge è che solo chi può permetterselo ha qualche chance di essere curato in tempi non biblici, alla faccia di tutte le belle parole che vengono spese sui valori fondamentali della sanità pubblica, per non dire della stucchevole retorica in salsa lombarda.



N.B. tutti i dati riportati sono veritieri, provati e dimostrabili con relative prescrizioni e ricevute.

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Re: Mia cara Sanità
05/04/2022 Mietta
Purtroppo queste costose esperienze è l'unica strada che la Sanità lombarda sa offrire.Ci fosse almeno più competenza in queste strutture!


 
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