Quell’istinto naturale chiamato pace

Come parlare di guerra ai bambini, anzi di pace. Il manifesto di Science for Peace ci spiega come, educando i bambini, la stessa specie che ha inventato la guerra ora può inventare la pace. ()
mani colorate
Il passaggio più difficile nel veder concretizzare la minaccia di una guerra come quella tra Russia e Ucraina è l’accettazione che sia possibile. La storia è maestra, si dice, ma anche da quella più recente nulla si è imparato se in questo momento, in tutto il mondo, sono più di 900 i conflitti in corso. La presa di coscienza arriva solo con la vicinanza geografica, con la minaccia concreta alla nostra economia e al nostro benessere, con un’empatia che si fa tragica e grottesca di fronte a qualcuno che può addirittura parlare di profughi legittimi e profughi illegittimi. La guerra è scoppiata, ed è stato possibile.

Su quel terreno di “possibile” e “fattibile”, che trasforma il delirio in terrore e il terrore in guerra, bisogna interrogarsi. L’unica cura è la conoscenza di un’alternativa che si innesti alla radice, nelle menti più giovani e pure, per costruire quella base educativa, tanto difesa e sostenuta da Maria Montessori, che diventa gesto naturale e istintivo e che rappresenta la nostra speranza per il futuro, anche quello più prossimo. In questo momento tantissimi genitori, insegnanti, educatori in tutta Europa e non solo stanno cercando di trovare il modo per raccontare, e spiegare, questa guerra ai bambini. Perché – giustamente – i bambini non capiscono la guerra. E allora accanto all’introduzione di un tema che va illustrato, con tutta la delicatezza possibile, con tante omissioni e tanta attenzione, potrebbe trovare spazio anche il recupero di un concetto che invece c’è già, che è istintivamente dei bambini, congenitamente della natura tutta: il valore della Pace.

Superando retoriche e strumentalizzazioni, la Pace è il punto di partenza di un’educazione che verte su ciò che è giusto per contestare ciò che è sbagliato e che trova il suo metodo e la sua direttrice nell’osservazione della Natura. È questo lo spirito da cui nasce il Manifesto di Science for Peace, l’organizzazione canadese da sempre attiva nell’individuare soluzioni scientifiche, pacifiche e naturalmente perseguibili ai grandi drammi del nostro tempo.
Puntando il focus proprio su un uditorio giovane, Scienze for Peace illustra con un linguaggio semplice e uno sguardo diretto sul mondo circostante come la Pace sia una nostra condizione innata. Dalle forme e dalle ragioni per cui gli animali usano l’aggressività a come non sempre la forza fisica sia garanzia di successo in un confronto, dall’analisi degli istinti naturali degli animali all’esaltazione dei principi di comprensione e condivisione nelle attività di ogni giorno, fino alla considerazione, che riporta al punto di partenza del discorso e insieme lo chiude, che non esiste nessuna creatura – eccetto l’uomo – per cui la guerra sia, possa o debba essere una condizione possibile.


Per approfondire l’argomento con i bambini:
Antonella Abbatiello, “La cosa più importante”, ed. Fatatrac
Jon Agee, “Il muro in mezzo al libro”, ed. Il Castoro
Davide Calì e Serge Bloch, “Il nemico”, ed. Terre di Mezzo
Nicolai Popov, “Perché?”, ed. Nord-Sud Edizioni
Josè Sanabria e Alejandra Viacava, “La guerra può aspettare”, Ed. Sinnos
Gianni Rodari, Sette e Uno”, ed. Einaudi Ragazzi




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