Scuole aperte: il progetto avanza!
(Paolo Morandi)19/12/2012
Fosse la situazione così idilliaca, non ci sarebbe bisogno di un atto regolamentativo. I Dirigenti lamentano che i tagli al personale ATA impedisce spesso di garantire pulizia e custodia dei locali; parlano di problemi derivanti da questioni di sicurezza ed igiene. Avendo i Dirigenti la responsabilità di ganatire la piena attuazione del diritto allo studio da parte degli studenti, chiedono garanzie e risorse. Spesso però queste rivendicazioni, di per se legittime e cui prestare orecchio, hanno portato a scelte di chiusura verso l'esterno, da cui la necessità di regolamentare l'accesso alle scuole in quanto edifici di proprietà pubblica.
Innanzitutto c'è l'annoso problema di mancanza di palestre quando ci sono centinaia di scuole in cui, finito l'orario scolastico, le palestre risultano chiuse. Per questo l'Amministrazione Comunale ha stanziato l'anno scorso 5mln di Euro da investire in lavori edili per la separazione delle palestre dagli edifici scolastici. Ciò permetterà l'accesso a centinaia di associazioni sportive a palestre ad un prezzo relativamente basso e quindi una maggiore diffusione dello sport di base. La separazione dei locali palestra permetterà di superare parzialmente il problema della custodia (nodo di difficile scioglimento), limitando alla sola garanzia della buona pulizia e mantenimento delle attrezzature, l'onere delle società. Però il regolamento non si ferma alle palestre, bensì considera anche i locali interni alla scuola e che sono per loro natura più difficili da gestire riguardo alla custodia. Soprattutto su questi locali ci sono le maggiori perplessità da parte dei dirigenti. Fino ad ora la prassi era che la scuola riceveva le richieste di accesso ai locali tramite il Consiglio di Zona ed al Consiglio di Istituto spettava la decisione se accogliere o meno la concessione. Siccome alla scuola da queste concessioni derivavano solo oneri e nessun beneficio, l'accettazione era subordinata ad eventuali corsi organizzati dalle associazioni genitori o direttamente dalla scuola o, in altri casi, tramite la richiesta diretta di benefici (come ad esempio l'acquisto di materiale per la pulizia o la possibilità di accettare gratuitamente uno o due bambini della scuola segnalati dalle insegnanti come meritevoli e con scarse risorse economiche). Questi comportamenti non sono da stigmatizzare ma da comprendere pensando ai tagli che ha subito la scuola primaria negli utlimi anni e che l'hanno annicchilita. Pensate che per una delle scuole in cui sono membro del Consiglio di Circolo il fondo di funzionamento cui attingere tutte le spese di materiale di pulizia, di cancelleria, di utenze internet e di fotocopie per due plessi e complessivi 700 bambini ammonta alla incredibile cifra di 3500 € l'anno!! Assolutamente impossibile garantire con questi mezzi il funzionamento da cui il bisogno, suggerito anche dallo stesso ex-ministro Gelmini, di inventarsi modi di autofinanziamento. Anche per questo le scuole negli ultii anni si sono rese organizzatrici di corsi per cercare di fare cassa, cosa che però chiude l'accesso al mondo esterno.
Il fattore innovativo della bozza di regolamento è che la scuola riceve un compenso pari al 40% dell'uso dei locali scolastici. Sono certo che se fosse stato così anche in passato, molti Consigli di Istituto avrebbero accettato più volentieri Associazioni e Società esterne. Vi faccio un esempio: per tre anni la scuola Nolli Arquati (viale Romagna) ha ospitato la scuola russa che occupava un'intera ala della scuola il sabato pomeriggio. Il CdC, nonostante apprezzasse il progetto, dopo tre anni fu costretta a non concedere i locali in quanto, oltre a dover affrontare tramite le proprie poche risorse il ripristino dei locali, oltre a non incassare neanche un Euro da questa attività, doveva anche, ogni lunedì mattina, subire la processione di docenti e studenti che si lamentavano di quaderni e libri strappati o piccoli furti di matite e altri microdanni (impossibili da quantificare) ma che disturbavano la didattica. Avessimo percepito una cifra, probabilmente avremmo valutato la richiesta in altro modo, accettando nostro malgrado i disagi.
Ora la bozza di regolamento è in fase di ulteriore revisione tanto che la stessa Elisabetta Strada ha chiesto di rimandare la discussione nelle Zone, anche se poi in Zona 3 si è deciso comunque di procedere .
I dubbi che emergono dall'attuale bozza sono innanzitutto che regola indiscriminantamente palestre ed altri locali, quando, per loro natura, hanno problematiche molto differenti, soprattutto in merito ai problemi di custodia. Però , per me, il più grosso problema e la totale mancanza di un passaggio consultivo da parte dei Consigli di Istituto. Anche se i locali sono di proprietà comunale e quindi non avendo i CdI nessun titolo per impedire l'utilizzo pubblico di tali locali, la possibilità che possa esprimersi riguardo ad eventuali incompatibilità con la didattica o la sovrapposizione con corsi di didattica complementare che già si svolgono o fosse anche per una maggior conoscenza del tessuto sociale di riferimento e quindi aiutando le istituzioni verso una scelta più adeguata, rende per me indispensabile un tale passaggio. Non basta dire che in fase di Commissione ci sarà la rappresentanza dei dirigenti, perchè sono i Consigli di Istituto, tramite la pluralità di soggetti, ad avere una maggior capacità di giudizio. Non chiedo un passaggio vincolante ma puramente indicativo. Per compiere questo passaggio è necessario però rivedere anche i tempi ultimi di consegna delle richieste, anticipandoli al 31/5 (e non al 30/6 come adesso) onde permettere ai Consigli di Istituto di riunirsi e dare il proprio parere.
Questa richiesta è stata attaccata sia dalla maggioranza che dall'opposizione. I veri motivi non sono stati chiarissimi, spesso, nonostante continuassi a chiarire il fatto che per me il passaggio non era vincolante ma solo consultivo, hanno parlato di non volersi vincolare alle scuole, oppure che, essendo non vincolante, era inutile oppure che sarebbe stato il buon senso a portare verso questa decisione (come potrebbe essere possibile se i tempi rimanessero tali e senza che le scuole abbiano gli strumenti per conoscere le proposte?). Ho visto poi uno strano dispiegarsi di plausi da parte dell'opposizione che trovano, secondo me, la spiegazione in quanto detto dal consigliere Bissolati quando intravede una grande frattura politica nelle due visioni. Di fatto l'opposizione sta soffiando sul fuoco sperando che l'attuale amministrazione si scontri con il mondo della scuola, eppure le voci più autorevoli che hanno spinto verso questo piano hanno sempre insistito sul fatto che senza le scuole, il piano non sarebbe mai partito.
Comunque aspettiamo una prossima versione del regolamento per capire cosa aspettarci.