Su San Siro la partita è chiusa? E la democrazia?

Il sindaco Sala nega ai milanesi la possibilità di discutere pubblicamente le sue scelte, niente dibattito pubblico né referendum, a San Siro si deve abbattere lo stadio per farne uno nuovo, anche se quello vecchio funziona perfettamente, è stato ammodernato nel 2016 e non sta certo cadendo a pezzi. ()
sala sindaco
?Il primo atto di rilievo di Giuseppe Sala, dopo la rielezione a sindaco, ha riguardato la dichiarazione di pubblica utilità della proposta ricevuta dalle società calcistiche milanesi, demolire lo stadio Meazza per far posto ad uno nuovo grande complesso immobiliare con centri commerciali, alberghi, uffici ed edifici residenziali sull’area di proprietà del Comune che comprende il Meazza, un parco di 5 ettari ed i terreni circostanti.
Una questione aperta da anni, che ha sollevato non poche critiche e obiezioni e che Il sindaco Sala, non appena eletto, ha voluto chiudere con una delibera di giunta, una scelta autonoma imposta alla città senza ulteriori discussioni.

L’iniziativa avanzata dai CdA di Milan e Inter non ha alcuna finalità sportiva, non serve certo a dotare le squadre di un campo di calcio migliore o di uno stadio più capiente dell’attuale, che semmai a costi assolutamente inferiori potrebbe anche essere ulteriormente rimodernato, ma risponde unicamente alla richiesta dei fondi di investimento proprietari delle squadre di avere l'opportunità di realizzare una consistente speculazione immobiliare.

L‘operazione viene motivata con la necessità di ripianare i bilanci in perdita, non lasciando dubbi sulla sua natura prettamente speculativa. Abbastanza singolare il fatto che per ripianare i bilanci di una squadra di calcio si ricorra all’espediente di investire soldi in una speculazione immobiliare invece di sistemare e ripianare la gestione finanziaria e sportiva delle società; certamente se si intravede il modo di fare un buon affare, meglio non lasciarselo sfuggire, la questione economico-sportiva passa in secondo piano.

Ci sono ragioni da vendere per mettere in discussione la deliberazione sostenuta dal sindaco Sala. Sono state da tempo presentate alternative, avanzate richieste di confronto e di dibattito, inoltrata una petizione al parlamento europeo, esaminata nello scorso luglio a Bruxelles, vedi il link https://www.coordinamentosansiro.it/, è sorto un comitato per richiedere un referendum, una parte dei consiglieri comunali eletti nelle liste di Sala non è in accordo con la posizione del sindaco, che non vuol sentir parlare di referendum e nemmeno concedere di aprire un dibattito pubblico per affrontare democraticamente la questione, come sarebbe previsto dal nuovo regolamento da poco approvato sulla partecipazione dei cittadini.

E del tutto fuori luogo appare la motivazione addotta dai competenti uffici comunali per cui non si può aprire un dibattito pubblico su progetti di valore superiore a 300 milioni di euro. Il dibattito non riguarda il valore degli investimenti che un gruppo di privati vorrà destinare alla sua iniziativa, ma l’interesse pubblico di questa iniziativa; non ci sono in ballo investimenti pubblici, ma la cessione di beni pubblici per interessi privati, tenendo conto di tutte le condizioni al contorno e le ripercussioni che l'iniziativa produrrà.

Al giorno d’oggi ci stiamo abituando ad ogni sorta di incongruenza, ma insomma riesce difficile accettare che un simbolo non solo sportivo, ma storico e culturale per la città come lo stadio Meazza venga distrutto e in pratica svenduto per favorire gli interessi non si sa di chi.
Sala ha dichiarato di voler essere il sindaco di tutti, ma la decisione di privatizzare un bene comunale in nome di un asserito interesse pubblico dovrebbe essere presa dopo un aver avviato un serio dibattito pubblico aperto alla cittadinanza o essere suffragata da un referendum, e il sindaco dovrebbe per primo promuoverlo, invece di rifiutarlo.

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Re: Su San Siro la partita è chiusa? E la democrazia?
25/11/2021 Bruno Eugenio Ambrosi

Un uomo solo al comando!!!!!!!!!!!


 
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