Autore: Gianluca Bozzia
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L'assessore municipale Bruzzese ha segnalato altrove il metodo della progettazione partecipativa. Maran e Bruzzese potrebbero proporlo ad Azzone, Balducci e chiunque del Politecnico si occupi di immaginare la trasformazione verso nuovi servizi (oltre accademia e sanità) sui 250.000 mq in questione.
Ascolto dei cittadini, confronto con gli stessi e controllo civico nel 2016-2021 possono seguire un percorso facilitato che porta a proposte positive partecipate. Il percorso avrebbe un valore in sè. O no?
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Su Expo e gli interessi economici legati alle aree, sulla non competitività di processi di trasformazione decennali e sulla fragilità del progetto Technopole in sè, sull'opportunità di usare ancora soldi pubblici a Rho, sull'"ossessione" per la città del farmaco (post Brexit!) che sembra dimenticare che abbiamo lavorato per 5 anni al Urban Food Policy Pact firmato da oltre 100 città possiamo trovare molte contraddizioni e inefficienze. Temo però che il comune di Milano possa poco (anche lo volesse) se Vago e il Senato accademico (oltre Besta e Int) hanno deciso di portarsi via oltre 20.000 persone, con il supporto del governo nazionale. Noi possiamo provare a trasformare la naturale paura per l'incertezza in creazione di nuovi percorsi, invece che in semplice rigida opposizione, in questa zona di Milano. O no?
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