Parco Bassini, un fallimento che si doveva evitare.

Il comitato “Salviamo il Parco Bassini” chiede al sindaco Sala di aprire un tavolo per mantenere aperto il confronto e la partecipazione dei cittadini. ()
Comitato parco bassini
Lo sradicamento degli alberi del parco Bassini all’alba di giovedì 2 gennaio 2020, sotto la protezione delle forze di polizia dopo aver chiuso al traffico la zona, rappresenta un fallimento per tutti.

Un fallimento per il movimento nato a difesa del parco. Nonostante gli sforzi e l’impegno profuso per fermare i lavori, la richiesta di un tavolo di confronto e l’avvio di un percorso costruttivo per la salvaguardia di un bene comune non è stata accolta, anzi le autorità non hanno mosso un dito.

Un fallimento per l’immagine e la caduta di credibilità del Politecnico, mentre si sta prendendo coscienza a livello mondiale delle catastrofi causate dall’emergenza climatica, sempre più evidente e manifesta.

Un fallimento per la città, privata di un’area verde, sostituita da un imponente e ingombrante blocco di edifici, nella città dove si registrano i livelli di inquinamento atmosferico più alti d’Europa.

Un fallimento per gli studenti e i docenti dell’ateneo che si troveranno privati di un luogo di svago e di ricreazione.

Un fallimento per le istituzioni, MIUR, Regione Lombardia, Comune, incapaci di dare una risposta organica e adeguata alle esigenze di sviluppo dell’area universitaria di Città Studi, enti che hanno operato al di fuori di ogni logica di coordinamento e programmazione in una parte della città che vedrà il trasferimento delle facoltà scientifiche della Statale, i trasferimenti dell’Istituto Nazionale dei Tumori e dell’Istituto Besta, lo smantellamento delle strutture abbandonate del Cesnef (quando non si sa ancora), la riconversione dell’ex scalo FS di Lambrate.

Un fallimento per l’amministrazione locale, il Municipio 3, i cittadini, privati di ogni informazione sui progetti di rilevante interesse nel territorio di residenza. La partecipazione dei cittadini viene così negata. Va perso il contributo di idee, proposte e valutazioni che dovrebbe costituire la base su cui costruire la città, declinando in concreto l’esercizio della democrazia, che non può che nascere dal basso e dal livello locale. Questo si deve intendere per partecipazione, e questo dovrebbe essere l’obiettivo politico di una giunta e di un assessorato a ciò dedicato, proporre e definire criteri e modalità da introdurre per rendere effettiva la partecipazione dei cittadini, su quello che conta.

Dalla vicenda fallimentare del parco Bassini bisogna pur trarre delle conseguenze, non si tratta di un piccolo incidente di percorso, certo niente in confronto alle devastazioni della foresta amazzonica e agli incendi che stanno cambiando gran parte del continente australiano, si tratta di aprire gli occhi, alimentare le intelligenze per cercare come e dove correre ai ripari, qui e subito, l’emergenza climatica non si risolverà di certo da sola, se non interveniamo.

Ai fallimenti si può reagire in due modi, far finta di niente e proseguire come prima, una volta superato l’incidente, oppure mettersi in discussione e ricominciare percorrendo altre vie. Altre voci ben più autorevoli della nostra hanno lanciato e continuano a lanciare questi messaggi, auguriamoci che vengano raccolti nelle opportune sedi.

Quanto a noi limitiamoci a partire dal basso, e c’è molto da fare in proposito. Ben vengano tutte le proposte necessarie a ridare ai Municipi competenze e autonomia amministrativa, praticamente annullata dall’ultima riforma del regolamento sul decentramento, introdotta a fine mandato dalla giunta Pisapia. I Consigli municipali devono diventare i luoghi ove si portano a conoscenza del pubblico progetti, iniziative ed interventi, per richiamare i cittadini ad un confronto aperto e trasversale, al di fuori delle sterili contrapposizioni politiche di parte, utili solo a ratificare decisioni già prese altrove. Studi di fattibilità, progettazione e realizzazione degli interventi pubblici devono avvenire nell’ambito di una programmazione concordata tra gli enti interessati, aperta e trasparente, che tenga conto delle reali esigenze del territorio e dell’ambiente, delle circostanze e dei tempi necessari, diversamente da quanto sta avvenendo oggi.

Cosa resta allora ai cittadini se non indire marce, proteste, scioperi per sollecitare il mondo politico rivendicando una partecipazione attiva sui temi di rilevanza ambientale e sociale?

L’apertura del sindaco Sala ad un confronto pubblico, annunciata sabato 18 gennaio 2020 dal comitato “Salviamo il parco Bassini” concede un filo di speranza. Servirà a recuperare un diverso rapporto con l’amministrazione e alla ricerca di un rinnovato percorso di partecipazione?

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