Autore: Paolo Morandi
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L'articolo pone degli interrogativi più che legittimi sul piano comunale dei rifiuti. La mancanza di una progettualità è senz'altro la colpa maggiore che si può fare a questa amministrazione sull'argomento. Non basta porsi l'obbiettivo di ridurre del 25% la raccolta di indifferenziata se poi tutto deve ricadere in termini di costi e salute sulla cittadinanza.
Passare dall'emergenza (obbligo europeo alla riduzione della raccolta di indifferenziata) ad un progetto è una necessità. Pensare di rivolgersi al privato per il trattamento dell'umido destinandolo solo al compostaggio (esperimento già tentato più volte senza successo) è solo tappare i buchi.
Personalmente non sono d'accordo con gli inceneritori quale unico sistema per la riduzione dei costi di smaltimento, ma senz'altro possono esserlo almeno in parte. Bisogna avere coraggio delle proprie scelte e difenderle al di là dei messaggi politici (comunque necessari). Un esempio sarebbe di modificare strategie a secondo della stagione: d'inverno, quando il fabbisogno di calore è più alto, maggior sfruttamento degli inceneritori (a Brescia d'inverno convogliano parzialmente plastica e carta sull'inceneritore per sfruttare il maggior potere calorico).
Rimane comunque l'idea, che era nel programma di Pisapia, dello sfruttamento dell'umido per produzione di biogas. Zona 3 si appoggia al più recente depuratore entrato in funzione a Milano, perché non sfruttarlo modificandolo (in rete si trovano diversi progetti ) per la produzione di biogas, magari sfruttando l'impianto fognario (previo trituramento condominiale) per il trasporto e non i camion?
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