Expo: un'analisi critica. Nutrire il pianeta o le multinazionali?

“ … Expo ora c’è… dobbiamo stravolgerne per quanto possibile l’impostazione tutta commerciale e recuperarne i contenuti veri, attraverso analisi e denunce precise e circostanziate, sostenute da un’informazione capillare e azioni concrete”. Questo il senso ultimo e l’obiettivo politico del convegno internazionale che sabato 7 febbraio si è svolto a Palazzo Marino.
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sala alessi convegno Expo
Si respira l’aria delle grandi occasioni in Sala Alessi sabato mattina, un pubblico foltissimo già prima delle 9, e infatti si inizia con puntualità svizzera e del tutto inusuale alle 9.30, gremita la sala con tutti posti a sedere occupati e molti in piedi, sotto il palco, ai lati, gremiti di gente in piedi l’atrio che precede la sala e la saletta laterale, dove si può ascoltare ma il video non funziona…

Un pubblico a maggioranza di età medioalta ma anche molti giovani, e classi di studenti che accoccolati ai lati del palco, attenti e silenziosi, prendono appunti.. Non si vedeva da tempo…
Il convegno è trasmesso anche in streaming, si può rivederlo su youtube collegandosi a   http://youtu.be/MRu4_3Ec3_Y , grazie alla collaborazione operativa di Mattia Calise, consigliere 5stelle in consiglio comunale.

Una bella partenza quindi, grande energia trasmessa dai relatori, voglia di riflessione e insieme di testimonianza, non di conflitto sterile ma di ricerca e pratica di alternative ancora possibili:  più volte e quasi in tutti gli interventi si riafferma che “Expo ora c’è, anche se molti di noi avrebbero voluto non ci fosse, dobbiamo stravolgerne per quanto possibile l’impostazione tutta commerciale e recuperarne i contenuti veri, attraverso analisi e denunce precise e circostanziate, sostenute da un’informazione capillare e azioni concrete”.
Questo il senso ultimo, e l’obiettivo politico dell’incontro, ma vengono via via proposti anche obiettivi molto concreti da raggiungere tutti insieme, da qui alla fatidica data del 1° maggio ma anche molto oltre, una battaglia su tematiche che sono quelle del nostro futuro prossimo che quindi ci riguardano tutti. 

Un grazie anzitutto a tutti i relatori-organizzatori, perché è andata proprio così: a parte ospiti arrivati da fuori, relatori e coordinatori sul palco sono gli stessi che hanno molto lavorato per rendere possibile questa giornata; in ordine di ‘apparizione’ Franco Calamida, Piero Basso, Curzio Maltese, Anita Sonego, Susan George, Emilio Molinari, Flavio Valente, Vittorio Agnoletto, Basilio Rizzo, Moni Ovadia. 
Crediamo che nessuno di loro abbia bisogno di presentazione, ma trovate la loro ’qualifica’ di appartenenza nel programma del convegno che abbiamo pubblicato su queste pagine la scorsa settimana. 

Si procede con ritmi molto serrati, tanto da concludere nei tempi previsti, nonostante le inevitabili lungaggini-pesantezze delle  traduzioni in differita. Nessuno spazio per interventi dal pubblico - ma in questo caso non è possibile altrimenti - però lettura di alcuni contributi scritti (Joao Pedro Stedile, Sem Terra, Brasile – Comitati No Canal – Libera – Giorgio Ferraresi, ne pubblicheremo i testi). 
La sensazione comunque è di voglia di ascoltare - e anche molto applaudire - piuttosto che di intervenire; molti i già consapevoli ma anche molti che cercano strumenti per una conoscenza più approfondita, dei temi ma anche di ciò che si sta muovendo dietro le quinte, a livello istituzionale locale ma anche nazionale, europeo e mondiale. 

Le tematiche si articolano lungo un percorso molto preciso: 
ripercorrendo con Piero Basso la storia di Expo - dalla gara del 2006 e grandi ‘campagne acquisti’ all’estero per l’assegnazione a Milano, passando attraverso promesse disattese, conflitti d’interesse, corruzione, fino a oggi, “…cronaca di otto anni di rincorsa all’Expo. Lotta per le poltrone, speculazione sulle aree, malaffare: con Expo abbiamo visto di tutto, anche al di là delle peggiori previsioni.” e conclude con amarezza Basso “… la Magistratura interviene a fatti avvenuti, la Politica dovrebbe prevenire…” (il suo intervento per intero nei prossimi numeri); 
tracciando con Curzio Maltese, parlamentare europeo, un quadro allarmante dell’ideologia neoliberista dominante in Europa,  che arriva con la gestione Junker a nominare un petroliere commissario all’Ambiente. In tutte le Commissioni l’obiettivo finale è la privatizzazione, preceduta ma solo a parole da dichiarazioni di rispetto dei diritti. 
Si è costituito però un intergruppo parlamentare dei Beni Comuni, una minoranza politica che ha alle spalle una maggioranza sociale… Parafrasando il titolo del convegno, e collegando le tematiche di Expo con la situazione della Grecia, Maltese chiede: nutrire il popolo greco o le banche? 

Dalle malefatte italiane alle politiche europee legate al ‘pianeta da nutrire’ il filo rosso del Convegno si snoda lungo territori più analitici, esaminando e denunciando le contraddizioni di un ‘rapporto contro natura’ di cibo e finanza, le implicazioni del diritto all’acqua come bene comune, il paradosso della sovrapproduzione alimentare a fronte dei milioni di morti per fame. 

Susan George, studiosa  nell’ambito delle scienze sociali, membro della direzione del  Transnational Institute di Amsterdam/Parigi, che qui si autodefinisce “attivista per il cibo e la difesa dell’ambiente”, smaschera le false motivazioni addotte dai governi – crisi domanda-offerta, cambiamento climatico sfavorevole per la produzione agricola, aumento della popolazione, … - per spiegare la grande crisi alimentare del 2008 che ha provocato rivolte in oltre 30 paesi. Tra i veri motivi ricorda 1/3 di terreni agricoli negli Usa destinati a produrre biocarburanti, gli scarsi investimenti della Banca Mondiale dell’Agricoltura, fino alla nascita dei Futures, contratti che impegnano ad acquistare o vendere, in una data futura, una determinata quantità di merce o attività finanziaria ad un prezzo prefissato, generando speculazioni finanziarie legate a prodotti alimentari specifici (grano, soja, …) e mercati volatili, che hanno visto nel 2008 crescere del 20% in un solo giorno il prezzo del frumento.
La minaccia più grave oggi sono i TTIP (Trattati di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti) accordo commerciale di libero scambio tra Usa e Europa in corso di negoziato dal luglio 2013, negoziato semi-segreto che porterebbe ad una messa in discussione di standard e normative ambientali e sociali, considerate troppo spesso come impedimenti tecnici al libero commercio, e a uno strapotere delle multinazionali che spesso decidono le politiche dei governi; è previsto per questa settimana l’accordo sui mercati alimentari, che darebbe via libera agli Ogm. È in corso anche in Italia una campagna di raccolta firme, e Susan George invita tutti i presenti a informarsi e sottoscrivere la petizione.

Denunce e inviti pressanti a far sentire la propria voce in difesa dei diritti più elementari – all’acqua, al cibo – nell’intervento appassionato di Emilio Molinari, voce già arrivata ai nostri lettori con l’intervista pubblicata la scorsa settimana; nelle prossime newsletter la sua relazione, che conclude indicando come vero successo del Convegno in corso il saper dare continuità alle cose dette. 
E le denunce continuano con Flavio Valente, segretario generale di FIAN, organizzazione non governativa per il diritto al cibo presente in oltre 50 Paesi, che ha raccolto in 20 anni di attività oltre 600 casi di violazioni del diritto al cibo attraverso quasi sempre l’accaparramento di terre e risorse, spesso ad opera di multinazionali, le grandi protagoniste della fiera Expo. Se ne potrebbe fare un lungo elenco solo con quelle citate in questo Convegno: Nestlé, Monsanto, Bayer, Barilla, Coca Cola, Syngenta, … e mentre Expo si appresta a nutrirle offrendo loro una vetrina mondiale il 42% dei poteri mondiali è gestito da multinazionali, segnala Vittorio Agnoletto, tra gli applausi liberatori di un pubblico che mostra di condividere tutta l’indignazione espressa da numeri e percentuali che si susseguono implacabili: una mappa impressionante dei marchi controllati da molte multinazionali, i numeri del loro controllo di azionisti e di capitali, slide efficacissime che denunciano con chiarezza il dominio totale della finanza sui governi e gli stati. Una concentrazione di ricchezza incompatibile con la democrazia, ha detto  un giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti! 
Si interroga Agnoletto: ma il Comune di Milano non poteva gestire Expo in altro modo? Perché siamo noi a dire queste cose?  Almeno, non ha calpestato il nostro diritto a organizzare e svolgere in questa sede il nostro Convegno, e a differenza della grande kermesse con Renzi alla Bicocca sala Alessi è aperta a tutti i cittadini (commenta Basso). 

Tocca a Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale, rivelare i retroscena e gli intrecci politica/affari che hanno accompagnato e ancora determinano scelte importanti di Expo – da inviti a tutti i Paesi a inviti solo ai Paesi ricchi, corruzione negli appalti e nella ricerca fondi presso gruppi finanziari, scelta delle aree, poteri affidati a Commissari sottraendoli ai cittadini, vedi il caso della M4 – e Rizzo lo fa con la chiarezza e l’equilibrio che lo contraddistinguono.
Pubblicheremo il suo intervento per intero nei prossimi numeri.
A chiudere è Moni Ovadia, sommerso di applausi mentre invoca una cultura di giustizia per una città globale. Uguali diritti per tutti è principio di giustizia, che non è esercitata dalla magistratura, dai tribunali o dalle carceri, ma era contenuto già nei vangeli; e disuguaglianza è fondamento di tutti i mali, dice papa Francesco. Il senso ultimo della politica è costruire, qui e ora, una società di giustizia, dove sia rispettata l’integrità dell’essere umano, e mangiare e bere non siano atti di sopravvivenza ma di vita. Invita a lottare e non arrendersi, perché la forza morale è vincente.



Vale la pena riunire in conclusione proposte, sollecitazioni e appelli venuti dai diversi relatori e condivisi, per facilitare chi decidesse di mettersi in gioco.

Due azioni concrete:
* firmare e diffondere la lettera-appello alle Autorità e agli esperti invitati all’incontro istituzionale svoltosi all’Hangar Bicocca nel pomeriggio di sabato 7 febbraio
* firmare e diffondere la petizione contro i TTIP

Due raccomandazioni:
* alle ong, alle associazioni, a tutti quelli che in modi diversi hanno deciso di ‘stare dentro’ a Expo: attenti a non farvi utilizzare o fagocitare!
* utilizzate Expo per diffondere informazioni e riflessioni emerse in questa giornata

Obiettivi per il dopo Expo:
* Milano diventi autorità sopranazionale responsabile della mission ‘Nutrire il pianeta”
* gestione dell’area di Expo trasparente e affidata a un sovrintendente pubblico, globale e non parcellizzata
* l’area deve essere utilizzata solo per iniziative legate al tema del cibo, alternate ma  continuative nel tempo, per evitarne il degrado
* per il recupero del debito contratto il Comune sperimenti soluzione ‘alla greca’: rinegoziare il debito con le banche puntando sul riutilizzo delle aree




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Re: Expo: un'analisi critica. Nutrire il pianeta o le multinazionali?
15/02/2015 Roletto Dilva

Molto interessante l' articolo . Grazie


 
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