Il futuro di Milano. Il Politecnico e Città Studi

Il Poli, dalle zone centrali e signorili di via Senato e piazza Cavour, decentrato “nella distesa dei prati di Lambrate”, come li definì l’ingegnere C.E. Gadda. Ve lo racconta una mostra , a cura di Emilio Faroldi e Flavia Trebicka, attraverso disegni, foto, documenti e tavole a colori di Renzo Piano. ()
Eventi Poli  18.12.18

Nel 1863 Francesco Brioschi, uomo politico, matematico e idraulico, fondò e diresse l’Istituto Tecnico Superiore - il primo Politecnico d’Italia, ispirato al modello dei politecnici di area tedesca e svizzera - con l’obiettivo di promuove la cultura tecnico scientifica. Già dalla prima metà dell’ 800, infatti , l’intelligenza veniva considerata fattore economico al pari di capitali, manodopera e infrastrutture, cosa che impegnò imprenditori , intellettuali ed economisti a promuovere un generale processo di modernizzazione.

La prima sede dell’ Istituto fu nel Collegio Elvetico in via Senato, attualmente Archivio di Stato, poi venne trasferito nel palazzo della Canonica, in piazza Cavour.

Sarà ribattezzato dagli studenti "Asilo Brioschi" e non è difficile capire perché: la frequenza era obbligatoria e le assenze dovevano essere giustificate dai genitori o dal medico (con firma autenticata dal sindaco!). Gli studenti erano tenuti a seguire le lezioni, che si tenevano dal lunedì al sabato pomeriggio, a partecipare a laboratori, ad esercitazioni pratiche, a verifiche scritte e alle "corse scientifiche", cioè viaggi di istruzione in opifici, centri industriali, costruzioni civili, esposizioni industriali internazionali e città d’arte. Per poi discuterne in aula.

Gli esami si svolgevano tra fine luglio e inizio agosto e le lauree nella parte centrale di agosto. Si tenevano all’ombra del pronao della cappella del palazzo della Canonica, dove: “su semplici panche sedevano in abito da cerimonia – stiffelius e cilindro – i docenti esaminatori. Al centro Francesco Brioschi teneva davanti a sé un cilindro colmo di foglietti arrotolati su cui erano scritte le domande d’esame. Nel cortile, al sole, su identiche panche stavano gli esaminandi in attesa di essere chiamati in ordine alfabetico a estrarre un certo numero di foglietti e fare in seguito su di essi – più o meno – sfoggio della propria erudizione. Dopo un breve conciliabolo tra professori, l’allievo in piedi davanti agli esaminatori, veniva giudicato e, se il caso, laureato.

Seguiva il rito della foto, una copia della quale, con il gruppo dei laureati dell’anno, veniva prima esposta nelle vetrine dei negozi del centro di Milano, poi, secondo la testimonianza dell’ingegnere "elettricista" Carlo Emilio Gadda, era collocata nel corridoio della segreteria, nella sede di piazza Cavour e in seguito "nella sala del Consiglio in grandissimo onore" nella nuova sede di piazza Leonardo da Vinci.

Negli ultimi decenni dell’ 800 e inizio ‘900, grazie a contributi e donazioni di imprenditori, industriali , Banche e per iniziativa di lungimiranti docenti si crearono molte nuove specializzazioni, scuole, laboratori, strumentazione, ecc, cosa che rese indispensabile la ricerca di nuovi spazi.

Nel 1913 si decise così di decentrare e accorpare in un unico luogo tutti gli istituti . La scelta dell’ubicazione cadde sull’area periferica delle Cascine Doppie, “nella distesa dei prati di Lambrate”, come li descrisse Gadda. Nel novembre del 1915, con il paese già entrato nella Prima Guerra Mondiale, ci fu la posa della prima pietra del nuovo campus universitario di Milano in piazza Leonardo da Vinci dove, nel 1927, il Politecnico si trasferì in quella che tuttora è la sua sede centrale.

Dopo la seconda guerra mondiale , in seguito ad un forte incremento di iscrizioni, furono necessari nuovi spazi e l’espansione avvenne verso il lato est e il lato nord del quadrilatero di Città degli Studi, realizzando anche Facoltà di Architettura . In anni più recenti si apriranno i poli regionali di Como (1987) e di Lecco (1989) e delle sedi territoriali di Cremona (1991), di Mantova (1994) e di Piacenza (1997).

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Mostra a cura di Emilio Faroldi e Flavia Trebicka


La mostra narra la nascita e lo sviluppo dello storico campus del Politecnico in Città Studi tramite un percorso di disegni, fotografie e documenti a partire dalla posa della prima pietra nel 1915 per arrivare alla realizzazione del Rettorato in piazza Leonardo da Vinci e degli edifici delle Facoltà di Ingegneria e di Architettura.

La mostra si conclude con due recentissime tavole a colori di Renzo Piano relative ai lavori di adeguamento del campus di Architettura in via Bonardi attualmente in corso.

Mostra prodotta da ASAB Archivi Storici Politecnico di Milano

ORGANIZZATORE

Politecnico di Milano - ASBA Archivi Storici archivio@polimi.it – Via Candiani 72 – Edificio B1

DATE E ORARI

Da martedì 18 dicembre 2018 a giovedì 28 febbraio 2019 lunedì – venerdì dalle 09:30 alle 13:00

www.eventi.polimi.it/events/il-futuro-di-milano-il-politecnico-e-citta-studi



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