Una dieta per il pianeta

Le nostre abitudini alimentari devono tornare alle origini, per la nostra salute e per la salvaguardia dell’ambiente. ()
BioEcoGeo dieta equilibrata
Una commissione internazionale, la EAT - Lancet Commission on Food, Planet Health ha pubblicato un rapporto redatto da un gruppo di 37 scienziati in cui si affronta la questione di come si possa fronteggiare l’emergenza climatica e salvare l’umanità da una futura catastrofe planetaria.
Per evitare il surriscaldamento terrestre non è solo necessario ridurre drasticamente l’utilizzo dei combustibili fossili, la deforestazione, la contaminazione dell’acqua, dell’aria, del suolo, lo spreco di risorse, di aree verdi e di territorio, ma anche cambiare le nostre abitudini alimentari. Queste sono le conclusioni a cui sono giunti gli scienziati ,se vogliamo recuperare un equilibrio tra uomo e natura quando la popolazione mondiale salirà a 10 miliardi, ossia entro i prossimi tre decenni secondo stime attendibili.

La capacità del pianeta di nutrire l’umanità è un tema che non può essere eluso, che va affrontato subito e che dipende da noi e non riguarda solo il clima, ma il benessere e la salute personale.
Possiamo cominciare subito, non dipende dal sistema economico-finanziario e dalla (scarsa se non nulla) volontà dei politici rivedere le nostre abitudini alimentari, come nutrirci dipende solo da noi. Anche se i negazionisti, e dietro di loro le multinazionali del petrolio e del carbone insieme ai gruppi economico-finanziari che controllano i mercati, continuano ad alimentare.campagne stampa per diffondere false informazioni o irridere Greta Thunberg, gli scienziati ci dicono che occorre cambiare sistema, a cominciare dalla nostra dieta quotidiana.
Non è solo una questione di clima, l’attuale modello alimentare provoca danni alla salute, e la soluzione non sta certo nell’assunzione di farmaci e palliativi che l’industria farmaceutica pubblicizza a dismisura, solo per attenuare gli effetti della cattiva alimentazione, senza risolvere le cause. Severi studi epidemiologici mettono in guardia sull’aumento di malattie cardiache, ictus, diabete di tipo 2 e cancro del colon-retto dovuto ai cibi che costituiscono la base alimentare di larga parte della popolazione nei paesi progrediti.
Mentre nel mondo ci sono 800 milioni di affamati, malnutrizione e sovrappeso affliggono 2 miliardi di persone; lo afferma un rapporto pubblicato dall’InterAcademy Partnership (IAP) . Il mondo accademico e scientifico sta dando conferma, ormai da anni, di quello che è sotto gli occhi di tutti, occorre cambiare l’attuale sistema alimentare, si devono ridurre i consumi di carne, i consumi di zucchero, aumentare i consumi di verdura, frutta, legumi e rivedere i metodi di coltivazione e produzione del settore agro-alimentare.

La rivoluzione necessaria per cambiare abitudine mi sembra più facilmente a portata di mano da noi piuttosto che altrove, dato che In Italia amiamo il buon cibo e la buona cucina, quella basata sui prodotti genuini e naturali, approfittiamone.

Per questo, per dare il nostro piccolo contributo alla personale rivoluzione necessaria invitiamo tutti al convegno in cui si discuterà di tutto ciò.

“Cibo e cambiamento climatico”.
Giovedì 7 novembre, ore 18.15

Auditorium Stefano Cerri
via Valvassori Peroni 56, Milano.

Ingresso libero (sino ad esaurimento dei posti)

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