Autore: Ennio Galante
Data:
CITTA’ STUDI 2.0: NO
Commento di Ennio Galante
Il documento di Balducci & C. potrebbe essere analizzato (e confutato) nel dettaglio, ma la stagione fine luglio-agosto non è la migliore per sviluppare il discorso. Per chi avrà la pazienza di leggerle (sotto l’ombrellone) sintetizzo le mie osservazioni. Anche io, come Morandi, mi aspettavo che esponesse molti numeretti a proposito degli “edifici fatiscenti” dei dipartimenti di Città Studi; con un po’ di furbizie professionali, pesavo che avrebbero dimostrato la palese non convenienza economica della “manutenzione straordinaria”, come l’ho definita io in un precedente intervento. Invece no. Continua ad essere ignorata la nostra domanda : quali sono i gravi problemi strutturali nel’attuale assetto di Citta degli Studi ? In pratica il documento ricalca lo stile comercial-declamatorio del volantino RILANCIAMO CITTA’ STUDI diffuso dal coordinamento PD del Municipio 3, nel quale abbondano affermazioni molto discutibili (qualcuna falsa). Dice Morandi che è emersa “la mancanza totale di progettualità”. In effetti questa è la risposta all’interrogativo retorico e furbesco dell’assessore Maran: “sappiamo chi va via, non sappiamo chi verrà”. L’ argomento chiave lo ha sollevato Romanò nel suo commento: “la scelta del trasferimento a Expo è una scelta politica”. Io aggiungerei che la scelta è grave per la città e miope per i riflessi elettorali negativi che produrrà. Il comunicato stampa del Comune di Milano diffuso il 10 giugno (quindi prima del 18 luglio!) è la controprova della ferma intenzione dei decisori nazionali (due esponenti governativi), regionali, e milanesi (questi ultimi hanno alle spalle responsabilità dirette nell’operazione Expo), non di individuare una localizzazione ottimale di Human Technopole, dato che ci sarebbero varie aree disponibili molto meglio integrate con Milano (e non ghettizzate), ma viceversa di risolvere i problemi finanziari pendenti su ex-expo. Condivido assolutamente la falsità politica dell’argomento “è l’università che decide”. Dovremmo lanciare lo slogan: l’assetto urbanistico,comprese le localizzazioni di enti pubblici (quale l’università statale e gli enti pubblici di ricerca), è compito primario della Cittadinanza non dei singoli rettori”. Un altro punto chiave che solleva Morandi “la promessa rilevazione delle istanze della cittadinanza non è stata citata”. E’ la ovvia conseguenza di voler portare avanti il progetto ex-expo a tutti i costi. Credo che ormai si sia esaurito il tempo dei tentativi di discutere sul piano logico, di portare nuovi argomenti tecnici e fattuali.
In conclusione, se sentiamo il dovere civico di contrastare una scelta nettamente sbagliata (CITTA’ DEGLI STUDI E DELLA SCIENZA o CITTA’ DEGLI UFFICI ?) ed un metodo pseudo-democratico nelle scelte, è necessario prepararsi a riprendere ed allagare l’informazione sulla situazione nella Cittadinanza, subito all’inizio di settembre, in modo da consolidare la conoscenza del problema, al di là dalle affermazioni retoriche del volantino che ho citato. In fine creare modalità di espressione degli orientamenti della Cittadinanza informata.
|
|