Autore: davide
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Sono stupito, ma non troppo vista la retorica che ci sta sommergendo in questo periodo sulla "futura umanitā", dal taglio dato a questo articolo da chi poco tempo fa si č scagliato contro la scelta del taglio degli alberi per parco Bassini.
Come č possibile non comprendere che le modalitā di scelta sono le stesse; prima si taglia e poi si consulta la cittā, prima si disegnano le piste ciclabili e poi si verificheranno le opinioni dei cittadini. Senza scomodare l'idea di partecipazione qui anche una imprecisa idea di consultazione č sparita dalle politiche pubbliche.
Applaudire se il decisore che imbrocca una scelta che si condivide e sbraitare se fa una scelta invisa non mi pare un atteggiamento costruttivo.
Vorrei inoltre esprimere come cittadino ciclista la mia pena per chi usa momenti drammatici per fare scelte che non č stato in grado di fare in tempi di normalitā; ricordo che il momento per attivare una pratica di democrazia partecipativa per costruire le modalitā con cui (eventualmente) ridurre la carreggiate di c.so Buenos Aires a favore delle bici era un paio di anni fa, quando si č rifatto il maquillage dei marciapiedi.
Ma ci avviciniamo alle elezioni e un po' di "green top-down" fa sempre bene ad uno sbiadito centro sinistra.
Credo che il punto che sfugge all'articolista sia appunto questo; quando tutto tornerā alla normalitā le nuove piste ciclabili spariranno, un po' per il tempo che cancellerā la vernice di questa "urbanistica tattica" un po' perchč con l'autunno i ciclisti "improvvisati" evaporeranno sotto la prima pioggia.
Insomma, calma e sangue freddo; Milano era e tornerā ad essere la cittā della movida,
dei tatuaggi, dei reality, dei suv, della cocaina alla faccia del corona virus...
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