San Siro, al via il referendum popolare
C’è tempo sino al 5 marzo per la raccolta delle firme necessarie per indire il referendum sulla demolizione dello Stadio Meazza (e sul futuro della città).
(Paolo Burgio)16/02/2022
Dopo la delibera voluta dal sindaco Sala con cui si dichiara di interesse pubblico l’operazione immobiliare proposta dalle società proprietarie di Inter e Milan, varie associazioni e comitati hanno promosso un Comitato per permettere tramite un referendum popolare ai cittadini milanesi di esprimere il loro parere su una questione di rilievo per il quartiere intorno a San Siro e per la città. Ora è partita la campagna promossa dal Comitato (www.referendumxsansiro.it), a cui tutti possono liberamente partecipare.
La scelta di abbattere uno stadio importante come quello di San Siro, di costruirne uno nuovo di fianco al vecchio sopra un parco di cinque ettari, e di permettere una grande speculazione sull’area ha sin dall’inizio suscitato parecchie e fondate critiche, e da parte di tanti milanesi è stato ripetutamente chiesto di intavolare un confronto ed un dibattito cittadino, trovando il netto rifiuto del Sindaco.
La richiesta di referendum popolare, come previsto dal regolamento sulla partecipazione, può essere presentata agli uffici comunali competenti se sottoscritta da almeno 1000 cittadini/e residenti a Milano, con firme autenticate secondo le prescrizioni di legge, che ora possono anche essere raccolte mediante la piattaforma digitale del comune (è necessario essere in possesso dello SPID), entro 120 giorni dalla delibera esecutiva, nel caso in cui si chieda un referendum abrogativo. Una volta accertata la validità e la congruità della richiesta, il Comune è tenuto ad indire il referendum se vengono raccolte 15.000 firme a sostegno del referendum stesso.
Il Comitato referendario ha presentato in effetti due richieste, una abrogativa, che chiede la revoca della delibera già citata, ed una propositiva.
Proponiamo i testi dei quesiti preparati dal Comitato referendario. Si può firmare anche online accedendo al portale del cittadino predisposto dal Comune di Milano.
Referendum abrogativo.
“Volete voi che sia abrogata la Deliberazione della Giunta comunale di Milano n. 1379 del 05 novembre 2021 avente a oggetto «Proposta di cui all’articolo 1, comma 304, lettera a), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, come modificato dall’art. 62 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017 n. 96, relativa allo “Stadio di Milano”> pervenuta in data 10 luglio 2019 già dichiarata – con condizioni e prescrizioni - di pubblico interesse con deliberazione GC 08/11/2019 n. 1905. Conferma della dichiarazione di pubblico interesse - con condizioni - in relazione ai contenuti degli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020»?”.
Referendum propositivo.
“Volete voi che il Comune di Milano DELIBERI:
- di salvaguardare lo Stadio Meazza nella sua attuale funzione, senza procedere all'edificazione di un nuovo impianto sportivo con la medesima funzione, nell'area di San Siro;
- di avviare un concorso internazionale per la raccolta di idee progettuali di riqualificazione dell'attuale stadio, che abbia fra i suoi obiettivi anche la tutela delle aree di verde profondo esistenti in prossimità dell’attuale Stadio Meazza;
- di elaborare un piano generale d'area "San Siro", che integri i progetti di riqualificazione dello stadio Meazza con quelli di rigenerazione dell'intero quartiere, che abbia finalità sociali e sia improntato alla sostenibilità ambientale e al consumo di suolo zero;
- di coinvolgere la cittadinanza, attraverso gli strumenti di informazione e partecipazione previsti dalla normativa nazionale e comunale, nel corso di tutto il procedimento amministrativo;
- di revocare ogni atto incompatibile con gli obiettivi e i contenuti indicati?".
Lo strumento referendario di iniziativa popolare che il Comitato promotore si è assunto il compito di promuovere rappresenta un momento importante e significativo nella vita democratica. Non a caso il regolamento che lo permette si intitola "Regolamento per l'attuazione dei diritti di partecipazione popolare", partecipazione popolare che nella vicenda di San Siro è stata irrisa e svilita da parte di chi avrebbe dovuto, per il ruolo che ricopre, dare ascolto e farsi promotore di un confronto pubblico. Irrisa anche da parte di chi sta avendo la pretesa di trattare direttamente con l’amministrazione cittadina rifiutando di discutere con la cittadinanza e pretendendo di anteporre i propri interessi a quelli della comunità, senza beneficio di inventario.
La vicenda San Siro è sintomatica e purtroppo indice di una situazione che ormai rientra nella normalità, il potere politico e quello economico-finanziario si confrontano in separata sede, i cittadini sono un elemento di disturbo, comunque irrilevanti.
Indipendentemente dalle valutazioni e opinioni che ciascuno di noi può avere, credo che la richiesta di referendum vada assolutamente sostenuta dalla cittadinanza milanese; sarebbe un segno, e magari una svolta, rispetto alla deriva antidemocratica che stiamo subendo, senza sussulti di dignitosa opposizione.
La scelta di abbattere uno stadio importante come quello di San Siro, di costruirne uno nuovo di fianco al vecchio sopra un parco di cinque ettari, e di permettere una grande speculazione sull’area ha sin dall’inizio suscitato parecchie e fondate critiche, e da parte di tanti milanesi è stato ripetutamente chiesto di intavolare un confronto ed un dibattito cittadino, trovando il netto rifiuto del Sindaco.
La richiesta di referendum popolare, come previsto dal regolamento sulla partecipazione, può essere presentata agli uffici comunali competenti se sottoscritta da almeno 1000 cittadini/e residenti a Milano, con firme autenticate secondo le prescrizioni di legge, che ora possono anche essere raccolte mediante la piattaforma digitale del comune (è necessario essere in possesso dello SPID), entro 120 giorni dalla delibera esecutiva, nel caso in cui si chieda un referendum abrogativo. Una volta accertata la validità e la congruità della richiesta, il Comune è tenuto ad indire il referendum se vengono raccolte 15.000 firme a sostegno del referendum stesso.
Il Comitato referendario ha presentato in effetti due richieste, una abrogativa, che chiede la revoca della delibera già citata, ed una propositiva.
Proponiamo i testi dei quesiti preparati dal Comitato referendario. Si può firmare anche online accedendo al portale del cittadino predisposto dal Comune di Milano.
Referendum abrogativo.
“Volete voi che sia abrogata la Deliberazione della Giunta comunale di Milano n. 1379 del 05 novembre 2021 avente a oggetto «Proposta di cui all’articolo 1, comma 304, lettera a), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, come modificato dall’art. 62 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017 n. 96, relativa allo “Stadio di Milano”> pervenuta in data 10 luglio 2019 già dichiarata – con condizioni e prescrizioni - di pubblico interesse con deliberazione GC 08/11/2019 n. 1905. Conferma della dichiarazione di pubblico interesse - con condizioni - in relazione ai contenuti degli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020»?”.
Referendum propositivo.
“Volete voi che il Comune di Milano DELIBERI:
- di salvaguardare lo Stadio Meazza nella sua attuale funzione, senza procedere all'edificazione di un nuovo impianto sportivo con la medesima funzione, nell'area di San Siro;
- di avviare un concorso internazionale per la raccolta di idee progettuali di riqualificazione dell'attuale stadio, che abbia fra i suoi obiettivi anche la tutela delle aree di verde profondo esistenti in prossimità dell’attuale Stadio Meazza;
- di elaborare un piano generale d'area "San Siro", che integri i progetti di riqualificazione dello stadio Meazza con quelli di rigenerazione dell'intero quartiere, che abbia finalità sociali e sia improntato alla sostenibilità ambientale e al consumo di suolo zero;
- di coinvolgere la cittadinanza, attraverso gli strumenti di informazione e partecipazione previsti dalla normativa nazionale e comunale, nel corso di tutto il procedimento amministrativo;
- di revocare ogni atto incompatibile con gli obiettivi e i contenuti indicati?".
Lo strumento referendario di iniziativa popolare che il Comitato promotore si è assunto il compito di promuovere rappresenta un momento importante e significativo nella vita democratica. Non a caso il regolamento che lo permette si intitola "Regolamento per l'attuazione dei diritti di partecipazione popolare", partecipazione popolare che nella vicenda di San Siro è stata irrisa e svilita da parte di chi avrebbe dovuto, per il ruolo che ricopre, dare ascolto e farsi promotore di un confronto pubblico. Irrisa anche da parte di chi sta avendo la pretesa di trattare direttamente con l’amministrazione cittadina rifiutando di discutere con la cittadinanza e pretendendo di anteporre i propri interessi a quelli della comunità, senza beneficio di inventario.
La vicenda San Siro è sintomatica e purtroppo indice di una situazione che ormai rientra nella normalità, il potere politico e quello economico-finanziario si confrontano in separata sede, i cittadini sono un elemento di disturbo, comunque irrilevanti.
Indipendentemente dalle valutazioni e opinioni che ciascuno di noi può avere, credo che la richiesta di referendum vada assolutamente sostenuta dalla cittadinanza milanese; sarebbe un segno, e magari una svolta, rispetto alla deriva antidemocratica che stiamo subendo, senza sussulti di dignitosa opposizione.
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