Autore: beppe caravita
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Cinque anni fa ci si attendeva, intorno a Milano, uno sviluppo accelerato degli impianti a biogas. Una produzione che sarebbe stata competitiva con il costo, relativamente alto, del gas russo e algerino importato in Italia. Purtroppo queste previsioni si sono dimostrate errate o troppo rischiose. E' bastata l'entrata in funzione del rigassificatore Edison di Rovigo per incidere il monopolio Eni a contratti prefissati (e a prezzi segreti) con Gazprom e Putin. In più negli Usa è cominciata la rivoluzione del gas da scisti bituminose. Inquinante, certo, ma altamente produttiva. E oggi questo gas sempre più fa il prezzo sul mercato globale Il biogas, pertanto, si è perso per strada. E così un bel piano di differenziata dell'umido a Milano è stato riconvertito in toto sul dubbio e forse inutile compost urbano. E' stato riconvertito di necessità, sotto un diktat europeo che non vuole tener conto delle mutate condizioni energetiche globali. Per cui teniamoci questo compost, cerchiamo almeno di renderlo fruibile all'agricoltura. E di compensare gli oneri dei milanesi almeno con maggiori fondi europei per gli investimenti, dato che diamo prova di essere virtuosi ad ogni costo.
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