Il Comune e i cittadini di Crescenzago

Ad un anno di distanza dall’invio di un documento/appello rivolto al Sindaco dal Comitato Cittadini nessuna risposta. E’ questo un esempio di come si intende il rapporto con la cittadinanza? ()
05 piazza costantino
La domanda è posta da Giuseppe Natale, rappresentante del Comitato Cittadini di Crescenzago, dopo l’inoltro all’amministrazione comunale nel luglio scorso di una serie di osservazioni e proposte sottoscritte da almeno 300 firmatari nel documento che qui riportiamo, rimasto ad oggi senza alcun riscontro.
Dalla lettera di Giuseppe alla neonata Rete dei Comitati Cittadini Milanesi riprendiamo quanto segue.

“ Ho già scritto sulla demagogica conclamata "Dichiarazione di Emergenza Climatica Ambientale" e sul grave e dannoso (per la città e i cittadini e per la stessa credibilità delle istituzioni) divario tra il dire e il fare di questa, come delle precedenti amministrazioni comunali di Milano. Scriverò altri articoli appena mi sarà possibile.
Ritengo molto positivo che si lavori per creare una rete permanente dei comitati di cittadinanza attiva, consapevole e propositiva , che nei quartieri di Milano e nell'area metropolitana, intervengono e lottano per migliorare la qualità della vita quotidiana e per un modello di città migliore ed ecologicamente sostenibile, più giusta e solidale, più verde e meno cementificata. Ancor più oggi in cui siamo immersi in una situazione drammatica e di crisi ormai patologica che la pandemia ha reso così traumatica da richiedere una svolta davvero profonda e radicale del modello neoliberistico così feroce e distruttivo e del modello di città e di metropoli...I segnali però che arrivano non solo dai governanti della Lombardia ma anche da quelli di Milano e di altre città non vanno nella direzione del cambiamento e di una vera partecipazione democratica.
Penso sia utile per tutti noi ritessere i fili di una storia lunga e democraticamente importante del ruolo che i comitati di cittadine-i e di quartiere della nostra città hanno svolto (e svolgiamo oggi) per il bene-essere delle persone e per il miglioramento dell'ambiente urbano e della vita civile, sociale e culturale. Per quanto mi riguarda, mi permetto di segnalarvi che sto ripensando all'esperienza fatta nel quinquennio 2011-2016 dal Forum Civico Metropolitano . Può essere utile recuperarla al fine di arricchire il nostro patrimonio di lotte e di proposte che contengono obiettivi concreti e rivendicazioni specifiche e sacrosante, nonché riflessioni e proposte e iniziative finalizzate a democratizzare l'istituzione locale, a favorire spazi e possibilità di farsi sentire e valere come cittadini, dentro un modello di enti locali decentrati a forte partecipazione civica.”


Da parte nostra non possiamo non rilevare come sulle tante questioni importanti che hanno una influenza determinante sulla vivibilità della nostra città non esista alcun reale democratico confronto con la parte attiva della cittadinanza, rappresentata da una moltitudine sempre più numerosa di comitati, movimenti e gruppi, che chiedono di esercitare il diritto di avere un confronto con l’amministrazione. Comunicazione e confronto con i cittadini sono limitati invece alla quotidiana routine, alla normale e consueta gestione amministrativa della città, nulla di più. Si propongono forme di partecipazione che non hanno alcuna reale consistenza ai fini del coinvolgimento degli abitanti alla costruzione del futuro cittadino. In questa situazione la cura dei beni comuni e il perseguimento dell’interesse dei cittadini è avocato a sé dal sindaco e dalla giunta in carica. In nome della governabilità assicurata dall’attuale sistema maggioritario può per un quinquennio un sindaco assumere le vesti del manager (non diciamo del principe) senza concedere nulla all’ascolto, al dibattito pubblico, al coinvolgimento della città nel suo complesso?

Sì, se il criterio è quello di perseguire la promozione del consenso attraverso i media, le campagne stampa e il marketing politico, sottraendosi a un reale confronto e a una seria discussione pubblica.
Non possiamo però contare solo sull’unica forma di partecipazione politica permessa dall’attuale forma di governo comunale, il voto alla scadenza del mandato, ne va della tenuta del democrazia.

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