Autore: Paolo Burgio
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La questione della riapertura dei Navigli è troppo importante ed avrà un impatto tale sul futuro della città da non poter venir liquidata con un dibattito pubblico limitato a 5 sporadici incontri frequentati da un ristretto numero di cittadini, del tutto meritevoli per il loro impegno, sia a favore che contro, ma non certo rappresentativi anche di una limitata parte della cittadinanza. E, diciamolo chiaro, non si è trattato di un dibattito pubblico degno di questo nome, ma di una consultazione tra pochi per recepire pareri e trarre indicazioni, di cui benevolmente l'amministrazione potrà, se vorrà, tener conto. Questo era il senso dell'articolo. Una precisazione va fatta, nel referendum del 2011 non si era chiesto ai cittadini se erano favorevoli alla riapertura dei Navigli, fornendo indicazioni che permettessero di valutare la questione in questi termini, ma si era posto un quesito preciso limitatamente alla riapertura della Darsena con una spesa di 10 milioni di euro. Nel quesito veniva anche chiesto se si voleva “procedere gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di una specifico percorso progettuale di fattibilità”.
E la fattibilità è la questione che oggi va affrontata seriamente e civilmente, senza paventare altre finalità o interessi di parte, che sicuramente devono esulare dalle intenzioni di quanti vogliono condurre un confronto sereno e pacato sui temi e sui contenuti., nel rispetto delle posizioni altrui. So che non sarà facile e magari illusorio, ma mi riprometto quindi di tornare sul tema per evidenziare le questioni più importanti su cui si confrontano il Si ed il No.
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